Alla scoperta della città tra un'opera e l'altra

Alla scoperta della città tra un'opera e l'altra Antichi palazzi, chiese e musei: itinerari non soltanto musicali Alla scoperta della città tra un'opera e l'altra LA città è tutta da godere, gustare, conoscere nei suoi monumenti, palazzi, chiese, musei, curiosità; nei suoi immediati dintorni, tra campagne ridenti e rigogliose colline, come lo sanno essere quelle marchigiane, immerse nel verde, che ben dispongono a piacevoli passeggiate e ombrosi relax. Un primo possibile itinerario da seguire in città, che definiremmo «musicale», non può che partire dalla Casa natale dèi Cigno pesarese (via Rossini, 34), ora in fase di restauro, ma in seguito destinata, secondo un progetto che vede riuniti il Comune di Pesaro, la Fondazione Rossini e la Fondazione Scavolini, ad accogliere un museo rossiniano permanente. L'aspetto attuale è pressoché il medesimo che doveva presentare la casa quando Rossini vi nacque, il 29 febbraio del 1792, anche se una serie di mutazioni interne sono successivamente avvenute, pure in periodi recenti. Una incisione marmorea sulla finestra che si affaccia sul balcone, al primo piano, ne ricorda il «singolarissimo giorno». Quasi frontalmente (via Rossini, 37) è il Palazzo Mazzolari-Mosca, sede del Rossini Opera Festival. Costruito verso il 1763 dall'architetto pesarese Gian Andrea Lazzarini, costituisce un pregevole esempio di dimora patrizia setteottocentesca, con inserti architettonici neoclassici e ambienti interni ricchi di decorazioni pittoriche. Palazzo Machirelli-Olivieri (piazzetta Olivieri) ospita, invece, la sede del glorioso Conservatorio Rossini e la Fondazione Rossini, vero e proprio convivio di musicologi, che svolgono un'attività di ricerca tesa al recupero dell'opera omnia rossiniana, con conseguente pubblicazione in edizione critica. Nelle sale interne trova posto il Tempietto Rossiniano, che custodisce cimeli, documenti ed autografi del musicista, e l'Auditorium Pedrotti, di recente restauro, il cui bellissimo organo a forma circolare, che Luca Ronconi valorizzò come fondo scena per il memorabile allestimento del «Viaggio a Reims», merita senz'altro di essere ammirato. Esternamente il Palazzo presenta Una vasta facciata intonacata, con finestre edicolari e il grande portale,: d'ingresso sovrastato da un balcone di pietra. L'itinerario «musicale» ha termine a piazzale Lazzarini su cui si affaccia il Teatro Rossini. Già «Teatro del Sole», costruito nel 1637 e più volte restaurato (l'ultimo restauro è del 1980), il Teatro presenta all'interno un'armo¬ niosa sala, sovrastata da quattro ordini di palchi, con il soffitto dipinto a tempera e raffigurante l'allegoria delle Muse che danzano, e all'esterno una facciata severa con il maestoso portone d'ingresso. Un altro itinerario da percorrere ha un carattere artistico-culturale, attraverso i monumenti più salienti della picena «Pisaurum», testimonianze di un'intensa vita politica e religiosa, vissuta dalla città nel corso della sua storia. Partiamo dalla Rocca Costanza. Iniziata nel 1474 per difesa della città da Costanzo Sforza, fu terminata nel 1505 da Giovanni Sforza. A pianta quadrata (su disegno dell'architetto Luciano Laurana), con torrioni cilindrici, è considerata un modello di costruzione militare quattrocentesca. Piazza del Popolo, in pieno centro storico, è un po' l'anima e il salotto della città. Giungendovi da via Rossini sulla destra si impone il bel Palazzo Ducale dovuto ad Alessandro Sforza che lo fece costruire, con funzione residenziale, nella seconda metà del '400. Nel '500 e '600 il Palazzo subì modifiche e ampliamenti ed attualmente si fa ammirare per la sua imponente facciata, il suo portico, il cortile d'onore, il salone detto Metaurense. Di fronte si contrappone Palazzo Baviera, elegante contruzione del '500 dovuta all'architetto Filippo Terzi, un tempo chiamato anche «Paggeria», perché vi prendevano alloggio i funzionari ducali. Ai lati opposti della Piazza ci sono il Palazzo delle Poste, a ridosso dell'ex Chiesa di San Domenico, di cui rimane solo il bellissimo portale gotico, e il Palazzo del Comune, di recente architettura. In questo periodo una mostra relativa ai recenti restauri traccia il suo iter storico. Per l'architettura sacra di notevole interesse sono la Chiesa di Sant'Agostino, con il suo bellissimo portale ogivale del 1413, mentre all'interno ammirevole è il coro ligneo del XV-XVI sec; la Chiesa del Nome di Dio, con il portale in pietra d'Istria realizzato su disegno del Lazzarini (1763); la Chiesa di San Giovanni voluta da Guidobaldo II della Rovere ed iniziata da Gerolamo Ganga nel 1543; la Cattedrale con la sua facciata romanica in cotto del XIII sec. Palazzo Almerici, in via Mazza, custodisce la Biblioteca (con incunaboli, autografi e oltre 70 mila volumi) e il Museo Oliveriani, creato, quest'ultimo, dall'archeologo pesarese Annibale degli Olivieri alla fine del XVni sec. Tra i pezzi forti del Museo, che merita una visita, segnaliamo i reperti archeologici provenienti dalla Necropoli di Novilara (VTII-VI sec. a.C.) e del Luco Sacro Pesarese (II sec. a.C), oltre alla celebre iscrizione bilingue etrusco-latina di etàaugustea. E settecentesco Palazzo Toschi Mosca, nell'omonima piazzetta, ospita invece i Musei Civici, che, oltre a opere delle principali scuole di pittura italiana, conservano la preziosa raccolta delle ceramiche rinascimentali, unica al mondo per numero di pezzi e varietà di botteghe rappresentate: Fabbriche..di Pesaro, Urbino, Gubbio, Òeruta, Faenza. Nel Museo Civico, il 31 agosto, avrà luogo un evento artistico rilevantissimo. Nel corso di una mostra organizzata dal Comune di Pesaro verrà esposto al pubblico, nella sua struttura integrale, per la prima volta nel nostro secolo, uno dei più grandi capolavori della pittura del '400: La pala di Pesaro di Giovanni Bellini. La grande Pala, che il Longhi fissa intomo al 1474. raffigurante l'Incoronazione della Vergine, corredata da una complessa cornice che contiene otto figure di Santi e sette scene di vita di Cristo, di S. Giorgio, S. Francesco, S. Gerolamo, S. Retro. S. Terenzio e S. Paolo, è fondamentale per gli sviluppi della pittura veneziana. Il Bellini, allontanandosi dal Mantegna, si orienta attraverso le opere di Pier della Francesca viste nelle Marche, verso nuove forme espressive basate sul rapporto tra luce e colore. La Pala era originariamente completata da una cimasa, che è ora conservata alla Pinacoteca Va^cana, raffigurante la Deposizione. Entrambi provenienti dalla chiesa di San Francesco in Pesaro, le due opere subirono spostamenti diversi ed ebbero vicissitudini distinte che finirono col separarle definitivamente. A restauro ultimato (eseguito dalla C. B. C. Conservazione Beni Culturali di Roma a Pesaro sulla Pala, e contemporaneamente anche sul dipinto di proprietà dei Musei Vaticani), l'opera sarà ricongiunta per essere esposta al pubblico. 0 sc0 viale vittoria ì'roccaòostà^zaI [I [Palazzo almerici azzo^ machirelli oliveri^