Il coleottero mutante amava le campanule

Il coleottero mutante amava le campanule La storia di una nuova razza d'insetto Il coleottero mutante amava le campanule ANNI fa. un entomologo dilettante venne attratto da alcuni ramoscelli di Campanula trachelium curiosamente parassitata dalle larve di Insetti apparentemente estranei a questo tipo di pianta. Erano infatti larve di Galenica tanaceti, un piccolo Coleottero della famiglia dei Crisomelidi che si nutre delle foglie di Tanaceto e di Achillea ma non di Campanula. Portate in laboratorio le larve le rifiutarono ostinatamente e continuarono a cibarsi di Campanula. Era dunque un caso chiaro e documentato di allotropia stabile, cioè di formazione di una nuova razza biologica: la morfologia degli insetti era ancora immutata (come si accertò all'atto dello sfarfallamento degli adulti) ma stava cambiando il regime di vita. Un Insetto che attacca due o più piante diverse, per deporre le uova generalmente sceglie quella in cui si sono sviluppate le larve delle ultime generazioni, mettendo cosi le basi a un'evoluzione che spesso porta alla formazione di nuove specie. Gli insetti che si nutrono di una sola specie vegetale in condizioni di normalità sono Incapaci di cibarsi di piante diverse, ma in caso di necessità si rassegnano a deporre le uova su altre piante nutrici. Pochissime larve riescono a sopravvivere al nuovo regime, ma quelle poche, raggiunta la maturità sessuale, hanno acquisito una predilezione per la nuova pianta e a loro volta è 11 che deporranno le loro uova. Il nuovo Istinto alimentare diventerà un carattere ereditario e lentamente porterà a differenziazioni morfologiche e genetiche il cui sbocco sarà una nuova specie, completamente diversa dal ceppo originale. I Coleotteri fitofagl hanno un comportamento biologico talmente svariato da non rientrare In uno schema preciso, ma sono accomunati dal regime alimentare, strettamente vegetariano, sebbene anche all'Interno di questa omogeneità vadano fatte alcune chiare distinzioni. Esistono Infatti le specie fillofaghe che divorano le foglie e le parti tenere delle piante; le floricole che si nutrono del nettare o del polline dei fiori; le arboricole che succhiano i liquidi zuccherini che trasudano dalla corteccia degli alberi e leradicicole che divorano le radici. Non c'è pianta che non viva in simbiosi con un parassita, nemmeno quelle velenosissime per gli animali superiori e per l'uomo. Vittorio Monzini

Persone citate: Tanaceto, Vittorio Monzini