Dita deformi, tre tecniche

Dita deformi, tre tecniche Studi sulle articolazioni bloccate da incidenti o reumi Dita deformi, tre tecniche UN tempo le articolazioni schiacciate e distrutte dal traumi o dalla malattia reumatica venivano lasciate anchilosare e deformare quando erano dolorose e venivano bloccate con artrodesi (fusione delle ossa) guidate o provocate ad arte dal chirurgo della mano. Se l'articolazione di un dito viene fratturata, si ha la perdita della motilità del dito che rimane rigido, senza movimenti di chiusura o dì apertura e impaccia notevolmente la presa di tutta la mano e i movimenti agili delle altre dita vicine. Esso rimane esposto (essendo bloccato) ad altri rischi di incidenti e talvolta mette in pericolo anche tutta la mano. La deformità delle articolazioni può anche essere dovuta a malattie reu¬ matiche che distruggono la cartilagine articolare provocando deformità delle dita e la perdita della funzione prensile della mano. Che cosa può fare il chirurgo della mano per riparare queste lesioni? 1) — L'artrodesi o il blocco dell'articolazione, che viene messa in posizione detta «funzionale», cioè in modo che il dito possa essere utilizzato per la presa degli oggetti. Oggi non è più accettata né dal giovane che sciando si frattura il dito, né dall'operaio specializzato che ha bisogno più che mai dell'articolarità perduta e neppure dalle donne giovani e attive attentissime alla deformità residua del dito e alla completa funzionalità delle mani. 2) — Come per l'anca, l'articolazione del dito può essere sostituita con un'articolazione acrilica, di plastica (elastomero di Silicone HP 100) che viene infissa nelle falangi e cerca di ridare la mobilità perduta al dito infortunato. Essa è valida purtroppo solo nelle persone anziane con pochi e deboli movimenti delle dita e con poca forza nella mano e limitatamente ad alcune articolazioni. E' invece rigorosamente sconsigliata ai giovani, alle persone attive adulte, ai lavoratori che, servendosi delle mani in modo deciso, hanno bisogno di una costante sicurezza della presa delle dita. La protesi infatti può facilmente uscir fuori dalle falangi, non dà sufficiente stabilità al dito e col tempo l'osso viene logorato o eroso. 3) — La trasposizione articolare dal piede alla mano, che non danneggia il piede e la marcia e restituisce la mobilità del dito o delle dita della mano. Come i trapianti dei tronchi nervosi, dei tendini, dei muscoli o delle arterie dello stesso individuo, attecchisce al 100 per cento senza fenomeni di rigetto e il paziente può contare su una mano stabile, forte, sicura come prima. Se avessimo a disposizione nel nostro organismo tante articolazioni, simili anatomicamente a quelle dell'anca o del ginocchio, i chirurghi ortopedici le avrebbero già utilizzate per sostituire l'anca artrosica o bloccata dal trauma, con gli stessi ottimi risultati e durabilità. Antonino Messina

Persone citate: Antonino Messina