Perché in Francia va di moda il romanzo italiano di Alain Elkann

Perché in Francia va di moda il romanzo italiano icere Perché in Francia va di moda il romanzo italiano se non ci fosse una moda più generale dell'Italia e del made in Italy. Bianciotti dice che contrariamente a tutte le previsioni di fallimento della penisola di cui si parlava negli Anni Settanta, l'Italia è diventata oggi un Paese emergente. Il successo degli scrittori italiani in Francia non è però una novità. Fu Bianciotti nel 1975 a pubblicare da Gallimard La Storia di Elsa Morante di cui si vendettero ottantamila copie rilegate e centosessantamila nei due volumi dell'edizione tascabile. Uno dei maggiori esperti di cose italiane a Parigi è sempre stato Dominique Fernandez, scrittore, critico e anche direttore di una collana da Grasset. Fernandez è un attento difensore e conoscitore di scrittori siciliani co7ne Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. Di Leonardo Sciascia si è occupato molto anche Maurice Nadeau che ne ha stampati alcuni libri. Recentemente Nadeau ha pubblicato anche Giuseppe Pontiggia nelle traduzioni di Nino Frank. Un italianista più nascosto dentro alle mura del suo ufficio presso le Edìtions du Seuil è Francois Wahl, amico di Roland Barthes e di Michel Foucault. Wahl pubblicò per primo Carlo Emilio Gadda in Francia (oggi tradotto da Jean-Paul Manganaro), ha curato tutta l'opera di Italo Calvino, di Frutterò e Lucentini e di Pier Vittorio Tondelli. Il fenomeno nuovo che fa parlare di moda italiana in Francia sono gli intellettuali e traduttori, che hanno creato le loro case editrici. Penso a René de Ceccatty, romanziere e traduttore di Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, che ha lasciato Gallimard per creare una nuova casa editrice: Michel de Maule. Pubblicherà in autunno gli scritti in prosa di Sandro Penna, poi un romamo di Dacia Maraini e uno di Vincenzo Pardini. Patrick Mauriès, poligrafo di talento che dirige la rivista di Franco Maria Ricci e scrive di letteratura inglese e italiana sul quotidiano Liberation e sul settimanale L'Express, ha fondato da pochi mesi una nuova casa editrice di grande elegama nella sua veste grafica, 'Le Promeneur- e i primi due libri pubblicati sono stati due romanzi di Vincenzo Consolo. Precedentemente, in un'altra casa editrice create, da poco e molto raffinata, • Quai Voltaire-, diretta da Daniel Rondeau, Mauriès aveva fatto pubblicare Giovanni Macchia e Pietro Citati. Il direttore editoriale della casa editrice •Rivages-, Gilles Barbedette, ha pubblicato Federico Zeri, Elisabetta Rasy, Daniele Del Giudice e Andrea de Carlo e ora si interessa a Mario Fortunato e a Edoardo Albinati. La casa editrice Verdier, diretta da Bernard Simeone e Philippe Renard, pubblica le poesie di Mario Luzi, Franco Fortini, i libri di Mario Rigoni Stern e Sergio Solmi. Gérard-Julien Salvy sta per lanciare una nuova casa editrice dove pubblicherà inediti di famosi scrittori italiani. Philippe Sollers proclama in televisione che Roberto Colosso è il più importante romanziere italiano. Dominique Fernandez ribatte che il più importante è Leonardo Sciascia. Intanto da Grasset aspettano impazienti il nuovo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, e da Flammarion il prossimo romanzo di Alberto Moravia, Un viaggio a Roma. Alain Elkann

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