Un'estate a Pittsburgh per scoprire chi si deve amare

Un'estate a Pittsburgh per scoprire chi si deve amare L'esordio dell'americano Chabon, 24 anni, minimalista surreale Un'estate a Pittsburgh per scoprire chi si deve amare DA settimane ormai un altro giovanissimo narratore nordamericano — Michael Chabon, nato a Washington ventiquattro anni fa — compare sulla lista dei libri più venduti. L'Italia è evidentemente il paradiso dei minimalisti come lo è per i calciatori: da noi David Leavitt, Jay Maclnerney, Susan Minot e via dicendo hanno trovato ancora più gloria che in patria, dove ormai la critica e 1 colleghi più anziani sono passati al contrattacco, sottolineando i limiti e la superficialità della loro presunta scuola, alla quale peraltro nessuno dei suddetti enfants predige ha mai ammesso di appartenere. Anche l'ultimo arrivato, come praticamente tutti i citati (cui possiamo aggiungere Bret Easton Ellis, dal cui Meno di zero è stato tratto un film ora in circolazione), racconta una storia di iniziazione, ovvero di ingresso nella maturità, e per questo è stato accostato al leggendario J. D. Salinger, il cui Giovane Holden fu il manifesto della generazione che produsse James Dean. Il parallelo è stato anche incoraggiato, forse, dal fatto che anche il romanzo di Chabon è .datato; sia pure, a differenza di quello di Salinger, deliberatamente: si svolge infatti negli Anni Sessanta, con presenza di oggetti in uso allora (come i dischi a 45 giri) e di antichi culti giovanili (i Beatles, Romeo e Giulietta di Zeffirelli). Come gli altri cosiddetti (a torto o ragione) minimalisti, anche Chabon sembra attingere in primo luogo alla propria esperienza personale. In lui però spicca l'abbandono di quella osservazione sistematica di particolari tolti dalla vita, insomma di quel realismo contenuto ma puntuale, dal quale il preteso movimento ha derivato il suo nome. In altre parole, Michael Chabon esce spesso dalle fatidiche righe per abbandonarsi a un estro più grottesco, a una fantasia più surrealistica dei suoi ricordati coetanei; più che a Raymond Carver insomma, volendo proprio cercargli dei maestri, qualcuno potrebbe pensare, mettiamo, a Angela Carter. Sullo sfondo di Pittsburgh, città qualsiasi che funge da tipica metropoli americana. Art Bechstein, studente appena uscito dal college e privo di punti di riferimento (la madre non c'è, il padre è un gangster di bordo discretamente alto, che non si vede quasi mai) cerca un po'a tentoni una base di vita, durante uri '.estate confusa», una 'Stupida, noiosa, piacevole, atroce estate», restando coinvolto in singolari avventure e dividendosi fra alcuni amici ed amanti, incerto com'è non soltanto sul proprio futuro professionale, ma perfino sulla propria identità sessuale. La scena in cui egli, fino a quel momento convinto di essere innamorato di una coetanea che ha conquistato, cede sorpreso dal proprio entusiasmo agli approcci di un nuovo amico omosessuale (la parola gay non è ancora entrata nell'uso) deve essere stata fondamentale per procurare all'esordiente le sperticate lodi del poco più vecchio ma già tanto autorevole David Leavitt, citate nel risvolto di copertina Masolino d'Amico Michael Chabon, «I misteri di Pittsburgh», trad. Patrizia Bonomi, Mondadori, 247 pagine, 23.000 lire. «Summer nights», fotografia di R. Adam»

Luoghi citati: Italia, Pittsburgh, Washington