Un lessico famigliare nel ghetto torinese di Giovanni Tesio

Un lessico famigliare nel ghetto torinese I ricordi di Sion Segre Amar nella città di Monti e Antonicelli Un lessico famigliare nel ghetto torinese FIN dal suo esordio, avvenuto nel '79 con Sette storie del -numero I- e poi replicato nell'83 con Cento storie di amore impossibile. Sior Segre Amar e scrittore di memorie minime, fa di sé un testimone marginale e apparentemente svagato. Dopo aver provato la strada del romanzo con II frammento sepolto (1984). torna ora alla prima vocazione memoriale e autobiografica con // mio glietto, ora uscito da Garzanti. Si tratta di scorci torinesi per lo più ambientati nel mondo ebraico. Solo un altro libro di Paola Malvano, Val d'Oltra e nuovi racconti potrebbe essere accostato a questo. Deve essere lei la Paola di cui qui si parla attraverso l'elogio critico di Ginzburg e di Antonicelli. Sion Segre Amar è parente di Pitigrilli, ma in famiglia sono contenti che il cugino faccia uso dello pseudonimo, per non subire l'onta del nome compromesso con l'immoralità. In una Torino tra le due guerre, che è più di un pallido mito, muovono storie ed episodi che dall'ambiente ebraico si dilatano all'intellettualità borghese raccolta nei luoghi canonici e no: il liceo D'Azeglio, la casa editrice Einaudi, la «vigna» di Barbara Allason, le latterie, i cinemini. Monti, Mila. Antonicelli, Bobbio, Ginzburg. Piccoli quadri, profili, silhouettes. Un lessico famigliare dagli scatti ridenti, come nell'episodio dei due fratelli Se¬ gre Amar in cerca di una parola d'ordine a futura memoria. -L'ebraismo non è una religione: è una storia, un'etica, un modo di vita-. L'ammonimento è duro, ma non viene dallo scrittore. E' la risposta a una sua storditaggine. Le grandi lezioni sembra che gli derivino da percorsi obliqui. E' antifascista, ma per caso: è sionista, ma per necessità. Quando nel 1934 viene arrestato alla frontiera svizzera sull'au¬ to carica di stampe di -Giustizia e Libertà-, ha meno coscienza dell'indigeno di Pascarella: non sa di essere nella storia. Possedere un'automobile non è che un privilegio, il resto è coincidenza più o meno stravagante. A lui interessano altre cose: le danze da Gay, le canzonette in voga di Bixio e Cherubini, Ti bacio quella bianca mano i Signora mia gentil..., le ragazze dai capelli che sanno di -piume di passerotto-. Eppure il filo della meditazione è serio, l'allegria che trapela dalle righe è congiunta con la fragilità intrinseca della vita e con la potenza della morte. La memoria del ghetto è un'immagine che connette la schiavitù secolare alla tragedia moderna: realtà dell'assurdo e assurdità del reale. Non è tutto storia? Anche gli ultimi fuochi della goliardia, le danze da Gay. le canzoni in voga, le ragazze godute e ntjn godute, l'immane cartello appeso alla porta di un bar: -Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei-. Giovanni Tesio Sion Segre Amar, «Il mio ghetto», Garzanti, 205 pagine, 24.000 lire.