Arianna fiigge tra le galassie perché la Terra è malvagia di Stefano Reggiani

Arianna fiigge tra le galassie perché la Terra è malvagia Fantascienza e morale nel romanzo di Gaia Servadio Arianna fiigge tra le galassie perché la Terra è malvagia Epoi non resterà più niente, forse solo il lamento di Arianna da una lontananza stellare, in un punto della galassia. Dalla Terra giungeranno solo pallidi segnali di una corruzione generale della materia, di una mutazione totale, il mondo cosi caro trasformato in energia: e Arianna saprà che ogni passato è finito, mentre starà viaggiando con un gruppo di uomini e donne su un'astronave alla ricerca improbabile di un mondo nuovo, di un pianeta innocente. Lei è forse la sola a coltivare qualche pensiero terreno, qualche domanda, proibita e inutile: come è successo? di chi è la colpa? Stringe al seno la lettera d'addio del padre scienziato: .Se tu sapessi. Arianna, com'era bello il mondo! Ricordati che. deboli e fragili come siamo, abbiamo in noi la forza della distruzione-. La tantascienza e stata Verde, prima che il termine si diffondesse, ed è stata il primo tribunale che ha sancito le colpe degli uomini, che ha evocato quasi il bisogno di un'au- topunizione attraverso simboli e situazioni sempre più pertinenti, come, appunto, il vascello cosmico degli emigranti in cerca di una Terra incontaminata. Forse la troveranno, forse no: anche Gaia Servadio con // lamento di Arianna porta il suo contributo alla fantascienza della consapevolezza, immaginando, nella parte più suggestiva del libro, come avverrà la fine degli uomini sulla Terra e come la sopravvissuta Arianna la racconterà. Naturalmente, è una fantascienza particolare, con Gaia Servadio in veste di sperimentatrice: un poco di satira politica, un poco di romanzo di costumi all'inglese, un po' di peripezie amorose. Ma. insieme, è una fantascienza meticolosa e appropriata. Si tratta di dieci bambine, nate da dieci provette fecondate con sperma sintetico, ottenuto in laboratorio. I .padri» sono cinque scienziati distratti: si arguisce dal tipo di problemi (far .abortire» o no le provette?) e da certi riferimenti del contorno (un musical londinese simile a Oh. Calcutta!) che il racconto è stato iniziato prima del dibattito contemporaneo sui figli in provetta e che nondimeno vi si sovrappone perfettamente. Vedete che la strada era tracciata? Fin dall'inizio (ricordiamocene quando la fecondazione avverrà veramente 'in vitro.) i problemi erano chiari: non conta come si nasce, importa come si finisce. Come normalissime ragazze nate col metodo tradizionale, le figlie della provetta, divenute adulte, sono spazzate vie dalla malvagità corrente (questa s'imbatte in medici irresponsabili e arroganti, quella in dittatori mussoli- niani, l'altra in ladri di computer), se si eccettua una che rimane a far la casalinga per amore del più giovane tra i padri. E' un'unione incestuosa, gravida di conseguenze per il genere umano, o gli inventori hanno sempre diritto di congiungersi coi frutti del proprio ingegno? Su chi fondiamo le nostre speranze: sullo sperma naturale o su quello sintetico? Fatto sta che proprio da quest'unione tra scienza e natura esce Arianna e che è lei l'erede dell'umanità. Vogliamo vederlo come l'inizio di un nuovo mito, considerato che anche i rapporti nella famiglia dell'Arianna classica non erano proprio ineccepibili? • Chissà cosa vedrai, figlia mia, ma racconta, ti prego, racconta agli altri e a chi non lo sa, racconta della miracolosa bellezza della Terra, della notte e del giorno, delle stagioni, delle foglie-. Stefano Reggiani Gaia Servadio, -Il lamento di Arianna», La Tartaruga, 202 pagine, 18.000 lire.

Persone citate: Gaia Servadio, Gaia Servadio Arianna