La perestrojka sponsor della satira

La perestrojka sponsor della satira In mostra a Forte dei Marmi i disegnatori che illustrano il «nuovo corso» di Gorbaciov La perestrojka sponsor della satira FORTE DEI MARMI — Di solito la satira politica è pungente quando è proibita, o almeno sgradita. Quando è permessa — o addirittura favorita — non punge più. Da noi, ormai, la si sponsorizza, e non fa più male a nessuno. In Unione Sovietica la si liberalizza: vuol dire che non morde più e serve, anzi, come termometro di gradimento per il «nuovo corso, gorbacioviano. A Forte dei Marmi, da questo pomeriggio, si può verificare l'incidenza della satira nel costume sociopolitico di 'due Paesi fra loro diversissimi, quali sono il nostro e l'Urss, in due mostre idealmente parallele. Nel tendone della pineta di via Matteotti, detto con qualche enfasi «tensostruttura», si inaugurano, insieme con altre, le manifestazioni del premio Satira Politica, voluto dal Comune e giunto alla sedicesima edizione. Ovviamente, quella che più interessa è la mostra dedicata agli «Anni della perestrojka». che per l'Occidente è una novità. La mostra italiana, che fustiga le sponsorizzazioni («Sponsor delle mie braghe») — sponsorizzata, come tutto il resto, dall'Italtekna del Gruppo Iri — rappresenta l'ultima freccia di un combattimento cosi innocuo, anche se brillante, da somigliare a un gioco di società. Fino a un paio d'anni fa la satira sovietica — quella ufficiale, non quella che correva sottobanco — puntava sull'antimilitarismo indistinto, sull'imperialismo americano o, al massimo, sulla burocrazia locale che, date le aberrazioni, era ormai lecito attaccare. Adesso, come dimostrano le opere esposte — quasi una sessantina, di nove autori — il campo si è allargato. C'è perfino la casta militare, rappresentata, in un disegno di Serghej Tiunin. da un mezzobusto in divisa che porta la mano alla visiera in segno di obbedienza-saluto, avendo, al posto della testa, uno scarpone. E c'è l'organizzazione del lavoro che è visto, nel migliore dei casi, come la tela di Penelope fatta di giorno e disfatta di notte, se non addirittura — come nella vignetta di 'Gusen Magomaev — come le cinque dita di una mano: quattro impegnate nel terziario, al comando del computer, mentre solo il pollice faticosamente produce. Non sono esclusi i dirigenti: nell'immagine feroce di Igor Smirnov («A scapito degli altri O appaiono come avvoltoi le cui ali sono formate da innumerevoli esseri umani. Ci sono anche i cartoons d'ispirazione anglo-americana, dedicati da Oleg Tester alle piccolc-grandi difficoltà della vita di ogni giorno. E ci sono — datate 1988 — le caricature che Vladimir Mocialov ha riservato — e chi poteva immaginarlo! — ad Alberto Moravia e Adriano Celen- tano. Cmzia Bibolotti e Franco Angelo Calotti. gli instancabili organizzatori del premio, ci spiegano come sono giunti agli «Anni della perestrojka-. A un decennio dalla mostra sul Krokodil. la più che sessantennale rivista satirica sovietica, volevano verificare come cambiassero le cose sull'onda della tra-* sparenza gorbacioviana. Si rivolsero alle ambasciate — la italiana a Mosca e la sovietica a Roma — e. secondo le migliori tradizioni diplomatiche, non ebbero risposte impegna¬ tive. Allora inviarono un telex, in inglese. all'-Unione Artisti dell'Urss» Dopo pochi giorni, in italiano, arrivò il si. I disegni, che portano le firme più prestigiose ma anche le più giovani, arrivarono subilo. Gli autori verranno a fine settembre, per la cerimonia conclusiva. Al Forte, oggi, si discute se sia nato prima l'uovo o la gallina: è stata la politica di Gorbaciov a tracciare il solco entro il quale è cresciuto il seme della satira aperta o è stata la perestrojka a inserirsi'in un terreno che la critica al regime aveva preparato? O forse satira e «nuovo corso» coincidono fino a diventare luna il supporto dell'altro? Ma se la satira fa propri gli elementi del potere — anche se illuminato — che satira è? Ed ecco, con tante differenze, il cerchio si chiude: da noi il potere (quello economico, che spesso coincide con quello politico o statale) sponsorizza affinchè si rida di lui. e — perchè no? — si rida proprio del modo in cui influisce, col «neomecenatismo», sulla nostra vita. Nell'Urss si affida alla satira il ruolo dell'Arcangelo Gabriele che annuncia la buona novella. Non c'è proprio rimedio: ormai ridiamo (o piangiamo) tutti a comando, in piena libertà. Lela Gatteschi Igor Smirnov: «A scapito degli altri»

Luoghi citati: Forte Dei Marmi, Mosca, Roma, Unione Sovietica, Urss