La banda Osiris: 200 repliche

La banda Osiris: 200 repliche La banda Osiris: 200 repliche TORINO — Giancarlo Macrì, 33 anni, laureato in scienze politiche, Sandro Berti, 32 anni, laurea al Dams di Bologna, Gianluigi Carlone, 27 anni, perito agrario, suo fratello Roberto 33 anni, perito elettrotecnico. Tutti single. Dal 1980 sono la «Banda Osiris» unico gruppo in Italia che pratica la difficile arte di far ridere con la musica. Sono tutti ottimi strumentisti, attori, mimi, cantanti. Sabato sera erano a Torino per la 200* replica dello spettacolo «Storia della musica, volume 1 & 2., coprodotto con il teatro dell'Elfo di Milano. Affinato e affilato prodotto portato in giro per l'Europa e l'Italia con grande successo. Federico Fellini dopo averli visti a Roma al teatro Sistina a fine maggio è diventatao un loro ammiratore. 'Finalmente uno spettacolo che dà gioia». I quattro (tre di Vercelli uno, il Berti, di Firenze) hanno anche superato felicemente la prova di mettere in un 33 giri le gags musicali dello spettacolo, con un disco appena uscito (da Ricordi), e con un paio di brani corrono il rischio di scalare qualche hit-parade, n press-book (la rassegna stampa) 1988 è una raccolta di elogi anche da parte di critici schizzinosi. Meritato quindi il tutto esaurito dell'altra sera, nel cortile dello stabilimento ex Cir di Madonna di Campagna, (archeologia industriale), già di proprietà dell'ing. De Benedetti, prima che diventasse superfinanziere e, padrone dell'Olivetti. «Crediamo che lo spettacolo funzioni bene — dice Macrì — perché è leggibile su diversi piani, piace a lutti dai bambini agli intellettuali. Tanti pensano che improvvisiamo, invece è tutto pensato, calibrato, organizzato. Poi nonostante le tante repliche ci divertiamo ogni sera e l'allegria viene trasmessa al pubblico-. In effetti la «Storia della musica» contiene tante vignette da antologia. I ragazzi hanno le facce, talento musicale e etletico, senso della misura, e la capacità di dilatare le situazioni oltre le frontiere solite. Non si sa mai dove vanno a finire. In scena compaiono strumenti a fiato di tutti i generi, ma anche batteria, chitarra e basso elettrico. E le voci. Dopo cinque minuti, siamo appena all'età della pietra (si tratta di storia appunto), il primo applauso a scena aperta. I quattro professori del «Centro Alti Studi Musicali Manuela», geniali e surreali, tra i pipistrelli e le zanzare della periferia industriale subalpina, snocciolano una litania frenetica di invenzioni, trasformando, per dime una, il Bolero di Ravel nella colonna sonora di Lawrence d'Arabia, un lieder tedesco in uno swing. Dopo il celebre assolo di batteria — dove il charleston è una bestia che mangia wafer e bacchette — c'è il treno, il porto, il west, fino ai brazzzzz terribili del rock. Difficile da raccontare. Il gruppo è conosciuto, ma non ancora celebre. 'Abbiamo avuto esperienze in tv — dice Berti — ma non tanto soddisfacenti. Piuttosto che il video tritatutto preferiamo il teatro anche se si fa più fatica e si guadagna meno. Abbiamo detto no alla trasmissione con la Fenech e al GB. Show, per scelta ponderata. Invece abbiamo rifiutato una tournée in Giappone per continuare a fare la trasmissione alla radio, sulla rete due, in 65 puntate, sempre sulla storia della musica-. L'estate della Banda Osiris, continua con dieci serate in Spagna, da Madrid a Siviglia, mentre per l'anno prossimo c'è in vista il Brasile. r. se.