Le ostetriche alla riscossa

Le ostetriche alla riscossa «E' dal 1982 che non ci danno più la pensione. Perché» Le ostetriche alla riscossa Per le libere professioniste, dopo una vita di lavoro, 90 mila lire al mese «Non possono obbligarci a pagare i contributi senza dare niente in cambio» •Abbiamo lavorato una vita per niente.. -Io ho 66 anni, lavoro perché mi piace, ma soprattutto perché ne ho bisogno.. .1 soldi che abbiamo versato dove sono andati a finire? Saranno pochi, ma intanto abbiamo dato quello che ci chiedevano, poi non è giusto che finiscano chissà dove. E gli immobili del nostro istituto di previdenza ceduti allo Stato tanti anni fa? Sono spariti?.. Le ostetriche libere professioniste si lamentano — come tanti — dello Stato. In Italia sono circa ottomila, in Piemonte 460, tra libere professioniste e dipendenti degli ospedali. Marianna Vacca 66 anni, portati baldanzosamente, è in pensione dall'81. .Dopo quattro anni — dice — mi hanno mandato gli arretrati, circa tre milioni e mezzo, pari a 90 mila lire al mese lorde, su cui naturalmente ho dovuto pagare le tasse.. Il nocciolo della questione non sta tanto nella risibilità della cifra mensile, ma nell'obbligatorietà del versamento annuale dei contributi, che da qualche anno è stato portato a circa 530 mila lire. •Rileniamo ingiusto — dicono — pagare e non avere niente in cambio.. Salvo rari casi, infatti, l'erogazione delle pensioni è stata sospesa nell'82 «per mancanza di fondi.. L'Ente nazionale previdenza e assistenza ostetriche (Enpao), è in liquidazione ed è stato assorbito dall'Inps. Ma di pensioni neanche l'ombra. Le professioniste con trenta e più anni di onorato servizio, sono tante e tutte protestano: Angela Parola, Angela Furlaneto, Emilia Ponchione, Albina Maritano, Alfreda Busso, Maria Aimone Manetta, Lina Mosso, Mirella Ongaro, Teresa Eusebio, Lu ciana Sorzana. Qualcuna in tutta la carriera ha fatto nascere più di diecimila bambini. Sempre disponibile giorno e notte. Oggi quasi nessuna donna «compra» il bambino a casa. Ma ci sono anziane professioniste che hanno passato metà della vita professionale aiutando a partorire sul tavolo da cucina. E alcune, in cattive condizioni economiche, sono costrette per tirare avanti a farsi aiutare dalle colleghe o dai parenti. L'ostetrica «libera professionista» è una singolare figura (cinque anni di studi dopo le scuole superiori), prevista dalla legge, che impone la sua presenza ad ogni parto spontaneo. •Anche se andiamo a cena fuori dobbiamo lasciare un recapito telefonico.. Dagli Anni 70 non sono più state rinnovate le convenzioni con le mutue, e chi ha voluto rimanere indipendente, ha accettato il bene e il male della Ubera professione. • Ciò non toglie che se ab¬ biamo pagato i contributi la pensione ci sia dovuta.. Giuseppina Cazzolla, ex presidentessa del Collegio Provinciale ostetriche di Torino ha fatto fuoco e fiamme negli anni passati per avere chiarimenti ma non ha ca¬ vato un ragno dal buco. Ancora l'anno scorso scrisse al commissario straordinario del'Enpao a Roma, Nino Gargiulo, chiedendo quando riprenderanno i pagamenti, senza avere risposta. r. se. Le ostetriche Teresa Eusebio, Angela Parola (in piedi). Angela Furlanctto e Marianna Vacca

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