Casorati incontro sull'altopiano

Casorati, incontro sull'altopiano A Cesuna (Asiago) una mostra sull'opera grafica dell'artista torinese Casorati, incontro sull'altopiano CESUNA (Asiago) — Pianori ondatati, prati pennellati di fiori, selve folte e scure di conifere: quest'armonia assoluta di colori e linee appare, come in cornice, dalle finestre della Galleria Stamperia Tuttagrafica, aperta lo scorso anno da Gianfranco Valente nei locali dell'ex scuola elementare di Cesuna, frazione di uno dei sette Comuni dell'Altipiano di Asiago e suo paese d'origine. Per l'occasione Valente, uno dei più apprezzati stampatori di Torino, presentò una personale di Mario Calandri, maestro dell'incisione, che sull'Altopiano tornò a visitare i luoghi dell'infanzia e a cercare funghi e animali tante volte fissati sui fogli. Quasi un gemellaggio tra Piemonte e Veneto: Valente indaffarato tra Torino e Cesuna e Calandri che nella casa di via Carlo Alberto conserva molti ricordi di giorni lontani trascorsi tra montagne amiche. Il legame tra le due regioni continua quest'estate e si rafforza con una mostra sull'opera grafica di Felice Casorati, figura fondamentale per l'arte e la cultura piemontesi del Novecento, i cui rapporti con la realtà del Veneto rimasero la costante di tutta una vita: dalla giovinezza quando vi abitò con la famiglia a seguito del padre ufficiale, agli anni dell'Università di Padova dove si laureò in giurisprudenza, la prima Biennale nel 1907 col ritratto della sorella Elvira, le due successive e, dopo un periodo napoletano, il trasferimento a Verona, i fitti contatti con Venezia. Di tutto questo, ma anche delle esposizioni nelle silenziose salette di Ca' Pesaro con Martini, Garbari, Rossi, Semeghini, Moggioli e delle altre Biennali veneziane fino alla sua ultima del '62, si parla col figlio Francesco e col critico Giorgio Trentin che ha curato la presentazione al catalogo della mostra di Cesuna e che di Felice Casorati fu grande amico. Se ne parla sostando davanti alle 56 opere esposte, eseguite nell'arco di tempo compreso tra il 1907 e il 1963 con le tecniche più disparate. •Mio padre — spiega Francesco Casorati — non seguiva le regole degli incisori di professione che considerava una setta con dogmi per lui troppo rigidi. Ricercava piuttosto un effetto pittorico e per ottenerlo si serviva di qualsiasi materiale, un pezzo di grondaia, una mattonella in cotto, una tavoletta già dipinta. Usava anche molto il gesso che è un supporto non da incisione, povero e improvvisato. Io ricordo un torchietto In studio e uno a Pavarolo dove stampava quando eravamo sfollati in tempo di guerra. Neppure per la carta si poneva problemi: andavan bene quella assorbente, la spolvero, la velina. Difficilmente faceva vere e proprie tirature: di alcune opere esistono non più di due o tre copie. La grafica allora non aveva molto commercio e mio padre la viveva come passatempo e personale sperimentazione.. / risultati di quei giochi grafici, di quel divertimentoricerca sono insieme sorprendenti e commoventi: dal volto di vecchia dalle rughe color seppia all'abbraccio di due figurine filiformi, acquaforte e acquatinta su zinco stampata con inchiostro nero su carta assorbente. E ancora lo sguardo lontano del .roifo di donna e la luna', la sagoma scura del Rabbino, il -frateccn sfondo di arcate e piastrelle prospettiche, il -Nudo di schena e colonne- dai contrasti morbidamente graffiati, un'ossidazioiic. una xilografia, una gipsografia in cui il segno inconfondibile di Casorati sposa ora le dolcezze, ora le asprezze, le bizzarrie dei materiali. Davanti alle opere del maestro incontriamo Mario Rigoni Stern che assaggia il barbera e l'Asiago offerti da Vania Valente e fa si che un'inaugurazione, spesso momento di noia ufficiale, si trasformi in situazione serena, da cui gli intellettualismi sono banditi ed è possibile conversare di grafica e pittura ma anche di vita sull'Altopiano, di caprioli, api, urogalli, larici, abeti. Francesco Tabusso, allievo prediletto di Felice Casorati, sostiene che il suo amico «Pin dal Batoc-, buonanima, pastore della Val di Susa. che con le gallerie non aveva gran dimestichezza perché non capiva se si trattava di negozi o di alloggi, qui nello spazio di Gianfranco Valente si sarebbe trovato bene e l'arte non gli sarebbe sembrata lontana. L'incontro con quella di Casorati sull'Altipiano di Asiago sarà possibile fino al 10 settembre. Maria Giulia Alemanno Mario Rigoni Stem e il figlio di Felice Casorati, Francesco, visitano la mostra di Cesuna