«Solo l'esercito salva gli armeni»

«Solo l'esercito salva gli armeni» Un incontro oggi a Torino sui problemi della regione caucasica «Solo l'esercito salva gli armeni» TORINO — .Lo perestrojka è l'unico mezzo per fare chiarezza all'interno di regioni abitate da più popoli», afferma Bakyar Sivazliyan, professore di lingua armena alla Statale di Milano e cultore di storia armena, 'anche se, fino a questo momento, mi sembra che Gorbaciov non abbia dato risposte precise alle richieste della nostra gente». Sulla questione, Sivazliyan parlerà, questa sera alle 21. all'hotel Concorde, in una serata organizzata dall'Associazione per i diritti civili. Al centro dell'incontro, l'alto Garabagh, la cui popolazione, composta per l'80% di annerii, intende staccarsi dall'Azerbajian, regione nella quale è inserita. 'A Mosca —, prosegue lo studioso — alcuni nostri delegati, comprendendo la difficoltà della questione, si sono detti disposti a non insistere sulla richiesta, formulando altre due proposte: far amministrare il territorio direttamente dalla capitale, oppure daua regione di Stavropol, che è la città nativa di Gorbaciov, vicino al Mar Nero. C'è da sperare che una risposta precisa arrivi presto». Alla comunità armena di Venezia, città in cui il professore abita, «sono giunte infatti notizie secondo cui praticamente l'intero Gharabach è protetto dall'esercito sovietico, e che, più volte al giorno, questi soldati devono intervenire per respingere gruppi di azerbajiani che vorrebbero irrompere nelle zone armene. Non soltanto, ma nella parte meridionale, in alcuni villaggi abitati dall'una e dall'altra etnia, ci sarebbero state incursioni, con vittime e numerosi feriti». Se queste notizie saranno confermate, sarebbe la prima volta che simili inci¬ denti si verificano nelle zone interne dell'Armenia Sovietica. Del Caucaso e della sua suggestione antica parlerà invece la giornalista Ornella Rota, ricordando sia il recente libro sulle leggende del popolo armeno (scritto dallo stesso Sivazliyan) sia un volume apparso da Sonzogno nel '32, «i dodici misteri del Caucaso», di Essad Bey. L'Armenia è una terra da sempre tormentata. Oggi anche l'atteggiamento della diaspora può rappresentare un'incognita. 'Come in ogni movimento di resistenza — spiega Sivazliyan — ci sono scalmanati, elementi incontrollabili, magari anche manovrati da altri Stati, o in contatto con gruppi terroristici. Aggravandosi, o perdurando, le ragioni di esasperazione, chi può essere sicuro che le reazioni degli armeni nel mondo continuino ad esser fatte come finora esclusivamente dì manifestazioni pacifiche e di materiale informativo per l'opinione pubblica internazionale?». Tra questo genere di libri, è di recente uscito «Garabagh», di Herman Vahramian e Setrag Manoukian, editrice Oemme. La stessa casa, che ha sede a Milano, pubblica da tempo i «Documenti di architettura armena», realizzati in collaborazione con l'Accademia delle Scienze dell'Armenia Sovietica e il Politecnico di Milano. In autunno, uscirà la storia del domenicano Giovanni Battista Boetti, il quale, partito giovanissimo, a fine '700, dalla nativa Casale Monferrato, trascorse l'intera vita in Medio Oriente, soprattutto nel Caucaso. Un personaggio leggendario, che per qualche aspetto può anche ricordare Lawrence d'Arabia.

Persone citate: Del Caucaso, Giovanni Battista, Gorbaciov, Herman Vahramian, Lawrence D'arabia, Ornella Rota, Setrag Manoukian, Sonzogno