Baj dei serpenti

Baj dei serpenti «METAMORFOSI» IN MOSTRA A VIAREGGIO Baj dei serpenti VIAREGGIO — Pittura e poesia- è il tema su cui si gioca quest'anno la manifestazione artistica legata al premio letterario. La mostra. Metamorfosi, metafore, appena aperta a Villa Borbone (fino al 31 luglio) presenta 45 dipinti acrilici su tela eseguiti per l'occasione da Enrico Baj. A introdurli ci sono una cinquantina di incisioni. I quadri si dipanano come tante favole colorate nelle piccole sale. Strani volti, forme umane e animali che si fondono le une nelle altre, mani che diventano becchi, pubi che si trasformano in nasi, sessi che diventano facce. E ancora: occhi fatti con orologi, ciuffi e capelli di cordoni e velluti, vestiti di madreperla, decorazioni di tappi e bottoni. Collages assemblaggi si inseriscono nei colori accesi o delicati. Gli effetti, di grande originalità. Un ciclo attuale, ma ricco di citazioni artistiche e riminiscenze letterarie. Intitolate • Metamorfosi, spiega Baj, perché sono forme che si trasformano continuamente in altre. Metafore per le allusioni mitologiche-. Pittura e poesia sono unite secondo l'antica formula oraziana -ut pìetura poesis- con cui il pittore intitola anche il suo saggio in catalogo (ed. D Fiorino). Cosi, se nelle forme estrose passiamo da Piero della Francesca a Picasso, da Gauguin a Picabia (l'autore preferito), da El Greco ai surrealisti, dall'arte classica ai fumetti a opere del pittore stesso, non meno complessi sono i significati poetici, n ciclo, anche se non legato da una trama, nasce quasi in simbiosi con un poemetto dello stesso titolo, di Giovanni Giudici, in catalogo. Ma è nato prima il poemet- to o le opere? •Prima le opere. Poi Giudici, mio amico, si è ispirato e ha comix>sto le poesia da cui io Ivo tratto, semplificandoli, i titoli dei singoli quadri'. Ecco dunque I terrestri in cielo, dominati da un nudo classico a cavallo di un mitico animale. Il ghigno del pube con grotteschi faccioni cubisti a due nasi, sei ocelli, due bocche, braccia a forma di uccello. La faccia di Priapo che evoca coi suoi serpenti persino il Laocoonte. E quel bellissimo Nel mucchio, una specie di inferno dantesco. O Le metamorfosi che ripropongono un'inquieta e simpatica Venere botticelliana. E altri ancora, ciascuno col suo fascino. n connubio pittura-poesia è del resto quello dei libri d'artista, ur. genere sviluppato in Francia e in Europa all'inizio del secolo, ma che in Italia è attecchito poco. Per questo Baj, che ne è uno dei rari sostenitori, presenta in questa occasione quarantacinque incisioni eseguite recentemente per il Paradiso perduto di Milton e cinque acqueforti per il Saluz di Giudici. «// nostro, dice . è un Paese di eccellenti stampatori, da Borioni agli attuali Mardersteig. Maestri. Upiglio. Ma il libro d'arte, quell'oggetto sui generis che coinv>olge stampa, incisione, il pregio della legatura e della carta fatta a mano, è quasi ignorato-. Baj ha collaborato a ventisette di questi libri. I suoi legami con la letteratura risalgono ad anni lontani. Nell'intensa attività, cominciata nel '38 a quattordici anni, continuata a Brera, contemporaneamente a una laurea in lefrge. è passato attraverso le più varie esperienze tecniche e culturali: dall'avanguardia a Picasso nel 1947. alle tele «nucleari» (.// nucleare-, un movimento da lui -crealo nel 1951) al collage nel 1955. agli specchi spezzati nel '60, agli intarsi di legno sino all'uso di diversi materiali come cordoni, frange, medaglie. Ma sin dall'inizio il sodalizio con la poesia è forte. Nel '53 illustra il De rerum natura di Lucrezio con 36 acqueforti, pubblicate cinque anni dopo per mancanza di editore. Più tardi con amici scrittori e poeti, tra cui Calvino. Volponi, Bréton. rivisita Tacito. Marziale, Borges e altri autori, sino ai libri d'arte degli Anni 60 e 70 editi da Schwarz e Berggruen. • La pittura moderna, dice, che non è celebrativa né descrittiva, ma astratta, immaginativa e visionaria, evoca non fatti e riproduzione del reale, bensì intuizioni poetiche-. Cosi anche la sua ultima. • un compendio di circa quarantanni di lavoro-, nasce da sogni, invenzioni, visioni fusi con l'attualità. Maurizia Tazartes Baj: «Chiome e comete» (parti

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