Il pm non potrà più arrestare di Cesare Martinetti

Il pm non potrà più arrestare Approvata dalla Camera la legge che anticipa il nuovo codice di procedura penale Il pm non potrà più arrestare Spetterà al giudice istruttore emettere gli ordini di cattura su richiesta del procuratore della Repubblica - Carcerazione preventiva ridotta - Il progetto passa ora all'esame del Senato ROMA — n pubblico ministero non potrà più arrestare. E' una modifica non da poco quella che la commissione Giustizia della Camera ha approvato ieri. Mercoledì prossimo il Senato dovrebbe dire un sì definitivo e la giustizia in Italia cambierà faccia. Niente più manette facili, ma carcerazione preventiva ridotta, tempi di attesa dei processi non per questo semplificati, ma certo alleviati per il fatto che resterà in prigione solo colui per il quale gli indizi di colpevolezza sono davvero gravi e motivati. La legge porta il titolo di nuova disciplina sulla libertà personale. Ma in realtà è un forte e sostanzioso anticipo del nuovo codice di procedura penale al quale si sta lavorando da anni e che entro l'88 dovrebbe essere approvato dalle Camere. In breve, la nuova disciplina prevede che il pubblico ministero non possa più emettere ordini di cattura, ma soltanto proporre al giudice istruttore la restrizione della libertà nei confronti degli imputati. E' questo un elemento di garanzia in più, dal momento che il giudice è un giudice, mentre il pubblico ministero è il magistrato a cui la legge affida il compito di accusare. Inoltre è stata cancellata l'obbligatorietà del mandato di cattura, eliminata la discrezionalità della libertà provvisoria, si possono arrestare solo coloro che sono imputati di reati che prevedono una pena non inferiore ai tre anni di carcere. Nei casi di eccezionale gravità il pubblico ministero potrà emettere un ordine di arresto che è però definito «provvisorio» e che dovrà co¬ munque essere convalidato dal giudice entro otto giorni. E' previsto l'obbligo di scarcerazione per qualunque imputato quando non sussistano gravi e fondati pericoli di fuga. Una mutazione non solo culturale, ma di sostanza. Per esempio, all'articolo 12 (condizioni generali per l'emissione di ordini o mandati) si legge: «...è necessario che a carico di colui nei cui confronti il provvedimento viene emesso esistano indizi gravi di colpevolezza». Non più, dunque, soltanto «indizi sufficienti» che possono servire tutt'al più a giustificare un ordine di accompagnamento. Si dice inoltre nella nuova legge che «il mandato di cattura può essere emesso soltanto quando sussistono inderogabili e concrete esigenze di tutela dell'acquisizione di specifiche fonti di prova ovvero quando l'imputato si è dato alla fuga oviè concreto pericolo che si dia alla fuga», n giudice potrà decidere per la cattura anche quando, «per la pericolosità dell'imputato desunta dalla sua personalità e dalle circostanze del fatto, sussistono esigenze di tutela della collettività». La nuova legge prevede poi ■che non obbligatoriamente chi viene arrestato debba finire in carcere: «Il giudice dispone che l'imputato, in luogo di essere custodito in carcere, rimanga in stato di arresto nella propria abitazione, in altro luogo di privata dimora o in un luogo pubblico di cura e di assistenza, quando tale misura appare sufficiente a salvaguardare le esigenze che hanno deter¬ minato l'emissione del provvedimento». Infine, quando sono venute meno le esigenze previste dai diversi articoli precedenti, anche se non prosciolto, «l'imputato deve essere rimesso in libertà». Insomma, per quanto è possibile, dovrà essere una sentenza e non l'attesa di essa a determinare la carcerazione. Il provvedimento avrà effetti molto significativi sulla carcerazione preventiva e sull'affollamento degli istituti di pena. Infatti tuttora si calcola che più della metà dei carcerati sia in attesa di giudizio. La nuova legge, che ha unificato due proposte (psi, pei e sinistra indipendente) e un disegno di legge del guardasigilli Vassalli, è stata approvata all'unanimità. Anche la de (aveva proposto che non fosse il semplice giudice istruttore, ma un «collegio» a decidere la cattura) ha detto sì. Commenti molto positivi da tutti i partiti che sottolineano il «garantismo» delle modifiche che vengono così portate al codice. Cesare Martinetti

Persone citate: Vassalli

Luoghi citati: Italia, Roma