Milano processa il rettore di Francesco Cevasco

Milano processa il rettore Dopo la decisione di escludere dal Politecnico matrìcole non lombarde Milano processa il rettore Il professor Massa: «Situazione d'emergenza, gli studenti si moltiplicano e le strutture da tempo non sono più sufficienti» - Il presidente della Regione Tabacci (de): «Si privilegi il merito d'ingegno, non quello d'anagrafe» • Il vicesindaco pei: «Se si è giunti a questo punto la responsabilità è anche del governo» MILANO — Professore, dica lei, chi può entrare agli atenei? Il «numero chiuso geografico» al Politecnico di Milano (Ingegneria e Architettura) ha già scatenato i goliardi. Ma questa volta a giocare uno scherzo alle matricole è stato il Senato accademico. Dal prossimo anno' le iscrizioni ai corsi di laurea saranno riservate agli studenti lombardi. A meno che le matricole non arrivino da regioni in cui non c'è università. In pratica: da Ingegneria saranno respinti tutti tranne i valdostani. Ad Architettura non saranno accettati: piemontesi, liguri, veneti, toscani, abruzzesi, laziali, campani, calabresi e siciliani. Il rettore del Politecnico, professor Emilio Massa, non ha fatto in tempo a comunicare ufficialmente la decisione del Senato accademico che già è sotto processo. La lista degli accusatori è lunga. Bruno Tabacci, presidente democristiano della Regione Lombardia: legittimo, a fronte di finanziamenti statali, chiudere le porte di un ateneo ad alcuni cittadini italiani e non affrontare il problema attraverso una vera e propria selezione che consenta di preferire il merito di ingegno a quello d'anagrafe? Mentre la Lombardia si apre all'Europa, si chiudono le frontiere ad altre regioni italiane Luigi Corbani, vicesindaco comunista e assessore alla Cultura di Milano: «Un provvedimento contingente dettato dall'emergenza. Il rettore Massa è il primo ad ammetterlo. C'è anche una responsabilità del governo per il ritardo con cui affron ta i problemi della scuola» Mimmo Magistro, segretario regionale dell'Endas Puglia (un'organizzazione culturale di ispirazione pri): « Una forma di razzismo. Bari accetterà anche studenti lombardi che potranno imparare a sentirsi italiani». Paolo Sottili, segretario nazionale della Gioventù liberale: »Il modo più anacronistico e assurdo di porre rimedio al problema del sovraffollamento, ispirato al più gretto campanilismo». Gianni Cuperlo, segretario nazionale della Lega studenti universitari: -, Provvedimenti sostanzialmente repressivi. Un attacco al diritto allo studio». Raoul Mordenti della direzione nazionale di democrazia proletaria: «C'è un elemento etnico di sapore razzista». Maurizio Gasparri, presidente del Fuan (Pronte universitario di azione nazionale): facile prevedere un intervento chiarificatore dell'auto¬ rità giudiziaria». Professor Massa, il capo d'imputazione più pesante è: un provvedimento razzista. Al rettore scappa una risatina: -Ridicolo — risponde —. Chi dice così non ha capito che siamo in una situazione di emergenza. Negli ultimi cinque anni le matricole sono passate da 2500 a 4300 (Ingegneria) e da 2300 a 3100 (Architettura). Se una disgraziatissima mattina in un'aula dove c'è posto per 350 studenti ne entrano 600, qualcuno lascia cadere un fiammifero acceso e ci scappa il morto voglio vedere che si dice. Altro che razzismo. Abbiamo dovuto adottare un provvedimento di emergenza, non discriminatorio. Lo dimostra il fatto che sono esclusi anche i ragazzi di Pavia e Brescia perché hanno la facoltà di ingegneria nella loro città». Si, ma una laurea a Bari, per esempio, non vale una al Politecnico: gli ingegneri che escono dall'università milanese hanno molte più occasioni di lavoro. Le aziende 11 tengono d'occhio per assumerli prima ancora che discutano la test Di qui la seconda accusa: signor rettore, il «numero chiuso geografico» impedirà a qualche studioso giovanotto di diventare un bravo professionista. ^Sarebbe vero se la regolamentazione delle iscrizioni valesse per tutti gli anni del corso — replica Massa —. Invece è in vigore soltanto per il primo anno. Nulla impedisce a uno studente calabrese di incominciare gli studi universitari nella sua città e di passare, il secondo anno, a Milano. Se poi sarà indietro di un esame non faremo certo i fiscali». Come le è venuta in mente questa idea del primo anno no, secondo si? «Ha una logica che sta nei numeri — spiega il rettore —: mentre le iscrizioni hanno continuato ad aumentare, fino ad arrivare al numero record di 7500 per l'anno in corso, i laureati sono diminuiti Adesso siamo a quota 1000 per gli ingegneri e 1050 per gli architetti». Che cosa significa questa apparente contraddizione: più iscritti meno laureati? • Che è alta la percentuale di chi rinuncia strada facendo, soprattutto al primo anno. Chi, dopo aver messo alla prova la propria capacità, attitudine, vocazione vorrà laurearsi al Politecnico non verrà certo rifiutato. E chi rinuncerà subito, avrà pure il vantaggio di non venire a spendere soldi e tempo a Milano». li calcolo del Senato acca¬ demico è che con le limitazioni alle iscrizioni le matricole dovrebbero diminuire di 1000-1200. Si resterà comunque al di sopra di quel tetto (3300 nuovi iscritti) considerato la soglia di sopportazione del Politecnico. Altra accusa: il «numero chiuso geografico» è anticostituzionale perché limita il diritto di studio a una parte dei cittadini italiani. «Se questo è vero lo dirà la Corte Costituzionale — taglia corto il rettore —. Mi stupirebbe molto, però. Lo spirito che sta alla base del nostro provvedimento coincide con l'orientamento del Parlamento: creare per l'università i bacini di utenza regionali. Non è questo che limita il diritto allo studio, ma avere strutture che non sopportano il peso di tante iscrizioni*. Ma basterà che uno degli esclusi faccia ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) e ottenga l'iscrizione d'ufficio per far saltare tutto il meccanismo. «72 Tar ha delle riserve sul numero chiuso. Noi non stabiliamo un tetto alle iscrizioni, ma le regolamentiamo. Non ci saranno problemi — prevede il rettore —. Anche gli studenti sono contrari al numero chiuso. Ma i loro rappresentanti al Politecnico non hanno fatto obiezióni al provvedimento». Il processo è finito. Massa ha trovato un solo (tiepido) difensore, Umberto Bossi, senatore della Lega lombarda: »Il nostro giudizio politico è positivo. E' come per il problema dell'immigrazione. Anziché chiamare gente a lavorare al Nord, facciamo in modo che trovino lavoro al loro paese». Francesco Cevasco