L'incendio di San Bernardino nel'17 tra storia e leggenda di Beppe Minello

L'incendio di San Bernardino nel '17, tra storia e leggenda L'incendio di San Bernardino nel '17, tra storia e leggenda Il convento dei frati di Borgo S. Paolo, bruciato due settimane fa, è al centro della solidarietà del quartiere Padre Giuliano ricorda il lontano episodio di violenza: «Credevano ci fosse il pane, non era vero» Sono rimasti in quattro, 1 più giovani e disponibili, a presidiare il convento di San Bernardino, in Borgo San Paolo, compromesso dal rogo di due settimane fa e totalmente inagibile. Padre Mario, il parroco, prostrato dal disastro, è stato convinto a prendersi un po' di riposo e per alcune settimane starà a Pratorotondo, nella casa alpina sopra Acceglio (Cn), dove ogni estate vengono accolte decine di giovani del quartiere. Gli anziani frati, alcuni non più autosufficienti, già ospiti dell'infermeria, sono al convento di Orta. Mai come in questi giorni, però, i frati di San Bernardino hanno potuto toccare con mano la solidarietà della gente del quartiere e non solo la loro. Il suono del campanello dell'ufficio parrocchiale, l'unico che si è potuto ripristinare, spezza, e più volte nel corso della giornata, il silenzio del chiostro. «Sono cittadini, molti gli sconosciuti, che vengono a portarci offerte per riparare i danni provocati dalle fiamme», dice padre Giuliano, corpulento viceparroco nato e cresciuto in Borgo San Paolo, davanti al quadernetto con la copertina a strisce bianconere sul quale, diligentemente, ha annotato ogni «visita». Qualcuno preferisce scrivere: «Un bambino ha inviato 10mila lire e il denaro era accompagnato da un biglietto "Per la mia chiesa". Un anonimo ci ha scritto addirittura da Firenze: "Per la ricostruzione del vostro convento". E' molto bello e incredibile...». Sorride padre Giuliano quando gli si rammenta un altro incendio, molto più rovinoso di quello di due settimane fa: «Era il 1917. vero? Altri tempi, altre passioni..... Era il 23 agosto, un giovedì, c'era la guerra, erano già scoppiati i fermenti rivoluzionari in Russia, e le strade di Torino, soprattutto nei borghi operai, conobbero la rivolta dei cittadini esasperati dalla mancanza di pane. Il convento di San Bernardino venne assaltato dalla folla convinta che nei sotterranei (là dove, oggi, c'è la sala del Teatro Araldo) ci fosse un deposito di viveri. In realtà, il deposito c'era, ma era della Sanità militare e custodiva solo medicinali e bende. L'assalto si trasformò in vandalismo e il convento fu incendiato. Perché tanta violenza? «L'anno precedente — scrive lo storico Paolo Spriano nel suo "Torino operaia nella grande guerra" — aveva destato grande emozione nel quartiere il fatto che due ragazzi, entrati nell'orto del convento per rubare frutta, fossero stati percossi dai frati i quali, scriveva Gramsci, li hanno sfregiati tracciando loro sul cranio il segno della Croce». «Gli hanno fatto quell'affare die hanno i frati sulla testa, la "cirià"». racconta Germinale, anziano operaio del Borgo cosi soprannominatosi, mediando il nome dalla Rivoluzione francese e la cui testimonianza venne raccolta nel 1977. «Non credo a quell'episodio dei ragazzi», sorride padre Giuliano e cita un'altra fonte di quei fatti di 71 anni fa. E' tota Borgna, la signorina Borgna, una maestra di Borgo San Paolo, che con pignoleria annotava, ogni giorno, su un quaderno, i fatti del suo quartiere: «Non fa il minimo accenno a quell'episodio ed è ancora lei ad escludere che sotto il convento ci fossero viveri». Per Germinale, invece, la cui colorita cronaca è tutta tesa a dimostrare la volontà rivoluzionaria del quartiere, i ragazzi puniti dai frati erano addirittura quattro e di uno di questi fa anche il nome: «Leonida Cavallo, figlio di socialisti di avanguardia». Sempre Germinale ricorda la canzoncina che, dopo quell'infuocata estate, si cantava nel Borgo: «I fra ad san Bernardin a l'an posala bruta, a l'an daie feu a la butega, a l'an faie la barba e la pruca: din. don, dan, tut perchè ai mancava 'l pan». Beppe Minello Il tettò «lei cumento è sialo devastato dalle fiamme

Persone citate: Borgna, Germinale, Gramsci, Leonida Cavallo, Orta, Padre Mario, Paolo Spriano

Luoghi citati: Acceglio, Borgo S. Paolo, Borgo San Paolo, Firenze, Russia, Torino