Montedison «Chiudere 6 mesi è chiudere per sempre di Sandro Chiaramonti

Una «nube» nel destino dell'Acna Mentre a Roma si decide se chiudere, a Cengio una perdita di acido solforico Una «nube» nel destino dell'Acna Per un'ora l'anidride ha invaso la Val Bormida - Nessun intossicato, ma c'è tensione nei paesi contrari alla fabbrica Montedison: «Chiudere 6 mesi è chiudere per sempre » . ROMA — n ministro per l'Ambiente Giorgio Ruffolo è rimasto 'Sbalordito, dalla fuga di anidride solforosa avvenuta ieri allo stabilimento della Acna, di proprietà della Montedison. L'incidente — ha detto — «giustifica» ancora di più la chiusura cautelativa delia fabbrica che egli ha richiesto. ; Ma il ministro dell'Industria Adolfo Battaglia, che deve firmare anche lui il decreto per la chiusura, ha preso tempo ieri dopo aver ascoltato per tutta la mattinata i rappresentanti dell'Acna e dell'Unione industriali di Savona. Questi hanno definito «irrazionale» il provvedimento di Ruffolo perché secondo loro costringerebbe l'azienda a chiudere definitivamente, con gravi conseguenze sull'economia Nonostante l'apparente riluttanza del ministro Battaglia a firmare il decreto, la pressione per un'immediata chiusura dello stabilimento è molto aumentata ieri negli ambienti politici, specie dopo le prime notizie sulla «nube irritativa-. Oltre ai verdi, demoproletari, radicali e comunisti — che da tempo denunciavano la pericolosità della fabbrica — anche i democristiani chiedono ora • l'immediata sospensione in via cautelativa e temporalmente limitata dell'attività'. ; Pierluigi Diaz, consigliere de 11'Acna, ribatte: «Una chiusura di 6 mesi come chiede Ruffolo o anche di solo 3 mesi equivale ad una chiusura per sempre. L'Acna ha delle scadenze molto precise, legate ai cicli produttivi delle aziende a cui fornisce prodotti organici intermedi. Se si toglie dal mercato anche per poco tempo, i clienti si rivolgeranno ad altri fornitori'. Durante i colloqui con il ministro Battaglia, Diaz ha anche sottolineato le ripercussioni che la chiusura avrebbe sull'occupazione. • Abb.amo 800 dipendenti che Si troverebbero disoccupati, sema contare altre 400 persone che lavorano nell'indotto. E si tratta di una zona dove non esistono alternative di reddito'. Il ministro Ruffolo ha risposto: .A nessuno piace chiudere stabilimenti e non è certo uno sport che pratico con disinvoltura. Ma non avevo altra scelta, per evitare ulteriori danni all'ambiente. La Montedison avrà le sue ragioni, ma noi abbiamo le nostre,. L'Acna è leader nel settore dei prodotti organici intermedi che servono per la produzione di coloranti, pigmenti, prodotti farmaceutici, antiparassitari, aromi e fragranze. L'85 per cento del suo fatturato (190 miliardi) è legato all'esportazione. Da anni l'Acna veniva indicata come una delle fabbriche più inquinanti della Val Bormida. I dirigenti dell'azienda affermano che in risposta a queste preoccupazioni sono stati fatti investimenti per ridurre la pericolosità dello stabilimento: 47 miliardi sono già stati spesi e 60 sono stati preventivati'. «L Acna di oggi non è l'Acna. di una volta. L'azienda è assolutamente in regola con la legge e abbiamo l'impressione che venga colpita ora per una situazione che non esiste più; ha detto ieri Luciano Pasquale, direttore dell'Unione industriale di Savona, uscendo dal colloquio col ministro Battaglia. «Lo chiusura sarebbe un errore madornale'. L'inquinamento industria¬ le ha trasformato l'intera Val Bormida in una «zona a rischio» e il governo deve mettere a punto un plano di risanamento che è però in grave ritardo e che secondo il ministro Ruffolo sarà pronto in ottobre. In attesa del piano, il ministro aveva istituito una commissione per esaminare il caso dell' Acna. che sembrava il più urgente. Ruffolo assicura che la sua decisione di presentare il decreto per la chiusura dello stabilimento, che dovrà essere firmato non solo dal ministro Battaglia ma anche dal ministro Donat-Cattin (Sanità), è stata presa in base ai risultati del lavoro della commissione. Il ministro avrebbe potuto prendere il provvedimento da solo, senza chiedere il concerto degli altri due ministri interessati. «Afa non me la sono sentita di farlo. E' un caso molto delicato e il concerto mi sembra indispensabile. Voglio anche sentire i sindacati e le autorità locali prima di rendere definitivo il provvedimento'. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto ieri l'immediata apertura di un negoziato con i rappresentanti dell'Acna. In un comunicato diffuso ieri si legge che il tavolo negoziale servirà per concordare un preciso programma di interventi e per «chiamare la Montedison a far fronte alle proprie responsabilità'. Il ministro ha smentito «sdegnosamente» chi lo accusava ieri di aver agito in maniera avventata alle pressioni del momento. 'Questa è un'interpretazione di comodo. Io mi assumo le mie responsabilità. Vorrei che la Montedison facesse lo stesso con i suoi impiantir. Ruffolo si è incontrato questa settimana con il presidente della Montedison Raul Gardini per gettare le basi di una politica ambientale nel settore della chimica. Un nuovo incontro è previsto per i prossimi giorni. •Siamo ambedue d'accordo che è venuto il momento di porre il problema in termini radicali'. Ma il ministro ha aggiunto di aver -evitato- di parlare con Gardini dei casi specifici di Farmoplant e di Acna. Andrea di Robilant II sindacato si ribella: «Presidiamo » DAL NOSTRO INVIATO CENCIO — Prima una nube tossica, uscita per almeno un'ora dal camino principale del reparto •Oleum», poi la notizia, di fonte sindacale, che il ministro per l'Ambiente Ruffolo vuole la chiusura cautelativa della fabbrica, infine la conferma che la decisione è all'esame del ministro dell'Industria Battaglia: per l'Acna di Cengio ancora una giornata di paura e di tensioni, forse una giornata decisiva per il suo destino. E soprattutto c'è la coincidenza dei due fatti, con la parola «boicottaggio» passata di bocca in bocca tra gli operai. Nessuno può confermare, nessuno vuole escludere questa possibilità: nel momento più delicato, quando i ministri (occorrerà anche il si di Donat-Cattin, ministro della Sanità) stanno per decidere la vita o la morte dell'azienda, ecco un episodio che, per il suo rilievo emotivo, può portare l'argomento decisivo a chi vuole l'Acna chiusa. Ieri mattina (verso le 8 secondo l'azienda, verso le 7 secondo la prefettura di Savona), dall'Acna ha iniziato a levarsi una nube di anidride solforosa e anidride solfidrica. Una nube bianca, nauseabonda, che si è subito spostata verso Saliceto, primo Comune piemontese della zona, in provincia di Cuneo. Per ammissione della stessa Acna, la fuoruscita è durata circa un'ora, -il tempo tecnico — spiega Antonio Vigano, capo del personale e numero due dell'Acna — per fermare il reparto "Oleum" senza conseguenze sulla sicurezza degli altri impianti'. La quasi totale assenza di vento, la bassa pressione e il grande caldo hanno reso più evidente e più grave il fenomeno. E se fosse piovuto le conseguenze sarebbero state ben peggiori, perché si sarebbe formato acido solforico. A mano a mano che l'anidride usciva, la nube si spostava verso San Michele, frazione di Saliceto, dove ha oscurato il cielo: le colline non si vedevano più. Qui. e non a Cengio dove molti non si sono neppure accorti di quanto stava accadendo, ci sono stati i problemi maggiori. Il dottor Giorgio Nardini, medico condotto di Saliceto, Camerana e Monesiglio, ha ricevuto una quindicina di chiamate, di gente che accusava disturbi alle prime vie respiratorie, in qualche caso con tosse. Nessuno ha dovuto essere ricoverato, il medico ha solo consigliato di tornare a casa e chiudere le finestre. L'anidride solforosa e quella solfidrica possono provocare, ma solo se respirate direttamente e in quantità rilevante, gravi crisi respiratorie e asmatiche, spasmi bronchiali e polmonari, lesioni di natura ulcerosa alle prime vie respiratorie. All'.Oleum. si produce acido solforico, utilizzato per tutte le lavorazioni dell'Acna (pigmenti e coloranti). C'è un fascio di tubi che serve anche per il raffreddamento: è possibile, secondo i tecnici dell'azienda, che si sia verificata una piccola perdita da una saldatura e che l'acqua sia venuta a contatto con l'anidride, provocando quella fuoruscita che Vigano definisce •superiore alle normali emissioni che avvengono durante la lavorazione'. Su quanto sia accaduto dopo all'Acna, ci sono molti dubbi. Ancora Vigano: .Abbiamo iniziato subito la procedura per bloccare la produzione del reparto, die dura appunto un'ora. Non ci sono state conseguenze né per i lavoratori né per gli impianti, non ci sono stati scoppi o incendi-. L'Acna sostiene di aver avvisato (ma si ignora quando) i Comuni e l'Usi di Carcare, ma di certo non ha allertato, e questa resta la cosa forse più grave, l'apparato della protezione civile: «Aron lo abbiamo ritenuto necessario.. E' stata la gente, più tardi, a chiamare i vigili del fuoco di Savona, che si sono presentati con i loro mezzi ai cancelli dello stabilimento. Fuori qualcuno tra gli operai parla senza mezzi termini di un possibile boicottaggio, dentro sono tutti più cauti ma accettano il dialogo. Il parere di Vigano: -L'Acna è un'azienda solida, uno dei quattro stabilimenti al mondo che hanno questo tipo di produzione. Serviamo fabbriche italiane, statunitensi, giapponesi, dell'Europa occidentale. Noi vogliamo continuare, altri possono ovviamente essere di parere opposto. Quella della nube è senza dubbio una singolare coincidenza, che arriva nel momento più delicato, ma non ho alcun elemento a favore della tesi del boicottaggio. Saranno le inchieste nostre, delle Usi e dei carabinieri a dire perché si è sprigionata la nube-. Il reparto è stato rimodernato circa dieci anni fa. e successivamente adattato alle nuove esigenze tecnologiche. -Ha subito da poco — spiega ancora Vigano — una significativa manutenzione ordinaria. In precedenza all'"Oleum" non c'erano mai stati incidenti-. Molto deciso Bruno Spagnoletti, segretario regionale dei chimici Cgil: -Inviteremo i lavoratori alla massima vigilanza, il Consiglio di fabbrica organizzerà un presidio 24 ore su 24-. E Giancarlo Pinotti. segretario provinciale della Cgil. aggiungo: • Inutile nasconderlo, al boicottaggio abbiamo subito pensato tutti-. Sandro Chiaramonti