Il Papa inafferrabile sui sentieri del Cadore di Marco Tosatti

Il Papa inafferrabile sui sentieri del Cadore Ieri l'ultima escursione, oggi il rientro a Roma Il Papa inafferrabile sui sentieri del Cadore lina stretta vigilanza e percorsi segreti tengono lontano cronisti e turisti LORENZAGO DI CADORE (Belluno) — Il Papa in vacanza e una preda ambita, sui sentieri del Cadore, ma finora nessuno è riuscito a portare a valle il prezioso trofeo, e oggi Giovanni Paolo II riparte per Roma. Con un pensiero di nostalgia per la sua ultima camminata, e la promessa — implicita — di tornare qui Ira un anno, a scaricare le tensioni del suo tremendo incarico nel tuffo ristoratore della natura e della lalica fisica. Ma la «privacy» delle sue lunghe camminate in libertà ha nemici agguerriti. Due consigli di guerra si svolgono ogni mattina, a Lorenzago. a un centinaio di metri l'uno dall'altro. La prima riunione e nella casa vescovile di Mirabello. Il Papa discute con Gildo Tornassi!.., capo dei suoi accompagnatori, su una carta delle migliori escursioni cadorine preparata apposta per lui da Battista Costantini della Guardia Forestale. E' una trattativa difficile fra le guide che consigliano sentieri «facili» e Giovanni Paolo II che indica le cime, e insiste per percorsi impegnativi: «Ma qui. come ci si arriva?... bello, bello». Alla fine si decide in che direzione deve muoversi il piccolo esercito. Contemporaneamente, nel giardino dell'Hotel Verdi, giornalisti e fotografi dibattono: su quale sentiero e montagna andrà oggi Giovanni Paolo II? «Qui ha camminato ieri, non lo ri¬ pete... Là è andato l'anno scorso...-. Infine vengono formate le coppie, assegnate le zone, e a due a due si parte per strade sterrate, sentieri e rifugi. La strada principale e quasi unica di Lorenzago (600 anime. 882 metri sul livello del mare), nercorso obbligato del corteo papale per fuggire dal bunker-rifugio della casa vescovile, si popola di turisti, e personaggi inusuali. Ragazzi in codino e orecchino bighellonano con aria indifferente e preoccupanti rigonfiamenti sotto la camicia. Altri giovanotti scuri di capelli, vestiti inappuntabilmente e con occhiali scuri e sfumatura alta, passeggiano a due a due. Altri parlano con aria noncurante, cercando di non dare nell'occhio, in rice-trasmittenti portatili. Senza contare agenti, carabinieri e finanzieri in divisa, a piedi e in jeep che vanno su e giù per la strada. Passa un'Argenta. Si vede qualcuno con la giacca a vento bianca e il berretto, ma non e il Papa: è una diversione, un giovane agente mascherato nella speranza di attirare volenterosi inseguitori. Infine la caccia si apre. Una «soffiata» porta una còppia su una stretta strada di montagna. Improvvisamente trovano una «Thema. targata Roma, con i vetri blindati, ferma. Non c'è spazio per passare. Ne scendono tre inconfondibili agenti in borghese. Non va più» e la spiegazione. «Non ci crediamo» è la risposta. Reciproche confessioni di identità: ma dovete* aspettare una mezz'ora», dice la forza pubblica. Per quella coppia la caccia è finita, con la consolazione di un bicchiere di vino offerto dagli agenti. In «quota» la battuta prosegue. E qualcuno trova il Papa. A distanza, con l'aiuto del teleobiettivo prestato da un turista, due cronisti montani vedono il lontananza Giovanni Paolo II che. termo ad ammirare i monti, appoggia un libro allerto (il breviario?) sul bastone. Poi riprende il cammino, mentre ad ala attorno a lui avanzano agenti alpinisti, carabinieri scalatori, agenti sciatori. Ancora più vicino. Un'altra pattuglia di inseguitori capita, per caso, sulla coda della comitiva papale. Bloccati. Ma questo basta per sconvolgere i programmi. Giovanni Paolo II avrebbe dovuto mangiare polenta e cervo al rifugio Bajon. I gestori. Dino (comunista) e Lucia (democristiana), sposati da tre giorni (in municipio) e in attesa di un bimbo fra un paio di mesi sono seccatissimi per la mancata visita. Ma la presenza dei cronisti ha messo le ali ai piedi al gruppo pontificio, che supera in tappe forzale il rifugio Ciareido. il Bajon e il Ghiggialo addentrandosi nel folto e facendo perdere le tracce. Marco Tosatti

Persone citate: Battista Costantini, Gildo Tornassi, Giovanni Paolo Ii

Luoghi citati: Belluno, Cadore, Lorenzago Di Cadore, Mirabello, Roma