Caccia al Radon in tutto il Friuli

Caccia al Radon in tutto il Friuli L'ha deciso la Regione, i rilevamenti partiranno da Aviano Caccia al Radon in tutto il Friuli Le autorità americane negano qualsiasi collegamento fra l'inquinamento scoperto e la presenza di armi nucleari nella base - Sarebbe colpa della natura e della sismicità del territorio PORDENONE — Ce un piano per affrontare il problema Radon. L'assessore regionale alla Protezione civile. Giovanni Di Benedetto, ha riferito ieri alla giunta le misure che verranno adottate per scoprire l'origine, l'intensità e la diffusione del gas radioattivo. Sarà avviata un'Indagine capillare in tutta la regione (cominciando da Aviano). per arrivare a tracciare una mappa indicativa sulla percentuale di gas presente al suolo (la Regione ha anche deciso l'acquisto della strumentazione necessaria). In base ai risultali della ricerca verranno messi a punto i provvedimenti successivi. Il sindaco di Aviano, Giovanni Tassan Zanin, e i tecnici regionali intanto hanno già ricevuto dagli ufficiali americani dettagli sull'esito logistico e quantitativo dei rilevamenti e la piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane. Le autorità militari americane, comunque, hanno parlato chiaro: non c'è alcun collegamento credibile tra l'inquinamento da gas radioattivo Radon e la presenza di armi nucleari alla base Usaf di Aviano. Viene accreditata piuttosto l'ipotesi di una causa naturale del fenomeno: la sismicità del territorio. In una nota congiunta, diffusa da autorità americane. Comune di Aviano. Regione e Usi di Pordenone, si afferma che «l'origine più probabile della presenza del Radon è da addebitare alla conformatone geologica del territorio». L'ipotesi sarebbe confermata dalla circostanza che «anche in altri luoghi in cui è comparso lo stesso fenomeno si è registrata la presenza di rilievi montagnosi di origine vulcanica». La spiegazione ha però lasciato perplessi alcuni fisici. ..Noti possiamo motivare l'alta presenza del gas radioattivo ad Amano — ha detto il professor Cesare Roda, presidente dell'osservatorio geofisico sperimentale di Trieste — .ve non accettando l'ipotesi che vi sia una forte concentrazione di materiale radioattivo». Lapidaria Margherita Hack, direttrice dell'osservatorio astronomico di Trieste: «Cosi alte percentuali di gas radioattivo non possono essere provocate da una fuga dal sottosuolo, ma da una innaturale presenza di materiale radioattivo. Ed in una base militare non si può spiegare che con la presenza di bombe». Il maggiore David Lundberg. responsabile per l'ambiente della base pordenonese, ha spiegato ieri che i rilevamenti risalgono a dicembre, gennaio e febbraio scorsi. «Abbiamo raccolto gli elemen ti in nostro possesso e li abbiamo mandati negli Stati Uniti, dot* sono stati elaborati — ha affermato il maggiore Lundberg. Delle misurazioni compiute nell'arco dei tre mesi in dieci edifici della base militare, due hanno segnalato valori inferiori a 4 picocurie (l'indice posto come soglia di rischio dallo stesso ente per la protezione ambientale di Washington) e altre quattro si sono attestate tra i 4 e i 20 picocurie. Tutti i rimanenti rilevamenti hanno denunciato valori superiori a 20 picocurie. In singoli casi sono sfati raggiunti addirittura i 108 picocurie. I responsabili della base americana hanno sottolineato che la situazione è stata subito comunicata al prefetto di Pordenone e al sindaco di Aviano, Giovanni Tassan Zanin. Ma il governo italiano, secondo il maggiore I Lundberg, era stato informato dei dati degli accertamenti già dai primi giorni di giugno. «Perché le autorità italiane hanno taciuto per un mese e mezzo?-. L'interrogativo è stato sollevato dalla Fisascat-Cisl, il sindacato dei dipendenti civili italiani della base, che ha inviato una serie di telegrammi, a cominciare dal presidente del consiglio, chiedendo: «Chiarezza e soprattutto sicurezza». Maria Grazia Raffele

Persone citate: David Lundberg, Giovanni Tassan Zanin, Lundberg, Margherita Hack, Maria Grazia