Attraverso la storia, occhi negli occhi di Renata Pisu

Attraverso la storia, occhi negli occhi A VENEZIA LE IMMAGINI DI UN VIAGGIO SULLE ORME DI MARCO POLO Attraverso la storia, occhi negli occhi Quanti volti ha l'uomo, quante espressioni ne illuminano gli occhi; gli occhi incupiti dal kajal di un bambinetto nepalese di due o tre anni, o gli occhi che sembrano fessure intagliate negli aspri zigomi di una vecchia tibetana; gli occhi sfuggenti di turche velate, gli occhi tondi e neri di ragazze dell'India. E poi occhi di monaci, di mendicanti, di pastori, di camionisti, di sherpa, di tutta la varia umanità che si incontra se ci si avvia passo passo da Venezia per arrivare a Pechino. Migliaia di chilometri, miliardi di occhi, infiniti incroci di sguardi che si imprimono nel ricordo e restano il più prezioso souvenir di viaggio; in questo caso un viaggio di eccezione, la spedizione guidata da Beppe Tenti che ha ripercorso in quindici mesi — non a piedi ma con tre Fiat Panda il che è pur sempre un lento andare rispetto al jet — l'itinerario di Marco Polo. Ma che potrebbe essere, a pensarci bene, qualsiasi viaggio in cui il piacere di andare sia per lo meno pari a quello di arrivare. Della unicità di un viaggio del genere danno testimonianza le foto di Alessandro Savella, il quale lo ha raccontato per immagini raccolte nel volume Verso Oriente della Silvana Editoriale e che sono esposte a Venezia a Palazzo Fortuny. Foto di una spedizione, è vero, tuttavia, come nota Alvise Zorzi nell'introduzione al volume, rispetto alle immagini di luoghi, affascinanti in quanto rivelano una ignota periferia dell'Asia interna e paesaggi che si direbbero fuori del tempo, predominano i volti degli uomini. Libro e mostra non sono però un'antologia di ritratti di sconosciu- ti. di gente dai tratti esotici, piuttosto si presentano come proposta di incontri e di emozioni: ie emozioni che si possono appunto provare incrociando il proprio sguardo con quello altrui, soffermandosi a guardare negli occhi, per cogliere un messaggio in quel mare infinito di volti che si incontra andando lenta¬ mente da Venezia a Pechino. E' tutta terra, il massiccio continente dell'Eurasia; eppure lungo questa immensa distesa c'è sempre gente, sempre occhi che si inseguono per mantenere il collegamento uomo a uomo, come a voler scongiurare il pericolo di perdersi di vista e non riconoscersi più come simili. Si passa una frontiera, e ci si dice addio però il commiato è meno triste se. come diceva un poeta cinese del IX secolo, persiste a lungo la compagnia dello sguardo. Quando tre anni fa parti da Venezia la spedizione di Beppe Tenti, gran parte delle regioni che si dovevano attraversare erano dilaniate da guerre e contrasti, come lo erano settecento anni fa, all'epoca di Marco Polo, come lo sono ancora oggi: la guerra del Golfo tra Iran e Iraq, la guerra afghana, la rivolta dei Sikh nel Punjab. L'obiettivo di Alessandro Savella non ha direttamente documentato nessun episodio di queste tragedie tuttavia se ne scorge traccia sui volti dei profughi con i quali ha incrociato lo sguardo a Quetta. in Pakistan, vicino al confine con l'Afghanistan: è fosca disperazione che comunicano gli occhi di una bambina mutilata alle gambe da una mina, che se ne sta appoggiata alle stampelle, le spalle tutte insaccate. E' un'immagine di oggi alla quale Savella si è accostato per cogliere in ogni sfumatura il messaggio che il soggetto vuole comunicare. Altre foto che ha scattato con la stessa perizia tecnica e la stessa volontà di farsi tramite di sentimenti e emozioni, appaiono invece come emblemi di sogni o situazioni ricorrenti che dal passato più remoto riemergono ai nostri giorni riportando la storia alla contemporaneità. Dice infatti Beppe Tenti che il loro viaggio verso Oriente a volte è stato «come ripercorrere a velocità incredibilmente accelerata il film di tutta la storia dell'umanità^. Renata Pisu Una delle fotografie scattate da Alessandro Savella in Cina

Persone citate: Alessandro Savella, Alvise Zorzi, Beppe Tenti, Fortuny, Savella