Si sono rifugiati in Marocco di Pierangelo Sapegno

Si sono rifugiati in Marocco Sarebbe imminente la cattura degli assassini della skipper Si sono rifugiati in Marocco Il capo della polizia marittima: «Il cerchio sta per chiudersi» -1 tre sarebbero stati traditi da una telefonata in Olanda - Il catamarano ha avuto un guasto e forse è stato abbandonato in Tunisia DAL NOSTRO INVIATO ANCONA — « Questa forse è la volta buona-. Parola di Leonardo Tancredi, il capo della polizia marittima di Ancona: per gli assassini del catamarano -è questione di ore. Sono in Africa, ne abbiamo la convinzione. E c'è di più..... Filippo Di Cristofaro. Diana Beyer e l'amico biondo, il misterioso terzo uomo, scappano ancora nelle acque del Mediterraneo. Ma li hanno visti, forse gli sono addosso. Sono in Marocco, annuncia l'ultima segnalazione. • Hanno avuto un intoppo, magari un guasto, 7nagarì cominciano ad aver paura. Qualcosa, però, gli è andato storto: hanno impiegato sedici giorni per fare settecento miglia. Poi hanno fatto 79 miglia in un mucchio di tempo, troppo tempo». Settecento miglia e 16 giorni portano da Pesaro a San Vito Lo Capo, sulla costa di Trapani dove li avevano visti alla fonda il 26 giugno. E 79 miglia separano invece l'isola di Marettimo da Capo Bon, la punta più a Nord della Tunisia. Sono passati di 11 Filippo e Diana, e sarebbero stati anche segnalati: quanto tempo fa? Una sola cosa ammette ancora Tancredi: -puntano verso Gibilterra, non hanno cambiato rotta. E se la prendono con calma, Da Capo Bon hanno preso verso il Marocco. Gli assassini che fuggono sul catamarano avrebbero finito i soldi, e proprio a Capo Bon li avrebbero spesi per riparare un guasto. E' stata una telefonata a tradirli. Il terzo uomo ha chiamato casa, in Olanda, chiedendo denaro, parecchi soldi. Ormai è passato più di un mese da quando la skipper Annarita Curina è stata ammazzata con una accetta e buttata in fondo al mare. I suoi assassini hanno accumulato un bel vantaggio, hanno percorso l'Italia e poi hanno puntato ancora più a Sud, verso l'Africa: Tunisia, Algeria, Marocco. 'Noi rappresentiamo lo Stato, certe cose non le possiamo fare-, dicono adesso gli inquirenti: «JVon possiamo sorvolare, andar là a controllare, a vedere-. Forse proprio per questo ora non guardano più con sospetto gli amici di Annarita che cercano un altro aereo, tentano un nuovo viaggio, verso il Marocco e la Tunisia. Mauro Filippini, occhialetti rotondi e guance scavate: • Vorremmo ripartire. Ma ci vogliono quindici o venti milioni solo per il bimotore-. Stefano Bersani, maglietta e jeans: -Abbiamo bisogno di soldi, se no non possiamo inseguirli, e sarebbe una grande occasione buttata al vento-. C'è chi confessa addirittura che l'iniziativa sarebbe stata incoraggiata dalla polizia di Gibilterra. Adesso gli amici cominciano a diventare ottimisti: -Non possono più essere lontanissimi-. Eppure gli ultimi testimoni ufficiali portano indietro nei giorni, parecchio indietro. Walter Nardini, chimico milanese, con un laboratorio privato specializzato in brevetti, racconta di averli visti sui moli di Marettimo, nelle Egadi, il 27 e il 28 giugno. Filippo, alto e bruno, camminava abbracciato a un altro tipo «biondo, con i capelli lunghi annodati dietro-. Poi c'era una ragazza che lì seguiva un po' staccata, castana, minuta, sembrava portare a zonzo il cane. Filippo e il terzo uomo, il biondo salito ad Ancona, restarono impressi al signor Nardini: -Mi colpi l'atteggiamento eccessivamente affettuoso-. Lasciarono le Egadi il 29 giugno, salpando dal porticciolo di Marettimo. Da allora, ufficialmente, il catamarano maledetto con l'albero maestro verdino e due bande pure verdine ai fianchi è scomparso nel nulla. Gli in¬ quirenti però sanno che è successo qualcosa. Una falla? Un incidente? Filippo, Diana e il biondo sono stati costretti a rivedere il piano di navigazione, a rinviare una partenza. Tancredi allarga le braccia: -hanno avuto un problema, solo questo possiamo dire Forse, suggerisce qualcuno, hanno dovuto abbandonare il catamarano. n giornale libico Jamurhia ha raccontato di una barca che sarebbe stata trovata abbandonata sulla costa tunisina. Due uomini e una donna sarebbero scesi e l'avrebbero lasciata 11 in fretta e furia. Sono gli assassini di Annarita Curina? Il ministero degli Interni di Tunisi ha smentito: laggiù, hanno detto, -non ne sanno assolutamente nulla-. Il giallo continua. Anche se fra gli inquirenti c'è chi sorride, ostenta sicurezza: «Signori, il cerchio si stringe-. Pierangelo Sapegno

Persone citate: Annarita Curina, Diana Beyer, Filippo Di Cristofaro, Leonardo Tancredi, Mauro Filippini, Nardini, Stefano Bersani, Walter Nardini