Brucia il convento, quartiere bloccato di Beppe Minello

Brucia il convento, quartiere bloccato Paura in Borgo San Paolo, semidistrutti il chiostro e l'infermeria dei frati di San Bernardino Brucia il convento, quartiere bloccato Salvata la vicina chiesa parrocchiale ■ Per tre ore al lavoro 50 vigili del fuoco - Alcuni religiosi infermi soccorsi dai confratelli, dalle suore e dagli abitanti del quartiere, accorsi in massa - L'incendio è divampato poco dopo le 14 in uri sottotetto, forse per un cortocircuito Un rogo improvviso e feroce ha rischiato di spazzare via, ieri poco dopo le 14, la chiesa parrocchiale di San Bernardino e l'annesso convento dei frati minori, cuore religioso e uno dei simboli di Borgo San Paolo. Quando le fiamme, a fatica, sono state domate, uno spettacolo desolante si è aperto davanti agli occhi, lucidi di lacrime per il fumo e per il dolore, di sacerdoti e centinaia di cittadini accorsi da tutto il quartiere: i tetti del convento e dell'annesso chiostro, dov'è ospitata anche l'infermeria-convalescenziarlo, erano un ammasso di travi annerite e tegole infrante. La chiesa, invece, s'era salvata, anche se esistono timori sulla stabilita del muro della sacrestia, letteralmente «cotto» dalle fiamme. Solo il caso ha evitato vittime. Quando è stato dato l'allarme, l'incendio era appena scoppiato nel sottotetto del convento, sul lato che si affaccia verso corso Racconigi. I dieci frati (otto sacerdoti e due fratelli) che costituiscono l'intera Comunità di San Bernardino hanno immediatamente abbandonato le loro celle e sono corsi nell'infermeria per aiutare altri dieci religiosi, di cui quattro non autosufficienti, ad abbandonare i letti. Tutti sono stati trasportati al vicino asilo infantile dove hanno trovato ad accoglierli le suore e numerosi abitanti del quartiere messisi a disposizione per infondere coraggio e sistemare il meglio possibile gli anziani e terrorizzati frati. Solo a questo punto, terminati i soccorsi e scemato l'affanno che, fino a quel momento, aveva tenuto occupati cuore e mente, l'angoscia si è dipinta sul volto dei religiosi. Cosi com'erano stati sorpresi dall'incendio, alcuni in calzoncini corti e cannottiera, altri con le tonache da lavoro, hanno assistito impietriti al lavoro degli oltre 50 vigili del fuoco (sette squadre più un elicottero che, dall'alto, indirizzava gli interventi) impegnati a circoscrivere le fiamme. n più sconvolto era frate Agostino, un laico che da decenni svolge le funzioni di sacrestano della parrocchia, conosciuto da tutti e da tutti amato, che, più volte, ha tentato di rientrare nel con¬ vento. «Afa dove vai? E'pericoloso. Cosa vuol fare?-, lo imploravano 1 fratelli. Di lui, a un certo punto, si è preso cura frate Marcello, uno dei primi a entrare in chiesa per salvare 11 Santissimo. Il parrocco, padre Mario, al secolo Franco Battagliotti, Impegnato a seguire il lavoro dei soccorritori e a fornire loro le chiavi e ogni informazione utile per meglio muoversi nei meandri del convento, è riuscito a sorridere solo quando uno dei vigili gli ha portato la sua tunica. L'ha stretta al petto e, sottovoce, ha rigraziato. Difficile, al momento, stabilire le cause dell'incendio. Forse un cortocircuito o una scintilla scaturita da chissà dove. Il tetto distrutto era stato completamente rifatto nell'ottobre scorso. Ieri, nei sotterranei della scuola annessa al convento e di proprietà del frati dove, al mattino, c'è un centro di Estateragazzi, si lavorava al rifacimento dell'impianto di riscaldamento. «C'erogamo io e un mio operaio — dice Francesco Osella, titolare con il fratello della ditta Edil Termotecnica —, sono risalito in cortile verso le 14,30 per andare ad aprire il cancello dell'oratorio che si affaccia su via San Paolo perché c'era un ca¬ mion di cemento che attendeva di entrare. Ho visto il fumo, sono corso a dare l'allarme e poi mi sono subito preoccupato di chiudere l'impianto del gas-. Quasi contemporaneamente, anche padre Salvatore, 66 anni, l'infermiere, affacciato alla finestra del chiostro, notava la nube scura alzarsi dalle tegole e correva a svegliare gli ammalati: •/ primi li ho portati in cortile in braccio-. Padre Renato era nella sua cella: • Ho sentito urla e uno scalpiccio nel corridoio, mi sono affacciato e il corridoio era già pieno di fumo-. Per spegnere completa¬ mente le fiamme, sono occorse quasi tre ore. E mentre i vigili del fuoco erano Impegnati a rimuovere travi e calcinacci che minacciavano di cadere in strada, i vigili urbani chiudevano con transenne il tratto di via San Bernardino che corre accanto al convento: ■ Porrebbero cadere calcinacci su passanti e auto-. La. sistemazione per la notte è stata l'ultima preoccupazione dei frati. Un funzionario del Comune ha provato a chiedere loro se desideravano andare in albergo. -Grazie, ma abbiamo i nostri conventi-, ha risposto padre Mario. Beppe Minello Dieci autopompe dei vigili del fuoco, coordinate da un elicottero, hanno lottato a lungo contro le fiamme. Fratel Agostino colto da malore per il fumo

Persone citate: Francesco Osella, Franco Battagliotti, Padre Renato

Luoghi citati: Borgo San Paolo