L'Imi gode un'ottima salute e non pensa al Banconapoli

L'Imi gode un'ottima salute e non pensa al Banconapoli Arcuti presenta i conti '87: la capitalizzazione è salita a 5000 miliardi L'Imi gode un'ottima salute e non pensa al Banconapoli L'utile netto dell'istituto è stato di 296 miliardi, i finanziamenti hanno superato «quota 22.000» ROMA — L'Imi, che capitalizza complessivamente quasi S mila miliardi ed ha conseguito nell'esercizio terminato il 31 marzo 1988 utili netti per 295,6 miliardi, con un incremento di oltre 15 miliardi rispetto all'esercizio precedente, gode di buona salute, ha «notevoli disponibilità, non ha bisogno del capitali dello Stato e deve anzi provvedere ad investire». E' quanto ha dichiarato il presidente dell'istituto. Luigi Arcuti, al termine dell'assemblea in una breve conferenza stampa. Arcuti ha poi in pratica smentito recenti voci che davano per scontato un intervento dell'Imi nel Banco di Napoli, sostenendo che l'istituto da lui presieduto «non è mai stato interessato al riguardo». L'Imi, che muove da una cultura dedicata al credito industriale, guarda tuttavia al futuro e In particolare »alla rimozione delle barriere, all'entrata e allo sviluppo nel settore dei servizi finanziari e alla attenuazione della rìgida segmentazione dell'attività oggi in vigore nel sistema creditizio italiano». Quanto al suo mandato, che l'attuale normativa vuole a tempo indefinito, Arcuti ha dichiarato che molto probabilmente, nell'ambito di una modifica della legge istitutiva dell'Imi, verrebbe introdotto invece un mandato a tempo. Arcuti si è comunque dichiarato soddisfatto per la sua esperienza all'Imi e quanto alla sua permanenza alla testa dell'istituto si è limitato a precisare che esso offre ^ancora interessanti prospettive». L'Imi si è confermato nello scorso esercizio alla guida del comparto del credito mobiliare (detiene una quota del 21,3 per cento del mercato) con 30 mila miliardi di finanziamenti in essere, a valere sui fondi propri e su quelli relativi alle gestioni speciali. I soli finanziamenti in essere sui fondi propri hanno segnato un incremento dell'll per cento, superando i 22 mila miliardi di lire. La provvista a marzo '88 ha raggiunto i 23.700 miliardi di lire con un incremento del 13,2 per cento rispetto al precedente esercizio. A livello di gruppo l'Imi ha chiuso il bilancio con un utile netto di 419 miliardi di lire, inferiore ai 524 miliardi di lire dell'esercizio precedente. La riduzione dei profitti viene attribuita prevalentemente alle difficoltà nella intermediazione titoli. -Significativo — ha detto Arcuti — è stato il risultato conseguito nel rafforzamento patrimoniale del gruppo: capitale e riserve sono, infatti, ammontate ad oltre 4 mila miliardi di lire, mentre, se si assommano i fondi rischi, il risultato raggiunge quasi i cinquemila miliardi di lire». L'assemblea ha anche rinnovato i consiglieri di amministrazione che resteranno in carica per il triennio "88-'91. Nel nuovo consiglio figurano numerosi banchieri, tra cui il presidente dell'Abi Piero Barucci. I nuovi consiglieri sono: Francesco Bignardi. Pietro Bongianino, Adelmo Brustia, Luigi Coccioli. Mario Ercolani, Giuseppe Falcone. Gianstefano Frigerio. Vito Gamberale. Antonio Longo. Roberto Mazzotta, Rino Onofri. Antonio Pedone. Giuliano Segre, Alberto Tomassini, Claudio Varrone, Gianni Zandano, Umberto Zanni e Giuseppe Pasqua (in rappresentanza della direzione generale degli istituti di previdenza). Presidente del collegio sindacale è il direttore generale del ministero del Tesoro. Mario Sarcinelli. r. e. s. Il presidente dell'imi. Luigi Arcuti

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