Robot dal cervello di rospo

Robot dal cervello di rospo Uno scienziato Usa racconta i progressi dei computer «neuronali» Robot dal cervello di rospo Al Centro ricerche Fiat di Torino illustrata una macchina che è in grado di affrontare l'ambiente circostante e adattarvisi - Per arrivare al «cibo» riesce ad aggirare la barriera rappresentata da un campo di repulsione e non si butta rovinosamente sulla «preda» TORINO — Il comportamento di una rana che deve procurarsi del cibo è stato preso a modello per la realizzazione di un robot mobile, basato sulla tecnologia dei computer neuronali. La ricerca è stata condotta negli Stati Uniti presso l'università della California del Sud, dove opera un centro per gli elaboratori di «sesta generazione» diretto da Michel Arbib. Ne ha parlato lo stesso Arbib al Centro Ricerche Fiat di Orbassano a Torino. Professore di informatica, ma specializzato anche in neurobiologia, psicologia e fisiologia, Arbib è uno dei maggiori esperti mondiali della nuova frontiera dell'intelligenza artificiale che studia la possibilità di mettere a punto reti neuronali che dovrebbero simulare il funzionamento del cervello umano ed animale. Gli attuali computer anche più potenti, hanno bisogno di essere programmati per svolgere una precisa operazione e. sebbene siano in grado di compiere calcoli molto complessi, non sono capaci di ..vedere» un oggetto o riconoscere una voce. Il robot mobile costruito dai collaboratiri di Arbib ha come punto di partenza proprio un comportamento animale. La rana studiata nel centro californiano deve raggiungere il cibo di cui ha bisogno per nutrirsi superando una barriera. Nel cervello della rana si mettono in funzione due sottosistemi, uno che vede la barriera, 1' altro che riconosce il cibo. L' ostacolo agisce come fattore di inibizione al desiderio del cibo, che viene però progressivamente rimosso trovando una soluzione ed aggirando quindi la barriera, invece di buttarsi rovinosamente sulla preda. Come dice Arbib, il robot mobile ha nel suo «cervello di rospo» la stessa rappresentazione del mondo dell' animale preso a modello. A differenza degli elaboratori tradizionali e dei sistemi più avanzati di intelligenza artificiale, il robot mobile non è programmato per risolvere il problema di superare barriere, né è pianificata la sua traiettoria per arrivare alla meta. La rete neuronale che ne costituisce il cervello lo mette nella possibilità di gestire l'ostacolo. La barriera crea per il robot un «campo di repulsione», cioè invia dei segnali che vengono recepiti attraverso i vari livelli gerarchici del sistema, fino a completare la raffigurazione del problema e da qui la sua soluzione. In questo modo il robot si misura con l'ambiente circostante e apprende, cioè si costruisce delle esperienze di comportamento.

Persone citate: Arbib, Michel Arbib

Luoghi citati: California, Orbassano, Stati Uniti, Torino