Un partito per Craxi

Un partito per Craxi Oggi a Bologna l'assemblea nazionale Un partito per Craxi Sono più o meno dieci anni — in pratica cioè da quando ne è diventato segretario — che Craxi cerca di riformare il partito socialista, o proclama la necessità di farlo. Di tale necessità egli si farà portavoce ancora una volta oggi, all'Assemblea nazionale che s'inaugura a Bologna a questo scopo, sorvolando peraltro sul dato alquanto paradossale che proprio tale assemblea — che ha preso il posto del vecchio Comitato centrale — era stata a suo tempo concepita come una tappa della costruzione del nuovo psi, del suo «rinnovamento». Evidentemente così non è stato, e ora il discorso ricomincia da capo. 11 discorso, appunto. Ma una cosa sono i discorsi, un'altra la realtà. Nella realtà in tutti questi anni Craxi ha piuttosto mostrato la tendenza a fare a meno del partito, a servirsene solo per lo stretto indispensabile, quasi fosse consapevole che con quel tipo di uomini e di organizzazione, con quella struttura, non si potesse andare troppo lontano. Fino ad oggi, insomma, il rinnovamento del partilo, pur sbandierato spesso a parole, e servito soprattutto a mascherare la sua effettiva messa in mora, almeno parziale. Ne è un esempio fra i molti la delegazione socialista al governo, composta in maggioranza da uomini non di partilo, bensì scelti direttamente dal segretario sulla base di un rapporto personale. Ma non solo. Si può dire che con tutto il suo comportamento Craxi abbia di continuo mirato in questi anni a dissociare la propria immagine da quella del suo partito. Aiutato da una lun ga permanenza alla presi denza del Consiglio, egli ha accuratamente badato a presentarsi come leader nazionale e come uomo di govcr no anziché come capo partilo. Con il psi, anzi, egli non ha mancato di usare più d una volta toni ammonitori minacciando di far pulizia a colpi di scopa. Questa linea ha pagato. Ma per l'appunto i successi del partilo sociali sta sono stati fino ad oggi i successi di Craxi, della sua immagine, così come la poli tica del psi è stata cssenzial mente la politica da lui deci sa e voluta. Sempre più numeroso l'elettorato ha votato socialista, ma sempre più spesso nonostante il partito che porta quel nome i perché desiderava, più eh altro, esprimere il proprio appoggio a ciò che il segre tario e non il partito rappre sentava. Per fare risaltare meglio la propria immagine solitaria, e al fine di allontanarla per cosi dire da quella del partito, Craxi ha pratica mente decapitato quest'ulti mo. Al centro del psi c'è da tempo solo lui: la direzione è un puro orpello istituzionale, e l'Assemblea naziona le che oggi e domani fingerà di discutere di politica nient'altro che una variopin la corte di clienti, di perso naggi di scena, di innocui intellettuali, che non conta letteralmente nulla. La pe riodica tensione dei rapport tra Craxi e Martelli — il v ecsegretario che con la sua ricorrente propensione a un movimentismo aggressivo si e trovato di fatto, e magari del tutto inconsapevolmente, a delincare un embrione di strategia di partito con un relativo ruolo per il me desimo — esprime assai bc ne questa volontà di decapi lozione assoluta del centro che anima Craxi. Le propen sioni di Martelli sono state puntualmente annullate frenate. L'ideale di Craxi il partito socialista di un uo mo solo. Un partito socialista in quanto tale, più o meno pomctdfczaorbupins propriamente detto, esiste oggi solo in periferia, ma come conglomerato di feudi di cui gli aspiranti titolari lottano fra loro per fregiarsi dell'investitura del capo e, forti di tale investitura, partirsi il potere locale. Un decennio di craxismo passato su questo partito come acqua sul marmo, senza lasciare traccia o quasi, anzi aggravandone i tratti oligarchico-rissaioli e la voracità lottizzatrice. E' probabile che Craxi non ami di un amore particolare questo partito — ad eclissare la cui immagine sul piano nazionale è stata rivolta tutta la sua azione — ma di esso egli non può fare a meno. Ne ha isogno al momento delle elezioni, quando è necessario fare il pieno dei voti (e nchc quelli clientelali sono benvenuti) e perché se da Como a Caltanissctta si tratta di nominare centinaia di presidenti di Centrali del latte, di Usi, di Consorzi montani e di Aziende di trasporto, non è certo Via del Corso che se ne può occupa- E' arduo immaginare come sia possibile promuovere crinnovamento» di questo partito. Le sue sezioni sono chiuse o deserte, il dibattito politico vi è assente per l'universale e rituale consenso (magari solo di facciata) alle decisioni del centro, vi dominano i signori delle tessere con i loro pacchetti preconfezionati di voti fino al punto che per un estraneo può essere difficile perfino iscriversi. Per quale mai ragione, per fare che cosa, una persona disinteressata e animata dalle migliori intenzioni dovrebbe del resto iscriversi a questo psi? E tuttavia senza donne e uomini nuovi quale (.(rinnovamento» potrà mai esserci? Il rinnovamento potrebbe forse aversi solo ad una condizione: sciogliendo questo psi e gettandone i tronconi nel magma di un grande progetto che mirasse alla riunificazionc ed alla rifondazione di tutta la' sinistra democratico-socialista. Ma da questo orecchio Craxi ha già mostrato di non volerci assolutamente sentire. Piuttosto che doversela vedere con Marco Pannclla o con qualche Verde di fibra coriacissima, preferisce continuare a fare da arbitro annoiato nelle beghe dei vari Paris Dell'Unto od Ottaviano Colzi. E convocare assemblee nazionali che tra gli osanna d'obbligo al segretario vittorioso lasceranno, c'è da giurarci, il tempo che trovano. E. Galli della Loggia

Luoghi citati: Bologna, Caltanissctta, Como