Sullo yacht un delitto annunciato

Sullo yacht un delitto annunciato L'assassinio della skipper era stato deciso prima della partenza Sullo yacht un delitto annunciato L'omicidio non era stato ancora scoperto e a Porto San Giorgio un misterioso olandese già «sapeva» - Chi è la donna che ha telefonato ai familiari della vittima? - Forse interessati alle indagini anche i servizi segreti □AL NOSTRO INVIATO PORTO SAN GIORGIO (Ascoli) — Il ragazzo lo vide da dietro il gabbiotto, quando alzò gli occhi quel signore stava in piedi davanti a lui e gli indicava le barche che dondolavano alla fonda: «Dove sono i padroni del catamarano?», chiese. Il ragazzo rispose che non ci aveva fatto caso. «Ci devono essere due giovani, lui alto e bruno, lei è olandese, piccolina-, disse il signore. «Forse ce n'è un altro assieme a loro, biondo, con un cane lupo-. Il ragazzo scuote la testa. "Mi dispiace, non li Ito visti». E' la mattina dell'll giugno, Annarita Curina è stata ammazzata e buttata in fondo al mare da appena un giorno e sulla darsena di Porto San Giorgio questo signore non troppo alto, elegante, bruno, abbronzatissimo, sa che l'omicidio è già avvenuto, e che proprio li. al porticciolo. deve arrivare il terzo uomo, «l'olandese» come l'hanno battezzato i giornali. A lui, all'olandese, Filippo Di Cristofaro ha telefonato la sera prima, due ore dopo il delitto, da Ancona, una chiamata lunghissima per fissare l'appuntamento. E l'olandese arriva, alle 16 dell'll giugno, forse da Rimini, forse da Milano: il tassista se lo ricorda bene per quel cagnaccio maledetto che non voleva salire, lo tiravano e lui continuava ad abbaiare e ringhiare vicino alla portiera; e se li ricorda pure lui e quell'altro, lo spilungone con i capelli da marines. che si misero a parlare in una lingua che sembrava ostrogoto. -Olandese», disse al giudice. Perché, lei conosce l'olandese? -No, ma l'ho letto sui giornali che era olandese». Il terzo uomo, in realtà, parla forse olandese, ma di sicuro l'inglese e l'italiano, senza inflessioni straniere. E arriva all'appuntamento di Porto San Giorgio da una città del Nord Italia, non dall'Olanda. Un signore milanese ci chiacchiera insieme durante la sosta di Reggio Calabria, guarda il catamarano e non riesce a trattenersi: «Ehi. bella barca...» E il biondo, spaparanzato in coperta a godersi il sole, in perfetto italiano: «Vieni a vederla, allora». Strano comportamento per uno che porta eroina in giro per il mondo. Anche Filippo invita tutti sul suo gioiellino, come lo chiama sorridendo con quella sua aria da spaccone. Pure qui a Porto San Giorgio, torna alla darsena da una passeggiata, vede un tipo incuriosito, e lui avvinghiato alla Diana: -Ti piace? Vieni, vieni, te Io faccio vedere: va che è un piacere». L'altro s'intimidisce, non ha le scarpe di gomma, dice, non sa se può entrare. Ma no ma no. Filippo sembra un amicone, -entra, guarda, vai sotto coperta, pure-. Bel tipo, gentile e sbruffone. L'assassino che faceva il chierichetto è il primo mistero di questo giallo. Ha una casa a Rimini da due anni, in via Gubbio, sempre la stessa e l'affitto glielo pagano la mamma e la sorella perpetua, perché lui a lavorare manco ci pensa. Però campa, e nemmeno troppo male. Senza dar nell'occhio, mai una volta che finisce per sbaglio in un albergo. E quella casa ci tiene a prenotarla con largo anticipo fino a metà luglio di quest'anno. A Rimini va e viene, qualche affare ce l'ha, ma riesce a nasconderlo Compra una barca, nove milioni: e pure stavolta i baiocchi li tirano fuori mamma e sorella, fino all'ultima lira. Poi. lui prende e va. direzione Tunisia: ci arriva, e spacca la carena. Te la riparo io. gli dice un greco. E lui: «no, (ascia stare. Passo a riprenderla quando torno». Non c'è problema: parte per la Grecia, e la barca se la ruba, a Patrasso, e che barca: uno yacht di 12 metri clie porta fino a Catania, dove l'abbandona. Che ci farà mai con tutte queste barche, è un altro dei misteri da risolvere. Fra gli inquirenti qualcuno sostiene che -non le rubava per passione o per sognare». Le rubava, invece, -per lavoro»: faceva quello che doveva fare e poi le lasciava: -uno innamorato le avrebbe tenute-. Chissà. Una chiave del giallo potrebbe venire da Rimini, dove viveva nascosto, o da Pesaro, dove forse poteva contare su qualche appoggio. Quando partono. Filippo ha già deciso di uccidere e qualcuno lo doveva sapere, come dimostra il misterioso signore che chiede al guardiano del porticciolo se ha visto l'olandesina e lo spilungone del catamarano: sa benissimo che su quella barca Annarita non viaggia più. Le hanno spaccato la testa con una accetta tirando come a un tronco di legno: un colpo alla nuca, uno dietro l'orecchio, e l'ultimo sopra il collo. Poi l'avvolgono nella coperta, la legano all'ancora e. prima di buttarla giù. un'altra botta squarciando l'addome, per tarla mangiare dai pesci. Due ore dopo, alla banchina di Ancona. Filippo scende e scherza, come se fosse successo inente, sorridendo al pescatore seduto sul molo: -Ehi amico, ti piace la mia barca.'r Diana invece è come paralizzata, ha visto la testa spezzata di Annarita, ed e l'unica volta che non ce la fa ad accompagnare Di Cristofaro. Sta chiusa dentro, per tutto il tempo che Filippo vaga e telefona. Il giorno dopo a Porto San Giorgio s'e già ripresa. Va in giro con l'amico, proprio mentre il signore abbronzato li sta cercando sulla darsena. Poi arriva il terzo uomo alla stazione, una borsa da viaggio e il cane lupo. Filippo lo va a prendere. Riprendono il mare solo ii 13 giugno, perché c'e bonaccia e il cielo e grigio e basso. Nessun problema fino al Golfo di Taranto Qui. Filippo e seduto e sta pescando, e vede un motoscafo bianco che avanza e taglia 1 acqua, e Ini le onde che sfioccano in spume impertinenti c'e qualcuno dalla cabina di pilotaggio che sbraccia. Lui lascia che lo yacht s'afflosci li davanti, storce la bocca: «Where do you come trom?... ringhia in inglese, da dove vieni0 From Pesaro, gli dice quell'altro e comincia a scusarsi, s'era sbagliato, credeva di trovare un'amica su quel catamarano verdino, credeva non ce ne fossero altri cosi. -Non ti conosco», insiste Filippo. E Andrea, lo skipper di Pesaro, riaccende il motore e gira il motoscafo. E' il 19 giugno. Cominciano da quella sera le telefonate ai genitori di Annarita Curina. per tranquillizzarli. Le fa una donna, parlando italiano. Diana Beyer invece parla solo olandese. Ma quanti misteriosi complici ha trovato Filippo sul suo camminò? Forse anche per questo addirittura i servizi segreti pare comincino a interessarsi a questo giallo senza line. Pierangelo Sapegno 10 giugno ore 10,30, partenza da Pesaro 10 giugno ore 18 arrivo ad Ancona 11-12-13 giugno mattino, Porto San Giorgio 13 giugno sera, arrivo a Pescara Fra il 14 e il 18 giugno, Otranto 19 giugno, Golfo di Taranto 26 giugno, San Vito Lo Capo 22 giugno, Reggio Calabria

Persone citate: Annarita Curina, Di Cristofaro, Diana Beyer, Filippo Di Cristofaro, Pierangelo Sapegno