Riunite a Milano le assise del bisturi di Ezio Minetto

Riunite a Milano le assise del bisturi Presenti diecimila chirurghi Riunite a Milano le assise del bisturi Il congresso mondiale ha fatto il punto sulle nuove tecniche MILANO — Riunisci 10.000 chirurghi di ogni parte del mondo, concentrali per qualche giorno in 70 Convegni e tavole rotonde — ciascuna guidata dai 4-5 più prestigiosi nomi della chirurgia mondiale — e, da queste «assise del bisturi., avrai il meglio delle idee, delle esperienze e degli obbiettivi, nonché della più positiva «ricaduta» a beneficio di chi è malato. In questo straordinario impegno culturale — presieduto da G. Pezzuoli e W. Montorsi — è ben riuscito il «1988 Surgical Updating» — 26° Congresso mondiale dell'International College of Surgeons e 1* Settimana mondiale di aggiornamento in Chirurgia — svoltosi nei giorni scorsi a Milano. Un Congresso «stellare» come questo ha forse fuggevolmente sguarnito molte sale operatorie: ma ha fatto il punto universale su tutti i «si», «no» e «forse» della chirurgia d'avanguardia: e non ha mancato di pensare — con l'imminente pubblicazione di 3 volumi «Year Hook» della Raven Press — anche all'informazione-documentazione di ogni specialista. Quali, in sintesi, i punti dell'attuale «stato dell'arte»? 1) La chirurgia d'avanguardia continua a guadagnare nuove frontiere (trapianti, impianti, sostituzioni, innesti, by pass e «correzioni» sino a ieri impensabili); 2) straordinario il progresso nei materiali nuovi (fili di sutura, autosuture, colture di cute e ossa, strumenti e macchine); 3) non poche «vecchie frontiere», un tempo esclusivamente chirurgiche, vengono condivise con le nuove «chirurgie senza bisturi» (palloncini disostruenti, laser, macchine frantumatrici di calcoli etc); 4) il chirurgo non è più soltanto un eccezionale tecnico quanto un operatore ben attento anche alle nuove idee di biologia tissutale e cellulare. Alle conferenze di «Stampa Medica» — organizzate da B. Pieroni e coordinate da S. Angeletti — sono sfilati i massimi esperti, da T. Starzl a N. Shumway, A. Peracchia. L. Donati, G. Pezzuoli, U. Veronesi, G. Sirchia, G. Fava. E. Moreno Gonzales, M. B. Lebowitz. Il futuro ci riserva trapianti di organi digestivi — ha det to T. Starzl, autore di 1700 trapianti di fegato — con sempre maggior apertura ai trapianti di fegato nelle epatiti B croniche in stadio terminale. Il trapianto di pancreas (1157 casi nel mondo) è ormai a punto anche in Europa (Lione Milano). «Non condivido invece l'entusiasmo di al tri — ha detto Starzl — per il trapianto, terribilmente rischioso, di «mezzi fegati» (ciascuno dei due lobi di un fegato a due riceventi)». Lodevolissima la scuola cardiochirurgica italiana, con i suoi 311 trapianti cardiaci in poco più di 2 anni, ha detto N. Shumway, massimo trapiantista di cuore. Dall'immunodepressore «ciclosporina-A» è venuto risuscitato successo in questo campo (80 per cento di sopravvivenza a 1 anno), n futuro dei cuori artificiali? Come trapiantista — ha detto Shumway — vedo grossi problemi di fonti energetiche, valvole e materiali e penso che il cuore artificiale servirà sempre solo come "ponte" di transito o d'attesa per il trapianto». Si parla molto, oggi, di «litotrissia» (disgregazione di «calcoli»), non solo più in campo renale ma biliare. La macchina a ultrasuoni «made in Germany. è da tempo a punto e lavora bene. Non pretendiamo però l'impossibile — ha detto W. Montorsi — ma solo il fattibile. «Secondo l'esperienza di G. Paumgartner e nostra, solo 2 calcolotici (calcoli "trasparenti" di colesterina, non troppo piccoli nè troppo grandi) su 10 possono trarne beneficio: gli altri 8 sono ancor sempre di competenza del bisturi. I portatori asintomatici (non dispepsia, né coliche né ittero) di calcoli biliari? Sono da considerarsi "fauna protetta", da tenere in osservazione ma non subito e sempre da operare». Le pericolose embolie polmonari postchirurgiche? Più che positive le prime esperienze di profilassi con le nuove eparine e con «de fibrotide». Nel «linfedema» — secondo Chang Ti Sheng, T. Donini e C. Campisi — la microchirurgia può far qualcosa in un campo sino ad oggi considerato impossibile. Dalle pionieristiche esperienze di H. C. Grillo — ha detto G. Pezzuoli — è ormai avviata la difficile chirurgia risolutiva della trachea. Al progresso nella chirurgia «critica» dell'esofago (A. Peracchia) hanno contribuito le nuove «suture automatiche». Di fronte ai 70.000 casi annui italiani di infezioni operatorie viene raccomandata la profilassi con ureidopenicilline. Maggior ottimismo per il melano ma (B. Giannotti) se a diagnosi precoce di lesione minima (0,75 mm di spessore). La «dieta mediterra nea» — sono venuti a dir celo proprio gli americani — è considerata, oltreoceano, come salvavita an tiaterosclerotica Ezio Minetto

Luoghi citati: B. Pieroni, Europa, Lione, Milano