Dieci condanne per Stava

Dieci condanne per Stava Trento, sentenza non severa ma individuati i responsabili Dieci condanne per Stava Pene da 2 a 5 anni - Decisa una provvisionale di 23 miliardi alle parti civili - Delusi i parenti delle vittime: «Volevamo giustizia, quei soldi ci offendono, i politici devono dare le dimissioni» DAL NOSTRO INVIATO TRENTO — Trentasette anni e mezzo di carcere distribuiti tra dieci imputati: è il conto della giustizia per una distesa di morti. Dopo 27 ore di camera di consiglio, il tribunale ha emesso la sentenza per il disastro di Stava, per quel fiume di fango che il 19 luglio dell'85 venne giù dai bacini della miniera di Prestavel, si avventò sulla valle trentina facendo 268 vittime. Per il risarcimento, i giudici dichiarano responsabili civili in solido la Provincia autonoma di Trento, la Montedison, l'Imeg. la Snam. la •.Prealpi Mineraria., assegnando alle centinaia di parti civili una provvisionale complessiva di 23 miliardi. Queste le condanne: Alberto Bonetti, amministratore delegato della .Fluormine» e della -Solmine» e dirigente dell'ufficio minerario della Montedison. cinque anni: Vincenzo Campedel. ex direttore della miniera di Prestavel. quattro anni: Aldo Curro Dossi, ex dirigente del distretto minerario della Provincia quattro anni: Fazio Fiorini, che diresse la miniera dal 69 al 73, cinque anni: Antonio Ghirardini, autore dello studio di latUbilità del secondo bacino, cinque anni: Alberto Morandi, direttore dell'impianto di Prestavel dal 73 al 76. tre anni e sei mesi: Giuseppe Lattuca. cui fu affidata la direzione della miniera Uno al 78. due anni e sei me¬ si; Giuliano Perna. ex dirigente del distretto minerario di Trento, due anni e sei mesi: Giulio Rota, amministratore delegato della «Prealpi Mineraria., due anni e sei mesi; Sergio Toscana, direttore generale della • Fluormine., tre anni e sei mesi. Mario Garavana, responsabili dei servizi esterni della miniera a partire dall'81, è assolto per insufficienza di prove; Giuliano Murara, capo dell'ufficio minerario della Provincia di Trento, è assolto con formula piena. Per tutti, le accuse erano quelle di disastro e omicidio plurimo colposo. La somma delle condanne è al disotto di quasi 22 anni delle richieste del pubblico ministero Enrico Cavalieri. E il settore degli imputati, tutti a piede libero, è semivuoto: ad ascoltare le decisioni del tribunale ci sono soltanto Murara. Campedel, Garavana e Curro Dossi. Quando il presidente Marco La Ganga ha finito di leggere il dispositivo, una donna si fa largo tra la folla nell'aula. E' venuta da Milano, per questa sentenza. E' minuta, ha il volto segnato dalla sofferenza. Si guarda attorno come sperduta, cerca qualcuno che la affianchi nell'impeto. «Lo possiamo dire anche qui, davanti ai giudici, che noi non siamo per niente contenti dì questo processo. Tra di noi c'è chi ha perduto la famiglia. Allora mettiamoci a gridare: Si spinge fino al tavolo di fianco al banco degli imputati. E le lacrime miste di dolore e di rabbia le corrono per il viso. Grida: .1 miei figli sono andati a Tesero, in vacanza: sono stati uccisi-. Poi si accascia su una sedia. Accorrono due carabinieri, cercano di confortarla. Nella grande sala formano grappoli altri familiari delle vittime della frana di Stava. Una signora di Reggio Emilia perdette il fratello. 'Era arrivato a Tesero da mezz'ora, doveva restare soltanto tre giorni'. Non ha ancora capito bene il contenuto della sentenza, ma un accesso di sdegno per quel che nel processo non c'era: 'Qui mancano i personaggi politici. Secondo me, quei cosiddetti colletti bianchi dovrebbero lasciare le loro poltrone, dare le dimissioni. Mi pare il minimo die noi possiamo chiedere. E poi, i milioni che ci vogliono dare ci offendono. Noi vogliamo prima di tutto la verità su quella tragedia'. In questo stringersi di parenti delle vittime in fondo all'aula, c'è anche chi ha qualche parola pacata. Un uomo di Tesero dice: «io non cerco la vendetta: mi sono affidato ai giudici'. E un altro: «Più o meno, mi aspettavo che le condanne fossero queste'. L'avvocato Benito Perrone, coordinatore del collegio di legali delle Acli, che raggruppa 240 parti civili, aspetta di vedere il testo del dispositivo, -per fare una valutazione collegiale'. 'Intanto, per me i punti positivi sono la condanna degli imputati e la dichiarazione delle responsabilità civili. Per quanto riguarda le pene, forse avrebbero potuto essere più severe. Ma siamo anche convinti che l'odio non costruisca nulla. Al pubblico ministero il verdetto va «più che bene-. 'L'importanza è avere le condanne. L'entità delle pene è meno importante'. Il rappresentante dell'accusa pensa di non ricorrere in appello. «Con una riserva per l'assoluzione dì Garavana, per la quale mi consulterò con il capo della Procura'. Sarà, semmai, la difesa a presentare ricorso. Per il pubblico ministero, la vicenda giudiziaria della catastro fe di Stava finisce qui. Duecentosessantotto morti, tra i quali il nostro Marzio Fabbri, capo della redazione milanese de «La Stampa», travolto con sette familiari Giuliano Marchesini stava. I primi soccorritori al lavoro sulle rovine lasciate dall'onda di acqua e fango che investì il villaggio dolomitico nel 1985

Luoghi citati: Milano, Reggio Emilia, Tesero, Trento