I mistici dell'oro di Carlo Carena

I mistici dell'oro LA VIRTÙ' DI ZOSIMO ALCHIMISTA I mistici dell'oro Nella galleria di ritratti medievali snocciolati nei Racconti di Canterbury non manca né poteva mancare l'alchimista. Il Famiglio del canonico in strano arnese e con strani comportamenti assicura che il suo padrone è «un più che dotto» e sottile filosofo, capace di rivoltare sottosopra pianure e città e di lastricarle tutte d'oro e d'argento. • Ma come tutti i troppo savi, la sua è in realtà ignoranza e dabbenaggine: in una casupola d'un sobborgo malfamato egli si smagrisce insieme col servo a soffiare e a scrutare per giornate intere nel fuoco, per apprendere l'arte di moltiplicare e mutare i metalli; si rovina il patrimonio nel prendere a prestito oro per inseguire un miraggio che sempre gli sfugge innanzi: ma, confessa il Famiglio pur tra continue imprecazioni, per cjuanti siano le pene e i travagli in cui quella «scienza scivolosa» l'ha invischiato, mai egli seppe lasciarla e con essa il suo padrone, il verderame, il borace, i vasi, gli orinali, i frantoi, le fiale, i crogiuoli, i sublimatoi, )c storte e gli alambicchi, da Cui dovrebbe uscire, e non esce, la pietra filosofale. li' l'alchimista della tradizione medievale e rinascimentale, filosofo «nebuloso» e scienziato sciocco, un testardo pericoloso che ha fatto le spese dei commediografi, degli illuministi e degli inquisitori, e ancor più le farebbe oggi, se vivesse ancora (ma in qualche vicolo di Parigi e di Chartres pare non manchi qualche residuato). Ai solito, come si sa, la storia è più complessa. Se l'alchimia ebbe e conserva, a dispetto di tutto, una sua at trazione e importanza, non è solo per i misteri della sua tradizione. Soprattutto alle origini, essa contiene una tale lomplcssità e arditezza di problemi, da far pensare alle farneticazioni e alle intuizioni più abissali della mente umana. Lì ci riporta nettamente il primo degli alchimisti accer tati, la prima figura storicamente e letterariamente fondala della lunga teoria: Zosimo di Panopoii. Nella persona di Zosimo, pur ancora biograficamente esile, si adunano i due rami dell'alchimia originatia: l'È gitto e la Grecia. Panopoii, dove Zosimo nacque verso la fine del terzo secolo dopo Cristo, era una città culturalmente vivace della Tcbaidc lungo il medio corso del Ni lo; e Zosimo scrisse in greto una grande enciclopedia si icntifico-mistica, dove con (luì in un nesso quasi inestricabile la sua speculazione ori gin.ile e la tradizione della magia egizia, dell'astrologia babilonese, del platonismo greco, dello gnosticismo pagano e cristiano. Se i numerosi ricettari di Zosimo dimostrano la sua vasta conoscenza tecnica della fisica e della chimica, altri opuscoli s'immergono invece in ascensioni spirituali e in una speculazione intensa e vertiginosa: i tre a esempio ora pubblicati (edizioni Coli scum) col titolo di Visioni e risvegli da Angelo Tonelli, un interprete e una guida di grande nobiltà di pensiero in questo asperrimo terreno. Non siamo noi i primi a riprendere interesse dopo se coli di oblio per queste opc rette di Zosimo. Esse attrassero già l'attenzione di Jung nel corso delle sue ricerche sui processi dell'inconscio e sui rituali. Perché, per sua narura, per l'altezza delle sue ambizioni e per la trasmissione esoterica delle sue tecniche e dei suoi princìpi, il processo mentale ed espressivo dell'«arte sacra» avviene in una successione eccitante di sim boli e di metafore; e il lin gyaggio stesso è l'espressione sensibile dell'oscuro e dell'i neffibilc che si presenta da vanti alle operazioni e risuc chia le meditazioni dell'alchimista. 11 ptimo dei tre brevi scritti contenuti nel volume quello che più colpì Jung, ha il titolo di Sulla virtù ed è in realtà un potente testo di mi stica che, a contatto con l'esperienza alchemica, ne assume la tensione e si svolge atttaverso le operazioni subì matrici della fiamma e del crogiuolo. Durante un sonno semico- Giovanni Stradano. «Labosciente e in una successione di scene e di simboli Zosimo ha la rivelazione che la virtù alchemica si ottiene soltanto discendendo nelle tenebre intcriori e nell'ombra della terra, per poi risalire alla luce. Ce un nesso indissolubile fra orporeo e spirituale; i due elementi trapassano l'uno ncl''altro e si unificano a un livello superiore dove, liberati dalla «dimensione plumbea» del corpo, raggiungiamo «la compiutezza dello spirito». 11 tentativo dell'alchimista è, per questo pensatore, l'opposto di chi si asservisce e si ratorio d'alchimia» (1570) accanisce sulla materia, gover nata da una fatalità inelutta bile. Nell'«arte sacra» eg^i vede un'occasione di ascesi non molto diversa da quella gnostica, con cui sottrarre l'uomo al rimorchio del destino per farlo risalire alla libertà spirituale: «Iutsciamo che la fatalità tratti a modo suo il fango che le appartiene, ossia il corpo»; e con un immediato trapasso che ci apre sull'abisso di quei tempi e di quei collegamenti: «Vivendo in questa conoscenza, vedrai il Figlio del Dio trasformarsi in tutte le cose per le anime consitcrate. per condurle all'incorporeità». «Riposa il corpo, acqueta le piisswni, rettifica te stesso, chiama a te Iti divinità» è il nuovo motto socratico dettato da Zosimo nella lettera a Teosebia Sul computo finale: così ottetrai «la pitdronanza di tutte le tinture autenticlx», ossia una disciplina intetiorc con cui si raggiunge «la compiutezza dell'anima... Queste cose comunicale senza invidia a co/oro che ne sono degni e che te lo chiederanno: anime che tu salverai e condurrai verso la natura incorruttibile». Che la confusione dei termini e dei pensieri, gli accostamenti ibridi e l'oscurità dello scenario possano rendere tutti questi discorsi sospetti, e pur vero. Ma interpretando da metallurgici le visioni e le parole di Zosimo si rimarrebbe assai addietro dalle potenzialità di questa pregnanza simbolica, senza la quale l'affannarsi maniacale dell'alchimista cade davvero a buon diritto nella satira e nell'invettiva di Chaucer, probabilmente anch'egli un alchimista frustrato e impoverito. _ . Carlo Carena

Persone citate: Angelo Tonelli, Chaucer, Jung

Luoghi citati: Grecia, Parigi