America turbata: errore evitabile di Ennio Caretto
America turbata: errore evitabile Alcuni giornali smentiscono la versione ufficiale del Pentagono America turbata: errore evitabile L'aereo iraniano sarebbe stato colpito mentre si alzava e non puntava sulla nave Usa - Il volo era segnato sugli orari - Reagan fa pervenire le sue scuse a Khomeini - Il comandante del «Vincennes»: «Mi porterò questo fardello per tutta la vita» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Nuove rivelazioni sugli attimi fatali che precedettero l'abbattimento dell'Airbus iraniano hanno fatto sorgere ieri gravi dubbi sull'operato di Wlll Rogers, il comandante del Vincennes. e del suo equipaggio. Nel momento in cui si è confermato che i computer e gli uomini col dito sul bottone dei missili compirono un tragico, involontario errore, si è anche lasciato intendere che l'errore poteva essere evitato. Anticipando le rivelazioni di alcune ore. e accogliendo le istanze della comunità internazionale, il presidente Reagan ha mandato una lettera di scuse personali a Khomeini, esprimendo un 'rincrescimento profondo- per l'accaduto, e riaffermando la propria volontà di pace nel Golfo Persico, con un implicito invito al dialogo. L'America ha ieri trovato le inquietanti rivelazioni sugli ultimi secondi dell'Airbus sulla prima pagina del Washington Post, al proprio risveglio dopo una Festa dell'Indipendenza celebrata con un crescente senso di disagio per la catastrofe. Eccone i punti salienti. 1) La fre gata Usa Sides, che era vicina al Vincennes, ha visto l'aereo di linea iraniano alzarsi poco prima di essere colpito, e non abbassarsi come sostenuto dal Pentagono; 2) I controllori di volo di Bandar Abbas erano in comunicazione radio con l'aereo e il Vincennes avrebbe potuto inserirsi sulle lunghezze d'onda; 3) Il volo dell'Airbus figurava su tutti gli orari, sarebbe stato sufficiente controllare; 4) L'8 giugno gli Emirati Arabi avevano inoltrato una nota di protesta all'ambasciata Usa contro il comandante Rogers e il suo equipaggio «per le loro interferente che avevano quasi causato una collisione tra due aerei di linea-. Il Washington Post ha anche svelato che da un anno circa tra i comandanti delle navi da guerra americane e i piloti delle compagnie del Golfo è in corso un aspro braccio di ferro sulle rotte da seguire. Il quotidiano ha citato un anonimo controllore di volo di Dubai: -Il Vincennes ci ha causato spesso problemi. E' orrendo coinè affronta gli apparecchi di linea e mette in pericolo gente innocente-. Le rivelazioni del Washington Post sono state avallate, tra gli altri, dalla televisione ABC e dal giornale Philadelphia Enquirer. La ABC ha riferito le confessioni di un pilota iraniano, anch'egli anonimo: «Per ano questione di principio, quando la task force et sfida, non rispondiamo ai suoi messaggi-. Il Philadelphia Enquirer ha parlato all'ex comandante della fregata Stark, Glen Brindel, rimosso dopo che un anno fa la sua nave fu colpita da un missile iracheno: -E' un miracolo che sinora sia accaduto un incidente solo — ha detto Brindel —. Nell'85, per poco non abbattemmo un Jumbo 747, che era stato scambiato per un caccia-. Di fronte a un quadro meno limpido di quello traccia- to dal Pentagono, la pubblica opinione attende adesso con ansia l'inchiesta della équipe della Marina capeggiata dall'ammiraglio Fogarty, che ieri ha raggiunto il Golfo Persico. L'ha scossa anche il commovente rapporto preliminare di Will Rogers al suo alto comando. Il comandante del Vincennes si è difeso con palese disperazione. «AH porterò dietro questo fardello per tutta la vita — ha scritto —. Nelle circostame in cui mi sono trovato, con le informazioni in quel momento disponibili. Ito agito a protezione del mio equipaggio e della mia nave. La responsabilità è unicamente mia-. In un clima di tensione, avvertendo il cambiamento dell'umore popolare, il Pentagono è intervenuto per discolpare il comandante. «L'Airbus emetteva due segnali in codice: uno noto come mode 3, usato dagli aerei sia civili sia militari, uno noto come mode 2 usato solo dai secondi, e in precedenza emesso solo dagli F-14 — ha detto il portavoce Howard —. Lo sbaglio è stato più che comprensibile-. A questa linea si è attenuto Reagan nella lettera a Khomeini. -Il Presidente — ha detto Fitzwater. il suo portavoce — ha scritto tramite la Svizzera, rappresentante dei nostri interessi a Teheran, che il Vincennes non sapeva di sparare su un aereo di linea, che l'America si rammarica della spaventosa perdita di vite umane, che occorre risolvere in fretta la crisi-. Reagan è andato oltre nella ricerca del dialogo con l'ayatollah. Come previsto dalla legge, ha inviato una relazione al Congresso (che potrebbe invocare i poteri di guerra, e costringerlo a ritirarsi dal Golfo Persico), e ha ribadito il proprio impegno a promuovere la pace tra Iran e Iraq tramite l'Onu. Il Presidente si è dimostrato anche incline a risarcire le famiglie dei 290 morti, augurandosi che il Congresso assuma un'iniziativa in merito. Dopo lo sconcerto e le critiche iniziali, la sua condotta ha incontrato vasti consensi. Non sono previste modifiche alle disposizioni per la task force nel Golfo sino a quando l'inchiesta della Marina sull'Airbus non giungerà a conclusioni chiare. Reagan ieri ha causato qualche equivoco proclamando chiuso l'incidente, ma si è subito corretto, sottolineando che i suoi effetti verranno avvertiti a medio termine. L'Iran ha presentato un ricorso sia all'Onu sia all'Icao, l'ente dell'aviazione internazionale, chiedendo misure punitive, e gli Stati Uniti hanno promesso di collaborare. Al Dipartimento di Stato, il portavoce, la signora Oakley, ha precisato che Washington è pronta anche a discussioni dirette con Teheran -purché a livello di governo- ossia senza ambigui mediatori. La Oakley ha ammesso che» gli Usa non escludono un'ondata di terrorismo contro gli americani in tutto il mondo. All'Onu. il segretario generale dell'Onu de Cuellar ha comunicato alle cinque grandi. Usa, Urss, Cina, Inghilterra e Francia, che convocherà il Consiglio di Sicurezza entro la fine della settimana. De Cuellar considera superata la risoluzione 598 sulla pace nel Golfo, non solo a causa del disastro dell'Airbus, ma anche dei successi militari dell'Iraq, e intende sollecitare un nuovo piano alle potenze. Ennio Caretto
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