Nubi sul Giappone che non spende

Nubi sul Giappone che non spende Haruo Maekawa, mito dell'economia nipponica, tiepido sui successi di Tokyo Nubi sul Giappone che non spende Nel Paese più ricco del mondo ì cittadini non riescono a comprarsi una casa - «Il problema è sociale: dalla nostra potenza al consumatore non derivano benefici adeguati» □AL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Giappone uber al Ics: alto profilo e ampi riconoscimenti degli alleati al vertice di Toronto per i suoi spettacolari successi economici, una volta tanto non a loro spese: tasso di sviluppo di oltre l'll% su base annua nei primi tre mesi, importazioni in aumento, diminuzione crescente del surplus verso l'estero. La corsa verso la ricchezza e potenza economica sembra senza fine. Ma è proprio cosi? Nel compiacimento generale c'è una voce autorevole che si discosta dal coro, esprime preoccupazioni e cautele e non per elegante ritrosia ma per conoscenza delle cose del suo paese e del mondo: .La situazione è certamente buona ma non sono ottimista, guardando al futuro non condivido l'entusiasmo e l'autocompiacimento di molti: Parla Haruo Maekawa, uno dei personaggi più autorevoli del Paese, già governatore della Banca di Stato in anni cruciali, l'anziano saggio che ha dato il proprio nome a un rapporto fondamentale sulla necessità di riconversione dell'economia e della società se il Giappone vuol vivere in armonia con se stesso e con la comunità internazionale. Un documento breve, 29 pagine dattiloscrìtte, con pochi punti essenziali: cambiare l'economia dal totale orientamento sull'export a quello sui consumi interni e sull'importazione per ridurre il surplus; stimolare la domanda interna costruendo case e infrastrutture, realizzando grandi opere pubbliche; ridurre l'orario di lavoro e rendere la vita più vivibile, n successo di Takeshita a Toronto è dovuto ai primi frutti di quel documento, i quali non suscitano però l'entusiasmo di Maekawa. .Riconversione e espansione economica stanno andando bene con lo sviluppo della domanda interna. Ma questi obiettivi sono stati facili da raggiungere grazie al rialzo dello yen che ha spinto le industrie alla riorganizzazione e alla ricerca del mercato interno. La parte più difficile è però ancora tutta da affrontare. Se si guarda a quel che abbiamo davanti ci sono pochi motivi di ottimismo. Ve ne sono anzi di preoccupazione. Si tratta di cambiare profondamente la situazione attuale con un paese che è il più ricco del mondo ma nel quale la qualità e il livello di vita dei suoi cittadini non sono a questa altezza. La commissione da me presieduta ha dato le indicazioni generali, tenendo presente il quadro internazionale e quello sociale interno. Si impongono decisioni politiche sulle quali però vengono esercitate pressioni'. Entrato nella Banca di Stato subito dopo la laurea Maekawa vi ha trascorso la vita lavorando anche all'estero quale suo rappresentante. Uno dei suoi primi incarichi, all'inizio della guerra, è stato in Italia dove ha trascorso alcuni anni. Risale certamente a questo suo perìodo tra noi una forte simpatia per il nostro Paese. L'incontro avviene in un severo palazzetto di fine Ottocento. E' la sede storica della Banca del Giappone, il cuore del regno dello yen. Lungo i corridoi silenziosi per i quali la segretaria guida fino al patriarca che conserva qui lo studio di consulente governativo, nulla indica il centro convulso ogni cui minima decisione Influisce sull'economia mondiale. Una sede di lavoro in linea con il personaggio, per età e formazione intellettuale proveniente dal Giappone delle grandi tradizioni e della tenace modernizzazione. Un uomo apparentemente di ieri, in realtà proteso sul Giappone di domani. .Per quarantanni dalla fine della guerra — dice — il sistema ha protetto l'industria, ignorando completamente il consumatore ed è questa una delle strozzature che frenano l'ottimismo anche perché non si vedono forti modifiche in vista. Il rialzo dello yen ha messo sotto pressione le imprese le quali ne hanno guadagnato con la razionalizzazione e la diminuzione del costo delle materie pagate in dollari. Ma il consumatore non ha avuto alcun vantaggio.. — A parte questa osservazione di grande importanza quali sono per lei i motivi specifici di pessimismo? .Primo: la liberalizzazione delle importazioni è molto lenta e si scontra con molte difficoltà, specie per i prodotti agricoli. Qui ci sono pressioni politiche che bloccano l'apertura. Il sistema distributivo, con innumeri passaggi e la sua polverizzazione, è colpevole del fatto che al consumatore non giungano benefici dal rialzo dello yen. Smantellare questo sistema è un problema politico. Secondo: l'espansione della domanda interna che ha portato allo sviluppo in atto è avvenuta su spinta del rialzo dello yen. Ma questa tendenza nei cambi non durerà a lungo e certo non nella misura finora avutasi. Il rischio è che l'espansione possa rivelarsi passeggera. Terzo: cogli attuali livelli di cambio i nostri salari sono tra i più alti del mondo. La nostra industria si troverà di fronte a dura concorrenza da parte dell'Europa, degli Stati Uniti e dei Paesi di nuova industrializzazione. Cosi essa dovrà sviluppare la produttività ma al tempo stesso non potrà affrontare future richieste di aumenti salariali. E' quindi necessario diminuire il costo della vita. Obiettivo che impone la liberalizzazione di importazione di prodotti agricoli e un nuovo sistema distributivo. E si torna cosi al nodo politico. Infine c'è il prezzo dei terreni. Cosi alto che uno stipendiato di livello superiore deve comunque rinunciare al sogno di potersi acquistare la casa. E' quindi un problema sociale e non più economico. Per tutto ciò non sono ottimista.. Fernando Mezzetti GLI ALTI E I BASSI DI TOKYO (Crescita percentuale del Pnl e rapporto fra saldo delle partite correnti e Pnl) 5H 2H 1985 1986 1987 1988 1989

Persone citate: Fernando Mezzetti, Haruo, Haruo Maekawa, Takeshita

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Stati Uniti, Tokyo ? Giappone, Tokyo Nubi