Nicchio, un Palio trionfale

Nicchio, un Palio trionfale A Siena vittoria prevista per la contrada del fantino Coghe Nicchio, un Palio trionfale Si è ripetuto il successo di quattro anni fa - Il taglio del filo dopo un emozionante giro testa a testa con l'Onda - Cade il cavallo della Giraffa, si spezza una zampa e alla fine viene abbattuto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SIENA — Ha vinto il Nicchio con il cavallo Benito e il fantino Massimino Coghe. Il drappellone, dipinto per questo Palio della Madonna di Provenzano dal pittore Gino Giusti, ritorna solo dopo quattro anni nella contrada dei Pispini. Alle 19.45 lo scoppio del mortaretto, che segnala l'uscita dei cavalli con i fantini dall'entrone della Piazza, trasforma l'attesa delle decine di migliaia di persone che affollano il Campo In un grande boato. L'attesa, scandita dal suono del campanone. era iniziata tre ore prima con l'ingresso del corteo: la passeggiata storica con !e contrade e le antiche comparse della Repubblica senese. Poi entrano nell'ordine: Oca, Civetta. Tartuca. Nicchio. Onda. Valdimontone. Giraffa. Torre e Istrice. Di rincorsa e la contrada del Bruco. Ce nervosismo ai canapi; i ca¬ valli non riescono a mantenere l'ordine assegnato. C'è ancora Incertezza, un attimo di silenzio... ma poi si parte. Scattano prime Oca, Onda, Nicchio. Al primo giro, a San Martino, Onda e Nicchio riescono già a distanziare gli avversari e alla curva del Casato il Nicchio supera la contrada dell'Onda. Giraffa, Istrice e Bruco vedono cadere i loro fantini (a fine corsa 11 cavallo della Giraffa, una zampa spezzata, è stato abbattuto) e in poco più di un minuto il Palio si conclude con la vittoria del Nicchio. Favorite per i migliori cavalli erano alla vigilia Nicchio, Onda e Civetta. La presenza in Piazza di altre grandi contrade, che da molti anni non vincono, rendeva incerta qualsiasi previsione. Il Bruco, trascorsi 33 anni dall'ultima vittoria, e dopo le carriere conquistate nel 1922 e nel 1955. voleva credere alle profezie di coloro che di¬ cevano fosse proprio questo Palio ad infrangere 11 «malefico incantesimo» e a permetterle di abbandonare l'Indesiderato scettro di •nonna» della Piazza. Per 11 Palio, nessun sogno è vietato. Si consultano ancora oggi indovini e maghi le cui profezie, più o meno attendibili, spesso illudono contro la cattiva sorte. Anche la Torre, dall'ultimo Palio vinto nell'agosto del 1961 e dopo tante sofferenze per le frequenti vittorie della sua contrada rivale, l'Oca, credeva alle parole di Madame Calére: «.4 luglio trionferà la 'T' e a niente serviranno le trame delle rìvalU, aveva affermato la celebre indovina. Ma anche quest'anno è stata la sorte a decretare la vittoria in campo. Una sorte che i contradaioli cercano d'influenzare. Solo per rassegnazione del cavallo, si può sperare in una fortunata estrazione nella ■tratta». Dopo la -tratta» nei tre giorni che precedono 11 Palio, Siena si trasforma: i Cortei dei contradaioli sfilano per le vie cittadine inneggiando 1 loro inni, bandiere e striscioni sono appesi alle finestre, il ritmo della vita sembra completamente cambiare adattandosi ad una manifestazione secolare come 11 Palio. Ogni .popolo» si raduna nella sua contrada, una vera e propria città nella città. I dirigenti della contrada, il capitano e i suoi tenenti, conosciuti come .mangini». si concentrano esclusivamente sulla contrada, scelgono il fantino e concludono i partiti con le altre contrade e fantini. Ogni contrada ha generalmente il suo fantino di fiducia, In un rapporto che si protrae durante l'Intero anno, ma niente esclude che per il Palio s'ingaggino altri fantini. Questi In contrada, nei giorni del Palio, sono controllati a vista per evita¬ re che possano stringere autonomamente altri accordi. Anche se poi è proprio alla •mossa», negli attimi che precedono l'abbassamento dei canapi, quando il fantino è solo con 11 proprio cavallo, che sono conclusi definitivamente i partiti più Importanti Il cavallo assegnato alla contrada viene affidato al Barbaresco, che ne diviene custode assoluto. Il cavallo partecipa in ogni contrada alla cena della prova generale, propiziatoria per la vittoria, nella sera precedente 11 Palio, e prima della corsa è benedetto In chiesa. Niente di sacrilego o di profano nel riconoscimento di una tradizione viva da secoli; anzi, è proprio In quel gesto, nella benedizione, e nella frase detta al cavallo: • Vai e torna vincitore- che si vivono delle sensazioni uniche, come quelle della corsa del Palio. Antonella Leoncini

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