Operazione arterie pulite di Ezio Minetto

Operazione arterie pulite Passi avanti nella cura dell'insidiosa aterosclerosi Operazione arterie pulite Scatterà presto con alcuni nuovi farmaci - Imminenti i risultati dei test eseguiti con anticoagulanti più «leggeri» e meno rischiosi - Dopo 65 anni «rivoluzionate» le eparine - Diminuita della metà la mortalità per infarto acuto AMSTERDAM — Grossa ambizione quella dell'.operazione arterie pulite.: tanto più in questo mondo, dove l'uomo, mediamente sempre più longevo, sfugge sempre meno alle insidie dell'aterosclerosi e dei suoi onnipresenti complici (ereditari, alimentari, dismetabolici, tossico-voluttuari). E' stato vertiginosamente rapido, negli ultimi anni, il progresso delle idee e universale Il fervore della ricerca verso farmaci capaci di: 1) ridare un voto di sufficienza ad arterie ormai malate (infarto e reinfarto, attacchi ischemici cerebrali transitori ed ictus, arteropatie periferiche) e, meglio ancora. 2) prevenirne U rischio dichiarato o potenziale. Con decine di studi multicentrici — clinicamente, tecnicamente e statisticamente verificati, a lungo termine, su larghi campioni di popolazione — da tempo si cerca di dire no all'ormai epidemico rischio arterioso. E cosi dallo studio Framingham al Paris 1 e poi 2, al Gissi 1° e poi 2° e all'Esps — per citarne solo alcuni — si sono di volta in volta sottoposti a «esame di maturità» — sulla domanda chiave: •diminuiscono la mortalità e le recidive?», «migliora la sopravvivenza?» — i moderni farmaci «fibrinolitici». •chiarificanti», «vasoattivi». •antiaggreganti», «anticolesterollci». Una diminuzione del 50-70 per cento della mortalità per infarto acuto con •rTpa» o con • uro-streptochlnasl » » — secondo gli studi italiani Gissi — è indubbio successo di terapia. Tra breve, a far parlar di sé, saranno le .nuove eparine», edizione scientificamente riveduta e tecnicamente corretta dell'anticoagulante-antitrombotico più potente — per non dire prepotente — di cui la natura abbia dotato l'essere vivente. A 65 anni da .nonna eparina» — Inaspettatamente scoperta nel fegato da un allievo di Howell nel 1922 — sono fioriti i suoi figli e nipoti, di cui alcuni onorevolmente .made in Italy». Eparina «rivisitata» e .revisionata», quindi: ridotta — con tecnologia biochimica o enzimatica — alle sue frazioni essenziali e terapeuticamente più utili (antitrombotiche), con catena proteica «corta» (non più allergizzante) e con peso molecolare di 3000-5000 contro 1 15-30.000 dell'eparina classica. Il prossimo futuro ci dirà della verificata efficacia di queste «eparine a basso peso molecolare». Ma già tra pochi giorni — al Congresso nazionale di Chirurgia, a Milano — si avranno i risultati dello studio policentrico italiano (coordinato da G. Pezzuoli e G. G. Neri Serneri) sulle «trombosi venose postoperatorie». E i farmaci a frazione eparinica di medio-basso peso molecolare? Il loro ruolo è stato discusso nei giorni scorsi, ad Amsterdam, nell'ambito del «9° Congresso Internazionale sulla Fibrinolisi-, al Simposio -ipo V2 nella profilassi del relnfarto» (A. Dagianti, G. Mattioli, M. Chiarello, E. Palazzmi). Da ormai consolidata esperienza il «sulodexide» — farmaco della avanzata ricerca italiana — si caratterizza per la sua efficacia antitromboticochiarificante, esente da indesiderati effetti anticoagulativi-allerglzzanti. -Ipo V2» è lo studio policentrico che sta definitivamente verificando l'efficacia del farmaco. Ezio Minetto

Persone citate: Dagianti, E. Palazzmi, Howell, M. Chiarello, Mattioli, Pezzuoli

Luoghi citati: Amsterdam, Milano