Arriba Espana portando fandango
Arriba España portando fandango Arriba España portando fandango KAZUO Orino, danzatore giapponese di Butoh, uomo dalla venerandissima età, dedica uno dei v suoi a solo più toccanti alla Argentina, danzatrice di flamenco dell'inizio del '900, che lui ricorda di avere visto in gioventù. Leonide Massine, quando si accinse a coreografare II cappello a tre punte di de Falla nel 1919, per i Ballets Russes di Djagilev, volle accanto a sé danzatori e coreografi spagnoli. Sono appena due esempi per dire come intrecciati siano in questo secolo i destini della danza cosiddetta «seria» e la grande tradizione del folklore spagnolo. Ecco perché non c'è proprio da stupirsi se il Festival Torinodanza ospita, sabato 25 e domenica 26, ore 21,30, come terzo appuntamento, il Ballet Nacional de Espana. Fondato nel 1978, il Ballet Nacional de Espana ha avuto come primo direttore artistico Antonio Gades, creatore di quei successi prima in scena poi sullo schermo che sono Bodas de sangre, Carmen e El amor brujo. A Gades è succeduta Maria de Avila, sotto la cui direzione il Ballet Nacional de Espana è stato a Torino, qualche anno fa, per i Punti Verdi, presentando bellissimi brani come Dama y Tronio, oppure Medeas, una arroventata rivisitazione flamenca dell'antico mito greco. Alla de Avila è succeduto l'attuale direttore artistico José Antonio, per la parte folklorica, quella che arriva a Torino, mentre per la sezione classica gli spagnoli hanno chiamato come direttrice artistica la grande Maja Flisetskaja. Gli appassionati e frementi danzatori presenteranno una collana brillante di danze: non solo flamenco, ma anche romeras, caracoles e bulerias. Non prima però di avere reso un omaggio alla grande musica di Ravel con Alborada del Gracioso e Bolero e, in apertura, un maestoso fandango. Un momento di flamenco del Ballet Nacional de Espana
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