La danza della giovinezza

La danza della giovinezza La danza della giovinezza SOVENTE quando si varca la soglia della cosiddetta terza età ci si trova impreparati ad affrontare un complesso cambiamento psicofisico. Restate giovani, questo è il motto. Se ne potrebbe coniare un altro, altrettanto valido: imparate ad usufruire delle risorse specifiche di questo periodo della vita, a «vivere» il potenziale sconosciuto e represso che gli appartiene. La proposta viene dagli istituti di Bioenergetica: la novità è che non ci si basa su un'unico anche se valido metodo ma si offre un eterogeneo «pacchetto» di tecniche che si integrano a vicenda, ponendo l'accento suirtmportanza del lavoro sul corpo come mezzo per acquistare una consapevolezza diversa. La Danzoterapia. E' stata ideata dallo psicanalista junghiano Leaban. considerato l'iniziatore della scuola nordamericana della «Art Terapy». E' certamente ispirata — non come tecniche ma negli obiettivi finali — alle danze dei popoli primitivi, terapeutiche in quanto il gruppo (che è simbolicamente la madre) si fa carico e partecipa della storia che il danzatore va narrando. La danzoterapia, che non è l'«espressicne corporea» e parte da presupposti di ri- cerca totalmente diversi, vuole apprendere l'ascolto di sé. Dice Norberto Ytza Silva, uruguayano. esponente di rilievo di quella che viene definita come «psicologia dell'espressione e della creatività» (psicodramma, linguaggio teatrale, movimento e suono): «Danzoterapia significa imparare a parlare dialogare esprimersi attraverso il movimento». E' tramite il gesto e il movimento che sensazioni, sentimenti e pensieri che ci appartengono eppure ci sono sconosciuti affiorano: questo permette una maggiore consapevolezza, impedendoci di estraniarci dalla realtà del presente. «Solo vivendo il presente in modo cellulare., prosegue Silva, «e cioè con una totale presa di coscienza di tutto il nostro corpo — muscolatura, respirazione, attività cerebrale — si può autenticamente ricordare il passato, e quindi esorcizzarlo, liberandoci delle sue scorie condizionanti che producono atteggiamenti nevrotici». La danzoterapia è anche una ginnastica, utile per sbloccare le articolazioni e combattere l'artrosi. Ma l'aspetto tecnico, sostengono gli esperti, è secondario Silva ha lavorato con gruppi sperimentali di persone di età compresa tra i 68 e i 75 anni. Il I.omi (Lomibodywork) ha due padri: Robert Hall, americano, e Randon Stone, fondatore della «terapia polare». Il nome deriva da una danza hawaiana, il lo- mi-lomi, ma non è una danza. E' un particolare tipo di massaggio, anche se Peter de Veth, olandese, terapeuta riconosciuto dalla Lomi School di San Francisco, nega che si tratti unicamente di un massaggio. Scopo del Lomi è risvegliare e stimolare, attraverso il contatto con alcune zone del corpo bloccate da tensioni o traumi psichici sovente rimossi, l'equilibrio energetico totale. Il Lomiparte da presupposti opposti a quelli che propone il Rolfing, altra tecnica di massaggio d'avanguardia, che tende a far raggiungere al corpo una «postura ideale». 11 modo di tenere le spalle, dice il Rolfing, condiziona il nostro modo di pensare. Il nostro modo di pensare, ri¬ batte il Lomi, viene denunciato dal modo in cui si tengono le spalle. Anche in questo caso, come con la danzoterapia. attraverso una tecnica corporea si vuole rendere consapevole la mente, risvegliando paure desideri aggressività negate. Durante una terapia Lomi il terapeuta discute con il paziente quanto sta avvenendo, ma è il nostro corpo che riflette ogni processo psichico ed è quindi in grado di «parlarne» in modo molto più chiaro e obiettivo di quanto il linguaggio razionalizzante può esprimere. La creatività espressa nella severa raffinatezza della composizione dei giardini Zen è uno stimolo a far funzionare insieme, cosa non contemplata nella fisiologia dell'uomo, i due emisferi cerebrali. Ora, dicono i profeti delle nuove psicoterapie corporee, l'espressione artistica e creativa, che è gestita dall'emisfero destro, può essere espressa in una forma totalmente razionale, cosi da risvegliare contemporaneamente l'attività logica dell'emisfero sinistro. La Scuola di Formazione. Ischa Bloomberg, fondatore del Gestalt Institute di San Francisco, è un convinto assertore della sua efficacia. Invece della normale psicoterapia (considerata un pronto soccorso in caso di emergenza) anche a chi non è più giovanissimo si consiglia di frequentare il corso di formazione per psicoterapeuti. Nella scuola di formazione si passa in un processo dinamico attraverso ruoli diversi, da paziente a psicoterapeuta, da bambmo a genitore e cosi via, in un'alternanza che stimola l'evoluzione e la crescita quando, come talvolta avviene, alcuni aspetti della personalità sono bloccati ad uno stadio infantile. Una considerazione finale: rimuovere gli ostacoli che non hanno permesso alla personalità di maturare in modo totale e adulto è lo scopo principale di ogni scuola analitica. Invece sbloccare un fattore psichico rimasto ancorato all'età adolescente in un sessantenne può suscitare perplessità e ironici interrogativi del tipo «ma vale la pena affrontare questo sforzo?». La risposta è si. se consideriamo una simile scelta nell'ottica delle ignorate potenzialità dell'età matura. Rosanna Arione

Persone citate: Bloomberg, Norberto Ytza Silva, Peter De Veth, Randon Stone, Robert Hall, Rosanna Arione, Silva

Luoghi citati: San Francisco