L'elettrone in trappola svela l'età dell'argilla

L'elettrone in trappola svela l'età dell'argilla Dosimetria luminescente per la datazione archeologica L'elettrone in trappola svela l'età dell'argilla UNA tecnica di datazione archeologica maturata negli ultimi tempi, la dosimetria termoluminescente, è al centro di un importante progetto di ricerca che interessa tutta la Lombardia. Il metodo più conosciuto di datazione archeologica è certamente quello con il carbonio 14. che però si applica soltanto alle sostanze organiche: legno, ossa, denti. La tecnica di datazione basata sulla dosimetria termoluminescente, specifica per il materiale ceramico, è stata sviluppata, soprattutto a Oxford, a cavallo fra gli Anni '60 e '70. Un sito archeologico, dunque, può essere oggetto di due diversi tipi di datazione, un controllo assai importante. Le tecniche di termoluminescenza in Italia sono utilizzate soltanto al Dipartimento di fisica dell'Università di Milano, che fruisce del coordinamento organizzativo e del supporto finanziario dell'Enea (Ente nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell'energia nucleare e delle energie alternative). Quest'anno, durante una campagna di scavi all'Abbazia della Novalesa (Alta Val di Susa), il dipartimento milanese ha effettuato una serie di datazioni delle tombe con il metodo della ter¬ moluminescenza. Tutte concordano con quelle proposte su basi archeologiche. I frammenti del muro romanico risultano fabbricati in un periodo compreso tra quello romano e la donazione di Abbone (726). con la quale ha inizio la documentazione dell'Abbazia benedettina. Ora il dipartimento di fisica di Milano e la Soprintendenza archeologica della Lombardia hanno elaborato un progetto per la datazione mediante termoluminescenza di ventun siti archeologici della Lombardia. II più importante è la costa bresciana del Lago di Garda, dove sono state ritrovate otto palafitte dell'età del bronzo. Ma quali sono i principi sui quali si basa la termoluminescenza? L'argilla, come qualsiasi altro materiale, è sottoposta a irraggiamento continuo dall'ambiente esterno (raggi cosmici) e dal terreno circostante (impurezze radioattive che possono essere tracce dì uranio, di thorio — o isotopi derivanti dal loro decadimento — di potassio 40). Le radiazioni (alfa. beta, gamma) che attraversano l'argilla cedono energia sotto forma di elettroni distaccati dai rispettivi atomi (è questo il fenomeno chiamato ionizzazione.) Quando vengono ionizzati, gli elettroni decadono immediatamente oppure vengono intrappolati nel materiale ceramico in siti chiamati, appunto, «trappole». Questi elettroni ionizzati hanno energia superiore a quella che avevano quando erano legati ai rispettivi atomi. Se si riscalda il materiale, gli elettroni si liberano dalle trappole e tornano ai livelli energetici di partenza, dopo aver emesso un «quanto» di luce. La cottura, naturalmente, è il primo e generalmente unico riscaldamento importante cui viene sottoposta l'argilla per mutarla in ceramica. La cottura dunque azzera le radiazioni precedenti e avvia un nuovo ciclo di assorbimento. Con la dosimetria termoluminescente si può misurare la dose totale assorbita da un campione dal momento della cottura in poi. Misurando quindi la dose annua (ci si arriva attraverso la quantità di energia ceduta dalle radiazioni per ogni grammo di materiale) si ottiene la datazione, con un margine di errore del 7-8 per cento: errore dovuto sia all'umidità della ceramica (l'acqua attenua sensibilmente la radiazione) sia a un altro eventuale riscaldamento. Pia Bassi

Luoghi citati: Alta Val Di Susa, Italia, Lombardia, Milano, Novalesa, Oxford