Una volta al giorno chi tocca i fili muore

Una volta al giorno chi tocca i fili muore Studio sugli incidenti domestici e sul lavoro in Italia Una volta al giorno chi tocca i fili muore L5 ALTRO ieri a Roma, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato presentato il volume che contiene i risultati della prima indagine capillare sugli infortuni elettrici mai effettuata in Italia, iniziata nel 1984 e appena conclusa. Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) e Politecnico di Torino hanno condotto lo studio. Si sapeva già da alcune stime che la situazione era drammatica (e rimarrà tale senza interventi adeguati), ma le reali dimensioni del fenomeno sono sempre state largamente sottovalutate. La ricerca ha invece appurato che il nostro Paese detiene il primato mondiale degli infortuni elettrici: più del doppio della media europea per milione di residenti. Mediamente in Italia ogni giorno una persona perde la vita per folgorazione. Occorre poi aggiungere i diecimila incendi di origine elettrica, gli infortuni da microshock negli ospedali, gli infortuni provocati dal cattivo funzionamento di organi meccanici comandati elettricamente, gli infortuni dovuti alla mancanza di illuminazione di emergenza e cosi via. Non si tratta del cosiddetto tributo da pagare al progresso — e il confronto con gli altri Paesi lo dimostra — ma della scarsa attenzione, sensibilità e conoscenza che la collettività nazionale ha del problema. La ricerca ha evidenziato che gli impianti elettrici di alimentazione degli apparecchi costituiscono la causa principale degli infortuni: questo perché in Italia l'impianto elettrico è trattato con superficialità e non con la competenza e la professionalità che richiede: purtroppo da noi la sicurezza elettrica è ancora considerata un optional di cui si può fare a meno. L'utente non può proteggersi da solo contro questa situazione di completa anarchia elettrica: occorre un intervento legislativo che, pur tenendo conto delle esigenze delle varie categorie interessate, privilegi soprattutto l'interesse generale. In risposta al vuoto legislativo esistente, alcune Regioni hanno iniziato a fare leggi regionali per mettere ordine nell'Impiantistica elettrica. Ma come si può sperare che iniziative locali possano risolvere un problema di tale rilevanza generale"? E' necessario qualificare installatori e progettisti, educando inoltre l'utente a un uso corretto dell'energia elettrica, attraverso i mezzi di informazione e la scuola. Il mercato va bonificato dagli apparecchi elettrici pericolosi che vnegono ormai venduti soltanto nei Paesi in via di sviluppo e in Italia, come le prese a spina non conformi alle norme di sicurezza, veri assassini che si introducono nelle nostre case e nelle fabbriche con licenza di uccidere. Non è facile condensare i risultati della ponderosa ricerca, raccolta in un vo- lume di grande formato con oltre 600 pagine, ma si può tentare di illustrare qualche dato. II 50 per cento degli infortuni elettrici accade sul lavoro, il 40 per cento negli edifici residenziali, il 10 per cento in altri ambienti. Come si vede, stare in casa o fare dello sport è altrettanto pericoloso che recarsi al lavoro. Tra gli infortuni elettrici domestici, il 25 per cento accade ai bambini: il 34 per cento avviene nel locale da bagno (un infortunio mortale il mese è provocato dall'asciugacapelli); il 23 per cento degli infortuni mortali per contatto diretto con gli elementi sotto tensione sono provocati da prese a spina; il 40 per cento è causato dagli impianti elettrici utilizzatori che alimentano gli apparecchi. Frendendo in esame gli infortuni elettrici sul lavoro, il 30 per cento avviene nei cantieri edili (a causa soprattutto delle betoniere impiegate per impastare il cemento); il 90 per cento vede coinvolta la bassa tensione comunemente usata (220 V); l'86 per cento degli infortuni mortali per contatto indiretto accadono con im- pianti di terra esistenti ma mai verificati (come Invece dovrebbero essere per legge); il 60 per cento degli infortuni nei cantieri edili trae origine da inosservanze alle norme sull'impianto elettrico che alimenta gli apparecchi. Per quanto riguarda le linee aeree, mediamente una persona la settimana perde la vita per contatto accidentale con esse; il 72 per cento degli infortuni con linee aeree (sul lavoro) avvengono nei cantieri edili; il 19 per cento dei contatti con linee aeree (non sul lavoro) avvengono tramite le modernissime canne da pesca in fibra di carbonio. Quest'ultima considerazione introduce i problemi non ingegneristici della ricerca, connessi con la percezione del rischio e gli altri aspetti psicofisiologici che sono sempre collegati ad ogni infortunio. Con finalità di ricerca scientifica in termini ampiamente polidisciplinari, è stata anche annunciata una articolata collaborazione tra il Cnr e la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Torino, per la raccolta dei dati e l'analisi di tutti gli infortuni mortali che si verificano in Piemonte. I dati qui riassunti verranno analizzati al Politecnico di Torino oggi e domani. Hanno aderito circa 400 tecnici dell'Ispettorato del lavoro, delle Usi, delle Aziende pubbliche e private che si interessano di sicurezza in genere e di sicurezza elettrica in particolare. Polarizza 1 attenzione, dal punto di vista tecnologico, il rapporto del professor Carrescia e dell'ingegner Tommasini, suo collaboratore. Enrico Pastore INFORTUNI DA ELETTRICITÀ ! O IN ITALIA «■3 IC Mortali Non mortali 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550

Persone citate: Enrico Pastore, Tommasini