Sulle ali della libertà torna a volare la voce di Joan Baez di Enzo Gentile

Sulle ali della libertà torna a volare la voce di Joan Baez Sulle ali della libertà torna a volare la voce di Joan Baez E9 un'attitudine istruttiva quella di osservare manovre e spostamenti di mercato: si inpara che l'industria si orienta spesso a ondate, secondo flussi e correnti che finiscono per influenzare la concorrenza e il pubblico in profondità, ma partendo da spunti e scelte abbastanza casuali. L'insegnamento più chiaro di recente è venuto dall'emisfero femminile della canzone: l'imperioso successo di Suzanne Vega con quei suoni semi-acustici, con quella vocina delicata e un'immagine sfumata, eterea, senza spigoli, ha suggerito di spingere in una ben precisa direzione e così dal vivaio di alcune case discografiche si sono da poco affacciate alcune ragazze molto più che promettenti, di cui si ascolterà e si parlerà parecchio. Due su tutte: la nera americana Tracy Chapman che ha già guadagnato gli onori della copertina di Rolling Stone e l'etichetta di «miglior nuovo talento del 1988», e la bianca inglese Melissa Etheridge che ha appena prodotto un album confortante se non sorprendente, con la classica formula di folk-singer sobria e senza fronzoli, provvista di forza interpretativa e ispirazione. Guardare alle radici di questi sintomi musicali consente con un certo agio e con le necessarie giustificazioni di risalire ad alcuni protagonisti del nostro passato, per lungo tempo dimenticati, almeno sotto il profilo discografico. E' il caso di Joan Baez che non è vegliardo più di altri (è nata il 9 gennaio 1941, nello Stato di New York), ma la cui immagine, la cui traiettoria artistica, rimandano immancabilmente ai soliti, inaffondabili Anni Sessanta Quella è sicuramente una sorta di prigionia per Joan, un'identità vera solo in parte, comunque difficile da scrollarsi di dosso. L'esordio, d'altronde, risale addirittura al 1959. al Festival di Newport, allora vetrina importantissima per i talenti legati alla canzone di qualità. I quasi trent'anni trascorsi non hanno però incrinato o appannato la voce di Joan, lo strumento prezioso dell'artista, come dimostra il nuovo album, Recently, in queste settimane pubblicato in Italia dalla Virgin. Chi ama un sentimento classico, scevro di inutili urgenze moderniste, saprà apprezzare e trovare quel che desidera ih questa che è ormai una rarità fra le pubblicazioni in vinile. Secondo quelle che sono le sue abitudini consolidate, Joan Baez si affida, nella quasi totalità, a composizioni altrui — solo un paio sono firmate direttamente, a conferma di una ridotta fecondità d'autore, peraltro ben conosciuta —, optando per una tradizionale vena d'impegno civile e sociale, a favore della libertà e della pace, innestandosi cosi sul filone da sempre frequentato. In questo contesto la resa garantita dalla Baez (die dopo metà luglio è annunciata per alcuni concerti in Italia) è di alto livello, densa di belle versioni cui solo si può rimproverare un'altra caratteristica (difetto?) messa in evidenza lungo tutta la carriera: quell'impostazione vocale portata quasi a drammatizzare, a gravare sulla forma e sulla struttura della canzone. Ecco dunque che vicino alla rilettura corretta, intensa di Biko, cui Joan aggiunge nell'arrangiamento una robusta sezione di cornamuse, si ritrovano anche due pezzi come Brother in arms dei Dire Straits e Mlk degli U2, le cui variazioni sono profonde e forse non tutte pertinenti. La licenza che Joan Baez si è presa, d'altronde, è non solo legittima, ma addirittura da appoggiare, se non altro per aver voluto fornire una patina di ufficialità e di consacrazione, anche fuori dai confini più stretti del rock, ad autori come Knopfler, Bono e compagni che promettono in effetti di restare, anche oltre le cronache stagionali della nostra musica. Tra le altre pagine di Recently, da segnalare è un pezzo scritto da Johnny Clegg, voce africana legata al movimento anti-apartheid: Jocn Baez rivisita la sua Asimbonanga e, nonostante la ripresa sia di parte bianca e non nera, quale fu in origine, l'effetto è piuttosto intenso e ricco di umanità, una testimonianza di coscienza e di partecipazione che, una volta di più, tra i solchi di vinile proprio non guasta. Enzo Gentile «Recently», il nuovo Lp della cantante americana che sta per arrivare in tournée in Italia

Luoghi citati: Italia, New York