Max Frisch • V non scrive più si interroga

Max Frisch • V non scrive più si interroga Un ritratto dell'autore di «Montauk» Max Frisch • V non scrive più si interroga NEW York, 7 maggio 1981. E' la prima volta che pranziamo insieme. Da Sweet's, un ristorante a cui Max Frisch è affezionato. Vi si mangia il pesce ed è frequentato dagli uomini d'affari della vicinissima Wall Street. Lo scrittore svizzero di lingua tedesca aveva settantanni e aveva appena pubblicato sul New Yorker il capolavoro della vecchiaia. L'uomo nell'Olocene. Storia di un pensionato che vive solo e che s'interroga sul destino della specie, proiettando sul mondo il sentimento individuale di una catastrofe geologica incombente. Frisch ha avuto presto nella sua vita la cognizione della vecchiaia. Nel suo Diario del 1968 si diverte a immaginare gli statuti di un'associazione che lotta contro l'invecchiamento dell'Occidente. A partire da! momento to cui i sintomi d<-lla senilità raggiungono una soglia fatidica, i soci devono incoraggiarsi l'un l'altro al suicidio. Ma dieci anni dopo i fondatori del sodalizio sono ancora tutti in vita, nonché patentemente oltre ; limiti d'età. Nel promemoria ad uso degli adepti si legge infatti: -Nessuno vuole saneTe ciò che l'attende con la vecchiaia (...). Per aver cura di noi facciamo della vecchiaia un tabù: l'uomo che ne è colpito deve tacere anche a Stì stesso guanto sia repellente l'invecchiare. Ciò ritarda il suicidio fino al momento in cui per compierlo mancheranno anche le forze-. Nel 1981 Max Frisch viveva in una soffitta di Soho con una giovane americana. Ne aveva narrato l'incontro in Montauk. ui. libro sorprendente, uno di quelli che tutti vorrebbero avere scritto, una sorta di romanzo-diario che rinnova il genere autobiografico: il semplice racconto di un week-end, che lo scrittore trascorre con questa giovane donna senza pensare al domani (-Ci sarà un'ultima donna e io mi auguro che sia Lynn; avremo addii facili e buoni-). La pubblicazione del libro, nel 1975. aveva affrettato il divorzio dalla seconda moglie, una donna anch'essa molto più giovane di lui. Sobrio e discreto, almeno quanto lo si può essere quando si prende a scrivere senza pudori la propria vita sentimentale, Frisch evocava specialmente la passione piena di lampi, di tenerezza e di rimorsi per la grande poetessa Ingeborg Bachmann, lasciando intravedere il naufragio della loro fragile imbarcazione matrimoniale. Poi il film girato sul Diario e su Montauk dal documentarista svizzero Richard Dindo gli aveva fatto di nuovo incontrare Lynn, quasi per caso. Con Lynn, che adesso aveva trentasette anni, inizia un rapporto senza avvenire: lei voleva un bambino, lui non voleva mettere al mondo un orfano di padre. Ma parlò di questo con tutta franchezza, perché è un uomo di verità, non brutale o cinico, ma lucidamente spietato con gli altri e con se stesso: per scelta e per temperamento. Negli anni seguenti mi sono ricordato di una trase che Frisch mi disse da Sweet's: -La coppia è una zattera che si sfascia e sulla quale remiamo verso una terra che nemmeno immaginiamo: una terra di rapporti nuovi tra l'uomo e la donna-. Aveva aggiunto: -Lei è fortunato, quarantanni per un uomo possono essere la più bella età della vita.. Zurigo. 26 aprile 1988. Ci incontriamo alla Kromehalle, il Lipp di Zurigo. Max Frisch quattro anni fa ha lasciato improvvisamente New York e si è di nuovo stabilito nella città natale, che ama e odia come una madre. Alle pareti del ristorante ci sono dipinti di Renoir, Marquet, Kandinsky, Max Ernst, Oiacometti. Non si tratta di riproduzioni: Zurigo è la città più ricca del mondo. Lo scrittore è invecchiato? Sono trascorsi sette anni dall'incontro di New York. Ha i capelli bianchi e si è appesantito. Prenderà solo asparagi perché deve riguardarsi. Tredici anni fa in Montauk scriveva: -Non voglio diventare molto vecchio.. Ma non è una buona ragione, ora, per affrettare la fine iniettandosi del colesterolo. Non fuma più la pipa e riesco a immaginare il sacrificio. L'incontro non è un'intervista. Interviste non ne rilascia più. A che scopo ripetere ciò che è già stato detto? Sarà dunque un ritratto. Lui ha la stessa idea: perché non raccontare le due colazioni, New York e Zurigo? Mi domanda con un sorriso: .E la vita sentimentale?.. Prendo la domanda nell'accezione impersonale, come l'avrebbe posta in uno dei terribili interrogativi del Diario: « Vi piacerebbe essere vostra moglie?.. Lui attualmente ha una nuova compagna, non giovane, con cui però non convive. Mi racconta com'è finito il legame con Lynn, l'errore commesso nel ricondurre continuamente i loro dissensi alla differenza d'età, e la sua colpa di sempre: l'idea assurda (ma tenace) che bisogna sal¬ vare la donna amata. Il ritorno a Zurigo è stato una fuga per non ricadere in questo errore. Con calma Max Frisch mi annuncia che non scrive più. Sorrìdere non è la miglior cosa che uno possa fare davanti a una notizia del genere. Ma io sorrido lo stesso. Non può o non vuole più scrivere? Mi dice che dopo l'ultimo libro, Blaubart, ha cercato di scrivere un nuovo volume del .Diario, ma che non è riuscito a trovare la forma che cercava; gli è venuta a mancare la spinta e ha distrutto ogni cosa per non essere tentato a tornarci. Che cosa gli manca? Forse la sicurezza della memoria immediata, che consente di avere presente quanto si è scritto il giorno prima e il giorno prima ancora; di concepire il libro come una forma totale entro cui operare il montaggio degli elementi. Per Frisch la scrittura è questo. Ovvio che abbia pensieri e se li formuli. Può anche capitare che Ji annoti, ma non ne esce un libro, n libro è una costruzione e Max Frisch è un architetto. Quando lo vidi a New York stava costruendo con le sue mani il modellino di una casa di campagna per il suo edi¬ tore. Al muro erano fissati i fogli di un manoscritto: come le scene di un film o le sequenze di una sceneggiatura che uno sposta, sostituisce, rimette. Per costruire una casa o per scrivere un libro occorre un piano, una memoria inventiva e sintetica. Frisch non fa più affidamento sulla memoria. Andiamo a casa sua, che è a due passi, in pieno centro. Qui il costo di un metro quadro è senza dubbio il più caro del mondo. Appartamenti in pratica non ce ne sono più. Lo scrittore ne affitta uno, a prezzo d'oro, in una casa costruita da un celebre architetto postmoderno: un appartamento signorile distribuito su due piani, tutto bianco, con un terrazzo sul tetto, da cui si vede il lago e un patio chiuso da una vetrata massiccia a causa del cantiere per la nuova stazione della metropolitana. Tele moderne alle pareti, un Poliakoff quasi monocromo, un grande disegno decorativo a carbone comprato nello Yucatan, un piccolo disegno di Picasso, dono'della città di Zurigo e un manifesto che riproduce una tela di Aloise: una donna dal busto generoso, coperta di collane, Imponente, matronale. Ha 1 polsi tagliati di netto, come un grido cruento, un urlo: .Sin Schrei', mi dice Frisch, nessuno lo nota. Guardo l'ampio tavolo da lavoro perfettamente ordinato, le lettere ben sistemate a cui la segretaria risponderà, e poi la vecchia macchina per scrivere, che lo scrittore non usa più. Ormai ridotta a una reliquia, mi sembra che mandi un grido silenzioso di protesta. Mentre va a riposarsi e un po' anche a leggere (sta rileggendo Schopenhauer e Nietzsche, di cui ammira moltissimo lo stilista), mi fa sedere su una poltrona Charles Eames e mi fa vedere il video-film realizzato con le sue conversazioni dall'amico Philippe Pil11 od. La televisione tedesca WDR lo ha diffuso integralmente In quasi venti ore di emissione. Le due ore e mezzo che passo a guardare il film mi sembrano le migliori che siano mal state dedicate alla parola di uno scrittore. Frisch se ne Investe totalmente. Si capisce che cosa vuole dire quando sostiene che un intellettuale ha un rapporto erotico con la verità. Chi altri potrebbe affermare senza retorica: -La morte è il cadavere che cresce in me e che diventa più pesante via via che ingrosso.. Spiega che ci sono due tipi di letteratura: l'inno, la lode indirizzata alla vita (come 11 poema Al sole di Ingeborg Bachmann), e l'elegia, il lamento, la protesta contro la vita come'è. La sua letteratura è elegiaca: ispira il desiderio che le cose accadano diversamente. Il mondo potrebbe essere diverso. La resistenza è la sola forma della speranza e 11 compito dell'arte è rappresentare l'utopia. L'artista non si rassegna al mondo com'è, proprio nel momento in cui lo mostra tale e quale, con la sensibilità e la collera che sono necessarie al processo creativo. Quando Frisch ritorna riprendiamo la conversazione da qui. La collera è sempre presente. Anche la sensibilità. Ma soprattutto 11 brio e lo humour. Guardiamo lo sventramento del cantiere dalle finestre. Oli zurighesi hanno bisogno della metropolitana per raggiungere il posto di lavoro dai sobborghi. «Afa lei crede — mi dice — che il brutto sia indispensabile?.. E mi mostra ridendo i motivi ornamentali di cui l'architetto, un signore che ha vinto un concorso, ha creduto di infiocchettare un lastrone di vetrocemento. Non lontano lo Schauspielhaus registra il «tutto esaurito». Danno Andorra, l'opera di Max Frisch più rappresentata del mondo: la storia di un paesino che si sceglie un capro espiatorio nella persona di un giovane ebreo. Oggi in Svizzera il giovane ebreo Andri potrebbe essere un immigrato turco. Nessuno ha consultato Max Frisch sulla messinscena e lui non è andato a vedere lo spettacolo, ma degli amici gli hanno riferito che non ha mordente. Parliamo dell'Urss. Io ne arrivo. Lui vi tornerà quest'estate, dopo aver partecipato In febbraio al simposio degli scrittori organizzato da Oorbaciov. Ha detto ai russi ia stessa cosa che ha detto agli americani: -Sema pensiero alternativo un altro secolo non ci sarà.. E giorno dopo in albergo leggo l'ultimo testo pubblicato da Frisch sulla rivista «Finspruch» (Obiezione), un titolo che gli si adatta benissimo. E' ancora un questionario. Domanda n. 1: .Siete sicuri che la sopravvivenza della specie umana vi possa veramente interessare, anche quando voi e i vostri conoscenti non ci sarete più?.. Domanda n. 2: .1 dinosauri sono vissuti 250 milioni di anni: come immaginate una crescita economica di 250 milioni di anni? (Rispondere con qualche parolachiave.). Un augurio per 1 settantasette anni: che Max Frisch continui ancora a lungo a interrogarci cosi. Michel Contat Cop)TÌgbt «Le Monde» e per ritalk (La Stampa» Max Frisch Illustrazione di Escher (pari.)