Un Catasto... di ingiustìzie

Un Catasto... di ingiustìzie Per gli alloggi più modesti Un Catasto... di ingiustìzie Va bene solo in 4 province «austriache» Cerchiamo, ancora una volta, di esaminare attentamente la situazione del catasto, all'origine ogni giorno di tante ingiustizie fiscali. Il presidente della Confedilizia ha ricordato che esistono in Italia 4 province (Bolzano, Trento, Gorizia e Trieste) nelle quali il catasto è •perfettamente aggiornato e perfettamente funzionante*. Il perché vale la pena di ricordarlo: in quei territori è sostanzialmente rimasta in vigore la legislazione dell'imperatrice Maria Teresa e le scritturazioni hanno valore probatorio della stessa proprietà; è quindi interesse di tutti che il catasto funzioni e sia aggiornato. Il fatto Invece che in tutto il resto dell'Italia i documenti catastali abbiano solo valore fiscale rappresenterebbe una difficoltà grave, poiché nessuno si cura di tenere aggiornato uno strumento puramente tributario e nessuno finora ha osato mettere le basi di una nuova imposta. Si è molto parlato di imposte patrimoniali; ultimamente si è accennato ad un balzello che non dovrebbe essere una patrimoniale, ma un tributo sul valore e non sulla rendita. Esistono nel mondo progredito nel campo fiscale imposte del genere, come nella Germania Federale, in Svizzera e negli Usa. In questi tre Paesi però il catasto è un organismo che riflette esattamente la realtà dei fatti ed il cui aggiornamento non richiede, come in Italia, un decennio per ogni voltura catastale. Nel nostro Paese la realtà di tutti i giorni ci insegna che I valori catastali applicabili agli atti di trasferimento tra vivi ed alle successioni ben raramente coincidono con il valore reale. Da un punto di vista generale, si può affermare che gli alloggi di un certo pregio (categorie A/1, A/2 e A/3) sono valutati intorno alla metà del loro valore. Di conseguenza, i valori catastali vengono sempre invocati dal contribuente che ne riceve un indubbio risparmio fiscale. Diversa e parimenti ingiusta e perversa è la posizione degli alloggi più modesti, popolari ed ultrapopolari, che vengono valutati catastalmente al di sopra del loro valore, danneggiando cosi le classi di contribuenti più disagiate. Colui che compera un alloggio popolare lo paga normalmente meno di quanto esso è valutato dal catasto ed in tal modo si espone all'accertamento da parte dell'amministrazione finanziaria che può anche notificare un valore superiore a quello che risulta dai dati catastali. Per i negozi la situazione è ancora peggiore: il valore catastale è spesso da dividere per 10 per ottenere quello reale. Ogni compravendita di negozio comporta quindi di per sé una lite fiscale; anche l'estensione dei valori catastali agli stabili non censiti provoca disagi ed ingiustizie, proprio perché basata su dati non corrispondenti al vero ed estesi a situazioni diverse. Noi crediamo che. non solo ai fini delle imposte dirette, ma anche per determinare i valori, occorra adeguare il catasto quanto meno ad una realtà media: si tratta di un lavoro lungo, ma non tanto se si pensa che le previsioni oscillano sui 3 anni. L'operazione avrà un certo costo che però è necessario per ottenere una più equa distribuzione del carico tributario. Il catasto, seguendo gli insegnamenti dell'imperatrice Maria Teresa, dovrebbe tassare il reddito medio di categorie di immobili: è ciò che avviene in Italia, ma i redditi medi sono staccati dal reale dalla fantasia dei politici che hanno inventato i coefficienti di rivalutazione che non tengono conto di tanti elementi di fatto. Gianfranco Gallo-Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo-orsi, Maria Teresa