Giannini promette una trincea a prova di bomba

Giannini promette una trincea a prova di bomba Giannini promette una trincea a prova di bomba «Tutti avanti e tutti indietro, per rompere il bel meccanismo geometrico dei sovietici e poi colpirli in contropiede» - «Non vedo grosse individualità fra i prossimi avversari, solo Protassov è un campione» DAL NOSTRO INVIATO STOCCARDA — E' il 20 lebbraio dell'88 e Giuseppe Giannini rischia di essere travolto dal poderoso Bessanov. Italia ed Unione SvU>tica si studiano, la partita non entra ancora nelle fasi calde. Poi. all'improvviso, il vento tiepido di Bari risveglia quel suo talento pigro. Giannini indossa di nuovo la marsina, si restituisce al ruolo di princijie del centrocampo e ogni geometria torna ad appartenergli di diritto. Vicini trova l'uomo faro che tanto ha cercato. Gli schemi passano dai piedi del regista prima di essere finalizzati da Vialli. eroe esplosivo della giornata. L'Unione Sovietica, in ritardo di preparazione dopo il lungo letargo invernale, viene modificata per 4 a 1. Ma chi costruisce sogni e illusioni su ou°I punteggio non ha senso •i istico. Per fortuna, gli azzurri, giovani e spregiudicati ma già carichi di esperienza, sfuggono al tranello e. a cominciare da Giannini, sostengono che -prendere come att"ndibile punto di riferimento quel successo di Bari sarebbe presuntuosa follia'. Il calendario, dopodomani al Neckarstadion. ripropono quella sfida. Gli azzurri della spavalderia si ritrovano davanti all'armata rrssa non più invincibile ir.0. senza dubbio più astuta di quanto lo f'-sse a Città del Messico e ouest'inverno contro l'Italia. E. in quanto a p: e; orazione, assai vicina al top Sul modo : il iore di affrontarla O mnini ha un'opinione eli ' sprime cosi: -Le rcsponsaui'ità so¬ no cresciute in proporzione allo pf'ltacolo offerto ed ai risultati ottenuti. -Jra siamo in semifinale e dobbiamo giocare contro una grandissima avversaria. L'abbiamo citi battuta, ma ogni partita ha una storia diversa da raccontare. Quest'inverno i sovietici pacarono a zona, ora hanno rivisto l'assetto difensivo, sono più attenti sull'uomo, più furbi, e il libero non si allontana troppo dall'area. Il loro punto di forza è il centrocampo, la loro stella è Protassov, il punto debole la difesa, che proteggeranno con una squadra corta e sempre in movimento. Un bel congegno. Come fermarlo? Avendone rispetto ma non paura, aggredendolo come abbiamo fatto con la Spgna, usando spregiudicata sapienza, imponendo il nostro gioco» Ogni match di calcio ha un gioco delle parti, che, dunque, si rovesciano. E se fosse l'Unione Sovietica ad aggredirvi con pressing che non dà respiro? E se Bergo¬ mi. Baresi, Ferri e Maldini ossero sottoposti ad un'insistente offensiva? Giannini sorride, ha pronta la ricetta che rivela subito: 'In tal caso, saremo noi del centrocampo a proteggere il pacchetto arretrato, con la compattezza die finora ci ha distinto. Tutti avanti e tutti ndietro, non credo che l'Unione Sovietica possa divertirsi molto. Il nostro scopo è farle perdere il possesso della palla, obbligarla all'errore per rompere quel bellissimo meccanismo geometrico, poiché ad eccezione di Proassov non dispone di grosse ndividualità. E, se possibile, colpirla in contropiede». Giannini confessa di tracorrere le ore libere giocando a carte, in coppia con Vialli, contro De Agostini e Cravero, di leggere giornali, di vedere la televisione e qualche film. Il «principe, (il nomignolo gli è stato attri¬ buito da Chierico nel 1981) compie una piccola ricognizione intorno al campionato europeo. • L'Italia rappresenta la realtà più funzionale e spettacolare del campionato — conclude il regista —. L'Eire la sorpresa, nonostante l'eliminazione. Ha deluso l'Inghilterra, anche se ha l'attenuante della sfortuna. Il particolare die più ha impressionato favorevolmente è l'affetto da cui siarno circondati. I tifosi sono impagabili, ma noto che anche voi giornalisti ci state dando un aiuto incredibile. Forse noi ce lo meritiamo, però non andate alla ricerca, come spesso accade, dello scoop die può crearci difficoltà psicologiche». Giannini ha visto giusto, ma il merito è soprattutto degli azzurri. Nessuno dà niente per niente. a. c.