Vicini «Questa semifinale merita la tripla»

Vicini: «Questa semifinale merita la tripla» Il et rispetta l'Urss, ma non ne ha paura: «Giocheremo senza complessi perché abbiamo la possibilità di vincere» Vicini: «Questa semifinale merita la tripla» Nell'altra partita l'allenatore vede favorita la squadra di Beckenbauer: «Ma i tedeschi prima o poi perderanno...» - Confermato l'undici base, resta in allarme la panchina «che sarà di grande aiuto, sia durante la partita che negli eventuali supplementari» dal nostro inviato BRUNO BERNARDI STOCCARDA — Azeglio Vicini non tocca la formazione che mercoledì sera al Neckarstadion affronterà l'Urss in semifinale, ma cambia la strategia logistica. A Duesseldorf. Francoforte e Colonia, la squadra viveva in lussuosi alberghi nel caos del centro, a Stoccarda abita sulla collina di DegerlochVValdau. - Venivamo — spiega Vicini — da due settimane di preparazione in centri sportivi e. per le prime tre gare, non volevo che la squadra si sentisse ancora isolata: dopo aver superato il turno c'è bisogno di tranquillità, di recuperare le forze in relajc. Quando ci fu il sorteggio, fa¬ cemmo un giro degli alberghi nelle varie sedi. Qui imparai che il Mon Repos di Ludwigsburg, quello che ci ospitò nel'74, era stato prenotato dall'Inghilterra. Non l'avrei scelto, ma trassi un sospiro di sollievo e dissi che gli inglesi di strada ne avrebbero fatta poca: tornano a casa con tre sconfitte. Una coincidenza?-. Al Mon Repos accadde di tutto in una squadra dilaniata dalle polemiche, dalle gelosie, ma Vicini, che allora era collaboratore di Valcareggi, preferisce parlare dell'«Europeo» che vede l'Italia protagonista e il presidente Matarrese elogiare il lavoro del et., che ha fatto ritrovare il gusto agli italiani di ramare gli azzurri, e il contributo dei rincalzi con il loro comportamento. Il Waldhotel domina la città dall'alto. E' immerso nel verde, tra prati, campi da tennis e boschi, circondati da una rete di protezione che consente ai tifosi, assiepati sul sentiero in mezzo agli alberi, di avere un contatto con gli azzurri, sotto lo sguardo attento e tollerante dei poliziotti e di Vicini che non si sottrae alla massiccia richiesta di autografi. I brillanti risultati l'hanno reso popolarissimo tra i nostri immigrati. E lui sa che, per quanto remoto e superato dal trionfo di Madrid '82, l'Italia- deve cancellare l'amaro ricordo della fallimentare spedizione di 14 anni fa. Sogna Monaco, il titolo europeo e, con esso, quello di Grand'Ufficiale della Re¬ pubblica (nel '70 fu nominato cavaliere, nel '78 cavaliere ufficiale e nell'82 commendatore), onorificenza conferita a Bearzot dopo il successo in Spagna. Vicini sa che, d'ora in poi, la maggior freschezza avrà un ruolo importante: -I russi sono più massicci di noi ma anche loro accusano la stanchezza'. Non modifica la squadra -perché l'esperienza insegna che chi gira bene cambia pochissimo anche se qua e là c'è la sensazione della fatica', ma tiene In allarme, più che mai. la panchina »che ci sarà di grande aiuto, sia durante la partita che in previsione di eventuali supplementari'. E se finisse ai rigori? « Vin¬ ciamo noi: la mia Under 21 a Valladolid e la falcidia nelle Coppe delle italiane dal discìietto di due anni fa è acqua passata», risponde Vicini che sta addestrando gli specialisti Baresi. Giannini, Donadoni, Vialli, Mancini e Altobelli. Si affrontano le due Nazionali con più ammoniti: il compito dell'arbitro belga Ponnet sarà ancora più delicato in funzione della finale? 'Chi na già un cartellino giallo starà più attento nelle proteste e nei falli inutili, non nei contrasti. Nessun condizionamento per gli azzurri, fiduciosi e consapevoli di potercela fare ad arrivare a Monaco. Sarà un incontro difficilissimo e spero equilibrato. Da tripla. Per l'altra semifinale, quasi una rivincita della finalissima di Monaco 74, pronostico il successo per 2-1 della Germania Ovest. Do una leggera preferenza ai tedeschi che. prima o poi, perderanno...». In Messico, quando l'Urss travolse l'Ungheria, si parlò di calcio del duemila. Poi venne eliminata dal Belgio. Quella lezione ha fatto dei sovietici una squadra «italiana»: contropiede, pressing e tràppola del fuori gioco. Come intende opporsi? «/ reduci dal Mundial sono otto-nove, ma sono più sparagnini, compatti e chiusi, con un libero fisso. Hanno difensori alti che potrebbero soffrire la nostra agilità e rapidità. Solo Rats, che dovrebbe controllare Donadoni, è meno interditore. A cen¬ trocampo, Zavarov è l'ispiratore, il fantasista. E' svelto e il gioco di qualità passa da lui. Belanov e Protasov sono punte mobili ma Ferri e Bergomi sono eclettici. Quanto alla trappola dell'offsicU, se dà frutti come con il Belgio in Messico, ben venga». A Bari, Vialli con due gol si è smascherato. E' uno svantaggio? « Gianluca scorrazza in tutte le direzioni, è difficile dà marcare. Che i russi lo conoscano è ininfluente. Anche se con l'Urss, come con Inghilterra, Uruguay e la famigerata Corea del Nord, il nostro bilancio è in rosso, giocheremo senza complessi e senza arroganza, per lasciare una bella immagine. Se ci riusciremo, è possibile arrivi anche il risultato».