Due «pendolari della rapina» presi dopo l'assalto in banca

Due «pendolari della rapina» presi dopo l'assalto in banca Momenti di panico, ieri mattina, in corso Casale vicino al mercato Due «pendolari della rapina» presi dopo l'assalto in banca I malviventi erano appena giunti da Catania - Inseguiti dalla polizia, uno è ferito a un piede Due banditi eatunesi -pendolari della raj.:1 i- sono st- ^estati ieri dalla poli. pochi istanti dopo aver atto irruzione in una banca di corso Casale Uno. Salvatore Egitto. 30 anni, si è bito arreso consegnando i circa 45 milioni del bottino. Il complice, Giovanni Motta, 23 anni, ha tentato la fuga ma, dopo un lungo inseguimento, è. stato ferito ad un piede dal proiettile esploso da un agente. Alle Molinette, è slato giudicato guaribile in 30 giorni. Ore 10: nell'agenzia 2 della Banca Coi'.imerciale Italiana in corso Gabetti 2/A. oltre al direttore, Piergiovanni Ronchietto e agli impiegati ci sono una ventina di clienti, in gran parte commercianti del vicino mercato di piazza Borromini. Ricorda uno di loro: -Nessuno credo abbia fatto caso a quei due giovani. Sono entrati tranquilli, sorridenti. Solo quando si sono trovati nel salone abbiamo capito cosa volevano-. Senza neppure tentare di nascondere il viso, i rapinatori estraggono dalle tasche due revolver. Un bandito, rimasto di guardia accanto alla doppia porta, grida: -Non fate scherzi, state in silenzio e con le mani alzate-. L'altro, che regge una grossa borsa, con un balzo salta il bancone. «Si è diretto subito verso il retro urlando che voleva i soldi — racconta un cliente della banca — die dovevano aprirgli la casseforte. Ma qualcuno ha spiegato loro che, con il meccanismo a tempo, ogni tentativo era inutile-. I malviventi ripiegano sulle casse, arraffano manciate di banconote Nel frattempo, alla Centrale operativa della polizia scatta l'allarme, via radio si impartiscono le direttive per far convogliare in zona le auto dello speciale servizio antirapina e le volanti disponibili. Ma i due banditi non lo sanno e si attardano qualche minuto a raccogliere il bottino. Cosi, quando decidono di fuggire, sono già in arrivo gli agenti scelti della narcotici, Martina e Costabile. -I rapinatori sono usciti con le armi ancora in pugno — spiega un passante — . Subito due poliziotti in borghese li hanno affrontati intimando la resa-. L'azione si svolge sotto gli occhi attoniti di centinaia di persone che, a quell'ora, affollano il vicino mercato di piazza Borromini. «Abbiamo visto che uno ha alzato subito le mani — racconta una donna —. // complice invece, con un guizzo, è fuggito a piedi verso corso Casale aprendosi la strada con la pistola in pugno, tra le urla dei passanti-. L'inseguimento dura una decina di minuti lungo via Figlie dei Militari, via Vittone e ancora in corso Gabetti. E qui. lontano da passanti, l'agente intima l'alt, esplode un colpo di pistola in aria e quindi spara verso il fuggiasco. Il proiettile raggiunge Giovanni Motta al piede sinistro e lo costringe alla resa. Alle 10,30 tutto è finito. Poi, in questura, durante la ricostruzione dei movimenti degli arrestati per identificare eventuali complici, emerge un particolare inquietante. Sia Giovanni Motta sia Salvatore Egitto risiedono a Catania e sembra che siano giunti a Torino solo per compiere questa rapina. «Sono pendolari — dice la polizia — cosi speravano di sfuggire all'identificazione e alla cattura. Ma hanno fatto male i conti». Adriano Provera Salvatore F.gifto, catturato dagli agenti della Mobile, e Giovanni Motta, ferito

Persone citate: Adriano Provera Salvatore F., Costabile, Giovanni Motta, Piergiovanni Ronchietto, Salvatore Egitto

Luoghi citati: Catania, Torino