Sull'Aids «guerra» tra Vaticano e vescovi Usa

Sull'Aids «guerra» tra Vaticano e vescovi Usa Lettera di Ratzinger ai prelati riuniti in Minnesota: «La Chiesa non può ammettere il profilattico» Sull'Aids «guerra» tra Vaticano e vescovi Usa E' il secondo «avvertimento» dell'autorità di Roma • Divisa la conferenza episcopale statunitense - «Troppa indulgenza con gli omosessuali» - Alla fine dell'87 la Santa Sede aveva «bloccato» un documento che consigliava l'uso del preservativo per evitare il contagio CITTA' DEL VATICANO — E' battaglia aperta fra gli Stati Uniti e il Vaticano a causa dell'Aids. Il documento dei vescovi americani sulla peste del secolo, che doveva essere approvato ieri dall'assemblea della Conferenza episcopale statunitense riunita a Collegeville, nel Minnesota, sarà rivisto a causa di un veto arrivato da Roma, anche se da parte del vertice dei vescovi Usa sono in corso tentativi per salvarne la sostanza e le linee di fondo. La prima stesura del testo, intitolato «Le molte facce dell'Aids», infatti, è stata bocciata dal cardinale Ratzinger, che nei giorni scorsi ha inviato al presidente della Conferenza episcopale, mons. John May, una lettera nella quale richiama i vescovi americani ad un atteggiamento meno aperto nei confronti dell'omosessualità. La vicenda culminata nella censura di Ratzinger si inizia nel novembre scorso, quando i vescovi degli Stati Uniti decidono di affrontare la scottante questione dell'Aids in un messaggio pastorale. Seguendo una prassi oramai collaudata, una commissione riceve l'incarico di redige¬ re il testo del documento, che ai primi di dicembre viene approvato dai 50 membri della «commissione amminist'ratlva» della Conferenza episcopale. «Le molte facce dell'Aids, una risposta evangelica», viene pubblicato, e immediatamente suscita feroci critiche soprattutto da parte dei vescovi «moderati». In prima linea contro il documento scende il cardinale di New York. O'Connor, che lo definisce «un grave errore». Quello che «scandalizza» i vescovi che non condividono il documento è soprattutto un paragrafo nel quale si ammette che si possa accettare, come «male minore», l'uso dei profilattici per evitare l'Aids. *Noi siamo con¬ vinti che le uniche misure che preverranno con efficacia questa malattia al momento attuale siano quelle intese a educare e a cambiare comportamento*, si legge nella prima versione, quella contestata, del documento pastorale, in un'evidente riproposizione della linea seguita dalla Chiesa. Ma si aggiunge che gli sforzi del settore educativo, tenendo conto del fatto che spesso i responsabili, anche cattolici, si rivolgono a un pubblico di diversa fede, o non credente, 'potrebbero includere esatte informazioni sui profilattici o altri mezzi proposti da alcuni esperti medici come potenziali mezzi di prevenzione dell'Aids*. E' un accenno, ma basta per scatenare gli avversari della linea attuale della Conferenza Episcopale statunitense, che rimproverano ai vescovi, autori della prima ' stesura, di non proporre come unica soluzione la castità, seguendo le indicazioni date dal cardinal Ratzinger in una lettera ai vescovi sulla cura pastorale degli omosessuali nell'86, in cui si faceva un riferimento velato all'Aids. Inoltre, sostengono i fautori della linea «dura», l'uso del preservativo non è mai ammesso, dal momento che non può essere considerato, in base all'Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, uno strumento medico. Le polemiche spaccano la conferenza episcopale in due. e «qualcuno» decide di ricorrere a Roma, alla Congregazione per la Dottrina della Fede, prima che il testo arrivi ad essere discusso nell'Assemblea dei vescovi degli Stati Uniti, in programma per la fine di giugno. Il cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione, risponde con tempismo: una lettera che reca la sua firma e tratta del discusso documento viene recapitata a mons. May il 6 giugno. 'In una società che sembra sempre più sminuire il valore della castità, della fedeltà coniugale e della temperanza — si legge nella lettera — e preoccuparsi a volte quasi esclusivamente della salute fisica e del benessere temporale, è responsabilità della Chiesa fornire quella specie di testimonianza che costituisce una difesa della dignità dèlia sessualità umana che può essere realizzata soltanto nell'ambito della legge morale. Quando 'gli argomenti in discussione interessano la Chiesa universale sembrerebbe auspicabile consultarsi con la Santa Sede*. La «tirata di orecchi» di Ratzinger è ora al vaglio dei circa 250 vescovi americani che sono riuniti da ieri a Collegeville ^>er la loro Assemblea. E' improbabile, a questo punto, che essi decidano di approvare senza modifiche il testo «censurato» da Roma. Il cardinale Bernardin, arcivescovo di Chicago, capofila dei progressisti, rifiuta con energia di accettare «in toto» le critiche dei moderati e del cardinal Ratzinger. Sembra che per scongiurare questa ipotesi lo stesso Bernardin abbia già preparato un testo «sostitutivo» dei passi incriminati che non snatura il senso della prima lettera, il cui obiettivo era quello di mettere in evidenza la necessità di una educazione ad una sessualità responsabile in una società pluralista. m. tos.

Persone citate: John May, Paolo Vi, Ratzinger