I prezzi della guerra di Ugo Bertone

I prezzi della guerra I prezzi della guerra MILANO — Chi ha vinto e chi ha perduto? In materia di quattrini una domanda del genere può soltanto generare un mal mascherato fastidio tra i grandi della finanza, oscillanti tra la voglia di buona immagine e lo snobismo della riservatezza. Eppure, alla fine di uno scontro di queste dimensioni, la tentazione di scovare vincitori e vinti è talmente forte che non saranno in pochi ad esercitarsi in questa contesa; al di là degli aspetti sportivi, però, ci sono da trarre diverse osservazioni dalla battaglia del Belgio. 1) La partita è iniziata a gennaio, da parte della Cerus, con un obiettivo preciso: la conquista del ruolo di azionista di riferimento in una holding, la Sgb, di vaste dimensioni e in grado di far da polmone a un'espansione di proporzioni continentali. 2) La campagna, avviata da De Benedetti senza grandi preoccupazioni, si è rivelata assai più aspra del previsto. Sia la Cerus che la Suez hanno messo in campo più di duemila miliardi con un risultato desolante. 3) Né Suez, vincitrice in aprile, né Cerus, arenata con uno sterile 477o, hanno potuto fino ad oggi disporre di una effettiva possibilità di gestione o di riorganizzazione del gruppo. Inoltre, la corsa alla Sgb ha prodotto la scomparsa dell'azionariato di minoranza (magari arricchitosi) e, soprattutto, di una presenza belga nella compagine di comando Chiusa la fase della guerra di prestigio, i due condottieri, Renaud de la Genière e Carlo De Benedetti, hanno dovuto prendere atto che questo balletto delle cifre era destinato a non servire a nessuno. Di qui la necessità di cercare la via di un accordo dignitoso e proficuo per entrambi. 1) La holding di dimensioni continentali nascerà, probabilmente, ma su iniziativa e spinta della Suez. A lei. vecchia e autorevole banca francese, è toccato il ruolo di prim'attore e socio di maggioranza. 2) Dalla contesa De Benedetti esce solido come a fine '87 (ma sul piatto ha dovuto mettere la Buitoni). E' svanito però i! suo obiettivo di far da punto di riferimento principale nella Sgb. Al contrario, la sua Cir si ritrova oggi con un investimento di prestigio ma dal ritorno di lungo periodo quale quello nella stessa Suez ove è difficile pensare che la Cir potrà valere da azionista di riferimento. 3) La holding europea sembra tutta da costruire. Gli azionisti belgi sono in pratica spariti dalla Sgb e occorrerà un'opera paziente e illuminata per farli ritornare a prezzi coerenti con quelli segnati nella lunga battaglia. Ed è difficile costruire una holding continentale senza azionisti del Paese d'origine... 4) L'unica sconfitta, insomma, sembra quella del Belgio perché, semplicemente (come scrive Le Monde), da ieri la Sgb non appartiene più al Belgio. Le conseguenze? Lavorar di opa (il caso GeneraliMidi insegna) è ora più difficile in Europa. Ugo Bertone

Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti

Luoghi citati: Belgio, Europa, Milano