«Ustica, non fu un incidente militare»

 «Ustica, non fu un incidente militare» Il presidente De Mita ha consegnato al giudice tutti gli atti in possesso del governo «Ustica, non fu un incidente militare» Relazione dì Zanone al Consiglio dei ministri - «Da anni sono a disposizione del magistrato le registrazioni sul disastro aereo» - «Nessun segreto, né militare né di Stato» ROMA — 'Non è vero die il radar di Marsala restò inoperoso durante l'incidente. Le registrazioni non furono sospese prima del disastro ma quattro minuti dopo per una esercitazione programmata da due mesi. Tutte le fasi dell'incidente del DC-9 dell'Itavia sono quindi registrate e da anni sono nelle mani del magistrato inquirente'. Il ministro della Difesa Valerio Zanone rifa il punto a otto anni dalla tragedia e assicura che sull'episodio non c'è mai stato, non c'è, né mai vi sarà alcun segreto militare. Il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, che ha già inviato al giudice istruttore Vittorio Bucarelli il dossier raccolto dal ministro della Difesa, fa sapere inoltre che sul «caso Ustica, non esiste alcun segreto di Stato. Insomma, ogni reticenza passata o futura da parte di chicchessia non avrà motivo di essere, per cui il magistrato potrà regolarsi come meglio riterrà opportuno. Questo, in sostanza, il messaggio scaturito dalla conferenza stampa che Zanone ha tenuto ieri mattina al termine del Consiglio dei ministri. -In otto anni — ha esordito il ministro — sono state fatte molte congetture anche se i dati a disposizione sono sinora pochissimi'. U momento della verità, ha detto Zanone. si avrà quando il magistrato potrà disporre di tutti gli elementi della superperizia sul relitto che è attualmente in corso. Se. come appare lecito supporre, ad abbattere il DC-9 dell'Itavia fu un missile, qualcuno dovrà ventre allo scoperto e dire chi fu e perché lanciò l'ordigno. Fino ad oggi nessuno ha voluto assumersene la paternità. • Il capo di stato maggiore dell'Aeronautica — spiega Zanone — ha formalmente dichiarato che nella zona e nell'ora dell'incidente non era in corso nessuna esercitazione aerea nazionale o della Nato e nessun velivolo dell'Aeronautica militare italiana si trovava in volo-. Il ministro ha inoltre ricordato che «:/ comando in capo della Marina militare statunitense in Europa ha negato die nel momento del disastro operassero nel Tirreno navi o velivoli della Sesta Flotta Usa'. Anche l'ambasciata francese a Roma sostenne a suo tempo di non aver nulla a che fare con la vicenda di Ustica: le due portaerei francesi che erano date in esercitazione in Mediterraneo si trovavano in effetti all'ora dell'incidente in rada a Tolone. Rimane l'ipotesi del Mig libico, caduto sulla Sila. Ma anche in questo caso Zanone getta acqua sul fuoco. ■ Trattandosi di un acreo militare l'inchiesta venne affidata all'Aeronautica militare italiana, la quale, in bare agli elementi acquisiti, ritenne di datare l'incidente al 18 luglio, ossia venti giorni dopo il disastro di Ustica-. - Va per altro segnalato — agi giunge però Zanone lascian¬ do spazio a più di una considerazione — che in un'intervista del 28 ottobre 1986 uno dei periti che si pronunciarono allora in quel senso ha avanzato riserve circa la possibile data di morte del pilota.. Le magre conclusioni dei ministro della Difesa, contenute in appena cinque cartelline dattiloscritte, sono state recapitate a Palazzo Chigi la sera di martedì. Giovedì sera sono state integrate da altre informazioni richieste dalla presidenza del Consiglio. I fogli sono diventali una ventina, altri particolari saranno trasmessi nei prossimi giorni direttamente al giudice istruttore Vittorio Bucarelli. Il quale giudice pare che abbia ora in animo di ricominciare da cape gli interrogatori di militavi e civili che furono diretti o indiretti testimoni della tragedia. Nessuno, a questo punto, potrà più opporre alcun tipo di segreto essendone ora stati sollevali formalmente sia dal ministro che dal presidente del Consiglio. Intanto un altro invito a far luce sulla morte degli 81 passeggeri che quella sera di giugno del 1980 volavano da Bologna a Palermo — dopo quello dell'agosto 1986 — sarà rivolto dal presidente Cossiga al governo. L'impegno è stato preso dal capo dello Stato, che giovedì ha ricevuto una delegazione di familiari delle vittime e alcuni rappresentanti del «comitato per la verità su Ustica» presieduto dal senatore democristiano ed ex presidente della Corte Costituzionale Francesco Paolo Bonifacio. Profonda amarezza hanno suscitalo invece le dichiarazioni di Zanone presso il collegio di difesa delle vittime. L'avvocato Romeo Ferrucci dice che «fa pseudo inchiesta- del ministro della Difesa dimostra come ancora una <-olta non si voglia arrivare alla verità. •£' un esempio — sostiene — di inefficienza amministrativa e inettitudine politica-. r. con.