Fabius è presidente con i voti comunisti di Enrico Singer

Fabius è presidente con i voti comunisti All'Assemblea Nazionale succede a Chaban-Delmas Fabius è presidente con i voti comunisti p Nel governo Rocard-bis aumenterà il numero dei ministri senza partito DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Era stato, a 38 anni, il primo ministro più giovane di Francia. Adesso, a 41, è il più giovane presidente dell'Assemblea Nazionale con un solo, illustre, precedente: Leon Gambetta, il leader dei républicains de gauche della Terza Repubblica, che nel 1879 occupò quel posto al centro dell'emiciclo di Palazzo Borbone quando aveva appena quarant'anni. Per Laurent Fabius, ex ragazzo prodigio socialista, è un ritorno in grande stile sulla scena politica. Meno di un mese fa era stato battuto nella corsa alla segreteria del partito da uno dei vecchi notabili del ps, Pierre Mauroy, e giovedì sera si è preso una bella rivincita salendo sul perchoir, come i francesi chiamano lo scranno del presidente del Parlamento. Quello che dall'86 era retto dal neogollista Jacques Chaban-Delmas è un posto-chiave nella gerarchia dello Stato. E nei prossimi mesi dovrebbe diventarlo sempre di più perché, senza una maggioranza assoluta nell'Assemblea uscita dalle elezioni del 12 giugno, il partito di Mitterrand dovrà ricercare e costruire le sue nuove alleanze anche attraverso il lavoro di mediazione che Laurent Fabius, d'ora in poi. sarà in grado di realizzare. E non sarà un compito da poco. Ma, in attesa delle tanto proclamate «aperture al centro», l'ele¬ zione di Fabius alla presidenza del Parlamento è avvenuta grazie ai voti dei 27 deputati comunisti che si sono aggiunti ai 275 socialisti ricomponendo, almeno nei numeri, quel blocco della sinistra che tutti dichiarano ormai defunto. Certo, il partito comunista ha appoggiato Fabius (dopo un primo voto di «bandiera» per un suo candidato) non in nome di una rinnovata unità strategica, ma in cambio di una precisa contropartita: una riforma del regolamento parlamentare che abbasserà da 30 a 20 la soglia di deputati necessari per formare un gruppo autonomo e che consentirà al pcf di uscire dal limbo del gruppone dei «non iscritti» dove ora è relegato. E Laurent Fabius, nel suo discorso d'investitura, ha subito scelto i toni del dialogo con l'opposizione (ha parlato di «maggioranza aperta e di minoranze rispettate e responsabili») e ha voluto indirizzare un caloroso omaggio allo sconfitto Chaban-Delmas che aveva ottenuto i 268 voti dei deputati del centrodestra. Ma anche con tutti questi distinguo, gli schieramenti che si sono delineati nell'elezione di Fabius confermano che la strada della svolta promessa da Mitterrand verso una «maggioranza di progresso» è complessa e seguirà tempi ancora lunghi al livello delle alleanze tra 1 partiti. Delle novità, invece, sono attese a brevissima scadenza dalla composizione del governo Rocard-due che il primo ministro potrebbe annunciare già lunedi o, al più tardi, martedì. Michel Rocard — che si era dimesso all'indomani delle elezioni del 12 giugno — è stato riconfermato giovedì sera nella sua carica dal presidente della Repubblica e. da ieri, sta preparando quello che gli osservatori francesi definiscono un «profondo rimpasto» del suo primo governo. Il Rocard-uno era dominato da ministri socialisti: era quasi un monocolore appena attenuato dalla presenza di alcuni «tecnici» (Giustizia. Industria. Ricerca scientifica) di grande valore e di tre ex esponenti centristi (con antiche simpatie a sinistra) che erano stati sconfessati dalla loro famiglia d'origine. Nel Rocard-due. almeno secondo le indiscrezioni, non dovrebbe aumentare il numero del politici di centro, ma dovrebbe moltiplicarsi quello delle personalità «senza partito». Sembra, anzi, che l'obiettivo di Michel Rocard sia di formare un governo composto per metà da ministri-tecnici. Sarebbe l'applicazione di quella «apertura alla società civile» che Mitterrand ha teorizzato da quando l'apertura politica ai partiti di centro è stata rinviata a tempi migliori. Enrico Singer

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