Parlano i brigatisti di via Dogali

Parlano i brigatisti di via Dogali Supervertice di magistrati a Milano, gli inquirenti sulle tracce di altri covi Parlano i brigatisti di via Dogali Il sindacalista Cattoli sarebbe il più disposto a collaborare - Oggi Pinterrogatorio dei tre «prigionieri politici» Identificata «ferry», ricercata per l'omicidio Ruffilli MILANO — E' vero che almeno uno dei brigatisti arrestati sta collaborando? Il colonnello dei carabinieri Luigi Nobili, che ha appena tetto due pagine di comunico stampa, risponde così: • Non lo so e comunque non •sono autorizzato a dirlo-. i.pp..re, e con notevole insistenza, da domenica mattina corre voce di pentiti e pentimenti. Il personaggio in questione starebbe aiutando i carabinieri nell'individuazione di appartamenti e complici. Dal colonnello si cerca la conferma, ma la risposta è perentoria e delude: 'Queste sono domande troppo curiose.'*. Mentre i giudici milanesi continuano gli interrogatori, mentre giudici venuti da altre città hanno preso visione dell'imponente materiale trovato nell'appartamentocovo di via Dogali, voci e indiscrezioni continuano ed aumentano. Voci che sia i magistrati che 1 carabinieri si guardano bene dallo smentire. E cosi, anche ciò che non sarà vero, al momento lo diventa. E' vero che state cercando un altro covo milanese? -Non è prevista l'esistenza di altri covi». E' vero che stavano preparando un attentato a Milano? 'L'abbiamo letto sui giornali'. Starebbe parlando Bruno Cattoli, il sindacalista della Cisl. E starebbero parlando Francesca Campilongo ed Ernesto Benna. -Cattoli è . ito interrogato per cinque e: il 15 giugno, che è il giorno dell'arresto, e il giorno dopo — dice Piergiulio Sodano, il suo avvocato difensore —. Ha ammesso le circostanze che gli sono state contestate: la sua conoscenza con Francesca Campilongo, le telefonate registrate e i pedinamenti. Ma Cattoli ha poco da collaborare: ha avu¬ to rapporti con la Campilongo dalla fine '85 alla fine '87. Quel che aveva da dire credo l'abbia già detto.. Grazie a Cattoli o ad altri degli arrestati, i carabinieri stanno decifrando le nuove Brigate rosse-Partito Comunista Combattente ancora in libertà. Ieri, con il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, si son riuniti a Milano magistrati di Roma (Franco Ionta, Rosario Priore, Domenico Sica), di Forlì (Roberto Mescolini, il sostituto procuratore che indaga sull'assassinio del senatore de Roberto Ruffilli), di Firenze (Pier Luigi Vigna, che indaga sull'uccisione dell'ex sindaco repubblicano Landò Conti), di Torino (Ugo De Crescenzo). 'La riunione — legge il comunicato il colonnello Nobili — è servita anche per un generale aggiornamento delle conoscenze sullo stato e le attività delle Brigate rosse-. Una seconda riunione è fissata entro la fine del mese. 1 periti da domani si metteranno a studiare la mitraglietta Skorpion, per sapere se davvero è la stessa utilizzata per gli assassini! di Ruffilli e Landò Conti. Più che sulle intenzioni e gli obiettivi dei terroristi, a sei giorni dagli arresti si possono avere conferme — le uniche conferme — su come i carabinieri sono arrivati in via Dogali e ai nove mai sospettati prima. E' confermato, ad esempio, che almeno uno degli arrestati si era incontrato con il br della colonna milanese •Walter Alasia» Pasquale Ferro, latitante in Francia. Dovrebbe trattarsi di Francesco Mancuso, operaio all'Alfa Romeo di Arese dal '79 al luglio '87, già delegato di reparto per la Firn-Cisl. Soltanto oggi verranno interrogati Franco Galloni, la moglie Rossella Lupo e Tiziana Cherubini, i tre bierre che si son dichiarati •prigionieri politici». Di Rossella Lupo la fotografia è stata diffusa ieri pomeriggio. Domenica due testimoni dell'assassinio Ruffilli l'hanno vista per il riconoscimento. Sarebbe lei, «Terry. il suo nome da clandestina, la donna seguita dai carabinieri di Bologna subito dopo il delitto Ruffilli. La seguivano con un ordine preciso: pedinarla, ma non fermarla. E l'hanno pedinata per mesi Confermato, poi, che in via Dogali sono arrivati seguendo più filoni. Hanno collaborato anche polizie straniere, come nel caso dell'incontro intercettato tra il br Ferro e uno degli ultimi arrestati? -Non sono nelle condizioni di poterlo affermare-, è stata la risposta del colonnello Nobili. I carabinieri, insomma, danno la netta impressione di non volersi sbilanciare, di non voler lasciar trapelare nulla in attesa che le indagini (ed i nuovi pentiti) portino più lontano. Indagini che, secondo i sostituti procuratori milanesi Ferdinando Pomarici e Armando Spataro, al momento un grosso risultato l'hanno già raggiunto: quello di aver scoperto, per la prima volta, dopo anni, una base operativa delle Br. In questa base, l'appartamento-covo di via Dogali, il materiale che a breve dovrebbe portar-- ad altri risultati. Pur con t reticenze del caso, nella caserma di via Moscova l'ottimismo è diffuso. Non confermano, ma sono sulle tracce di altri covi e altri insospettabili bierre. Giovanni Cerniti