Ina vespa divora le cimici della carestia

Una vespa divora le cimici della carestia Guerra biologica in diversi Paesi africani: i campi di manioca ripuliti dagli insetti Una vespa divora le cimici della carestia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Impiegando milioni di vespe contro un insetto che distrugge la pianta alimentare più usata in Africa, gli scienziati sono riusciti a sconfiggere la carestia in una zona che va dal Senegal nel Nord Ovest al Mozambico nel Sud Est. In sette anni, essi hanno reepurato l'80 per cento del raccolto: le vespe infatti mangiano l'insetto ripulendo 1 camri. E' il più massiccio programma di prevenzione di moria vegetale tramite strumenti biologici vivi mai attuato nella storia, e coinvolge uno spettacolare ponte aereo delle vespe che dalla Nigeria raggiunge una popolazione di 200 milioni di persone. Ne ha parlato ieri per la prima volta il Washington Post, suscitando enorme interesse. Ogni due o tre settimane, un apparecchio pieno di vespe parte dalla Nigeria, e le scarica sui campi di manioca, un tubero da cui si estrae la fecola tapioca. La tapioca è l'alimento di base di 35 Paesi africani, dove garantisce agli abitanti oltre la meta del loro pasto abituale. Questi campi sono infestati da una specie di cimice della vite, originaria del Sud America, che si nutre solo del tubero. Le vespe, anche esse di provenienze sudamericana, non sono pericolose per l'uomo: piccole e mansuente, a loro volta mangiano quasi esclusivamente questa cimice. Le vespe si moltiplicano molto in fretta, e quando hanno eliminato l'insetto si spostano in altre regioni, sempre alla sua caccia. La cimice della vite, se cosi si può chiamare, è comparsa nello Zaire circa 10 anni fa, e di là è scesa attraverso la Costa d'Avorio, la Tanzania e gli altri Paesi sino all'Oceano Indiano. A più riprese, ha causato tre¬ mende carestie, che sono diminuite dall'istante in cui l'Istituto di Agricoltura Tropicale in Nigeria, d'accordo con il Programma di Controllo Biologico, ha fatto ricorso alle vespe, evitando le sostanze chimiche — ha spiegato il Washington Post — -che possono essere costose e pericolose». L'iniziativa ha avuto un successo enorme: per ogni dollaro speso nelle api e nel trasporto aereo, la produttività agricola è aumentata di 149 dollari. Il dottor Hans Herren. il direttore del Programma di Controllo, ha spiegato che le vespe erano già state impiegate contro l'insetto decenni or sono in Sud America, ma ha lamentato che manchino i finanziamenti «per Questo rimedio sicuro*. -Furono i portoghesi a portare la manioca dall'Africa sul continente americano qualche secolo fa — ha detto — ma non conosciamo l'origine delle vespe-. Esse distruggo¬ no l'insetto introducendovi le proprie uova. A poco a poco, mentre al suo interno si sviluppa la larva della vespa, l'insetto muore. La larva ne mangia le interiora, e la cimice si apre come un guscio d'uovo lasciandola uscire. La vicenda delle vespe e delle cimici sembra un romanzo. Per realizzare il loro piano di difesa dei raccolti, Herren e i dirigenti dellVnstitute of Tropical Agriculture si recarono in Sud America. «Non fu facile trovare l'insetto, laggiù è quasi stato eliminato — ha raccontato lo scienziato — finalmente lo rintracciammo in Paraguay-. Alcune centinaia di cimici vennero inviate al laboratorio di biologia di Londra, dove dopo qualche tempo morirono liberando le vespe nascoste al loro interno. Herren e compagni crearono un autentico allevamento delle due specie con un gran numero di tuberi. Sperimentarono poi il rapporto tra le vespe e altri insetti, dalle api ai bachi da seta: «Le vespe non li toccarono, si lasciarono spegnere lentamente». A quel punto, gli scienziati inviarono la loro colonia animale al laboratorio in Nigeria, e in capo a pochi mesi incominciarono i bombardamenti dei campi. Inventarono una specie di mitragliatrice a fiale da montare sugli aerei, un'arma che scaglia centinaia di migliaia di vespe alla volta. I benefici si avvertirono subito: passata la prima paura, gli stessi agricoltori sollecitarono la strana guerra biologica. Herren sostiene che la natura equilibra da sola il rapporto cimici-vespe: mano a mano che le cimici si estinguono spariscono anche le vespe, che rimangono prive dei «recipienti» per le loro larve. E' uno dei cicli più perfetti che si conoscano, e. c.

Persone citate: Hans Herren, Herren