Affari, morale e sogliole d'oro di Mario Deaglio

Affari, morale e sogliole d'oro PIERO OTTONE: VIAGGIO-INDAGINE CON OSCURI EROI Affari, morale e sogliole d'oro Affari e morale sono termini antitetici o ci .sono anche gli uomini d'affari per bene? Questa provocatòria e attualissima domanda costituisce il filo conduttore di un difficile viaggio ai confini del lecito che Piero Ottone compie nel suo più recente saggio: Affari £ Morale (Ed. Longanesi). Nessuno si sorprenderà se il viaggio ha molte tappe, se parte da casi noti e clamorosi, come quello del finanziere americano Ivan Boetsky. se fa una sosta quasi obbligata a rivisitare la tormentata storia della Montedison. si sofferma sulle tangenti e sui partiti. Tocca pero anche lidi meno sensazionali ma più imbarazzanti per il cittadino medio, come le telefonate personali fatte a spese dell'azienda o le lunghe (.pause» per il caffè di comunissimi lavoratori dipendenti. Ottone parla di affari e morale senza usare i tecnicismi del finanziere né quelli del filosofo. Visita le tavole di potenti, come i capi della Ford nel racconto di Iacocca. che si facevano arrivare ogni giorno in aeroplano le sogliole di Dover e quelle di più umili funzionari degli uffici acquisti su cui figurano le bottiglie di vino regalate dai fornitori che ringraziano cosi per l'ordinazione ricevuta. Convinto di vivere in un mondo ormai privo di grandi ideali, nel quale «il sol dell'avvenire è stato sostituito, banalmente, con un garofano», egli si chiede se sia possibile almeno realizzare una esocietà pulita»; ai valori dell'eroismo cerca di contrapporre i valori dell'onestà. Senza gli strumenti degli specialisti è assai arduo mettere a fuoco con precisione un problema con molte sfaccettature come quello della morale nella società moderna. C'è il rischio, parlando di morale, di fare del moralismo. Ottone ne è conscio ma non riesce a evitarlo del tutto. Appare alquanto semplicistica la sua esaltazione del modello anglosassone di moralità degli affari che pone attenzione al fatto ctecnico» della violazione delle norme, mentre il problema di chi vinca o chi perda «passa in seconda linea», mentre in Italia gli aspetti morali non sarebbero mai disgiunti da aspetti personali, fino a diventare pretesti per lotte di potere. Si tratta, co¬ munque, di un semplicismo rinfrescante, di un po' di sana indignazione, espressa in maniera contenuta e forse per questo più efficace, verso comportamenti sempre più diffusi. In realtà, le differenze tra moralità italiana c morale anglosassone sono probabilmente da ricollegarsi al divario tra protestantesimo e cattolicesimo. E Ottone si rivela decisamente «calvinista» nella sua distinzione radicale, al di là della casistica sempre più complessa dei comportamenti effettivi della società moderna, tra uomini «onesti» e uomini «disonesti», tra imprese oneste e imprese disoneste. Il «calvinismo» di Ottone di manifesta anche nella definizione dell'onestà, una caratteristica individuale, innata, come la grazia del Signore: «Si è morali perché si è morali». Ne discende che la moralità è una virtù molto privata che è inutile predicare. Serve, invece, l'esempio che può determinare un clima generale in cui anche chi non è fondamentalmente onesto si senta vincolato a non trasgredire le regole morali. Ottone scopre, cosi, oscuri eroi in questo mondo privo di ideali: da Cesco Tornaseli!, vecchio giornalista del Corriere che si paga i francobolli della corrispondenza personale invece di addebitarli al giornale, ai dirigenti della grande società che mettono in forse un affare vantaggioso rifiutando di pagare tangenti, all'ambasciatore francese a Torino, de la Tour du Pin. che, a 71 anni, rifiuta il giuramento di fedeltà a Luigi Filippo, ben sapendo di perdere così ogni appannaggio e di essere praticamente ridotto all'indigenza. Il sistema capitalista che. soprattutto in America, si interroga sulla moralità corre il rischio di considerarla come un abbellimento, un nuovo metodo per aumentare l'efficienza, quasi uno strumento di «marketing». Per Ottone è invece sempre una condizione ideale per tutti, uomini d'affari compresi, quali che ne possano essere i risultati pratici. Il che costituisce indubbiamente motivo di riflessione per un mondo degli affari che cosi prepotentemente in questi anni aspira all'egemonia della società moderna. Mario Deaglio

Persone citate: Cesco Tornaseli, Iacocca, Ivan Boetsky, Longanesi, Luigi Filippo, Morale, Piero Ottone

Luoghi citati: America, Dover, Italia, Torino